12/11/2025
Qual è il ruolo dellә psicologә nel trattamento del dolore cronico?
Il supporto psicologico nel trattamento del dolore cronico contribuisce a migliorare il benessere del pazientә offrendogli strumenti per gestire lo stress, il dolore e le sue ricadute nella quotidianità.
L’approccio al dolore cronico non può limitarsi alla sola cura fisica, anche lә psicologә rientra tra le figure che si possono occupare della valutazione e del trattamento del dolore. Dare supporto psicologico alle persone che sperimentano dolore cronico vuol dire accogliere la loro sofferenza, sostenere la loro resilienza e attivare le strategie e le risorse personali di ogni persona per una migliore qualità della vita.
Quali trattamenti psicologici?
Ci sono diverse terapie e tecniche psicologiche per il trattamento del dolore cronico, ma sarebbe fondamentale che i differenti approcci considerassero l’importanza di interventi incentrati sugli aspetti emotivi e relazionali. Per produrre dei cambiamenti un intervento solo cognitivo non è sufficiente, spesso il corpo è il grande escluso nella terapia tradizionale, ma l’integrazione interdisciplinare e, in particolare, gli interventi somatici aiutano a migliorare la regolazione emotiva e a facilitare l’elaborazione somatica, emotiva e cognitiva stessa.
Perché lavorare con il corpo nei pazienti con dolore?
Abbiamo più volte detto che il dolore è un’esperienza corporea. Il focus è aiutare i pazienti a sperimentare e sviluppare nel corpo una base sicura, dove stare con le emozioni difficili, modulandole e regolandole, facendo emergere uno spazio compassionevole per le proprie difficoltà. Per poter sostenere i pazienti nel cambiamento e nella resistenza al dolore è importante aiutarli a sentire il corpo, spiegando loro i vantaggi della consapevolezza corporea. Affinché i pazienti con dolore non sentano solo il dolore, cioè non si concentrino solo su di esso, la regolazione psicofisiologica è importante anche per favorire la compassione. Se il paziente si trova sopraffatto da uno stato emotivo è più difficile sia contattare la compassione sia accedere a processi elaborativi.
Insegnare la mindfulness ai pazienti
Nel lavoro sul dolore è molto utile insegnare anche la Mindfulness, pratica che aiuta i pazienti a prestare attenzione al momento presente in modo non giudicante e a interrompere il ciclo di pensieri negativi e ansiosi che possono intensificare la percezione del dolore stesso. La meditazione genera onde cerebrali che stimolano i neurotrasmettitori, migliorano l’umore, fanno diminuire il dolore, rallentano il battito cardiaco, favoriscono il rilassamento, rafforzano il sistema immunitario. Nel lavoro sul dolore la Mindfulness ha vari obiettivi: coltivare la compassione, esplorare il dolore, accettarlo, accoglierlo. Cosa significa avere compassione verso sé stessi?
Favorire un atteggiamento compassionevole
Quando sentiamo parlare di compassione, possiamo essere indotti a considerarla come qualcosa di negativo. Gilbert, ideatore della Terapia Focalizzata sulla Compassione (CFT- Compassion Focused Therapy), la definisce come una particolare sensibilità alla sofferenza propria e degli altri, unita a un forte desiderio e all’impegno nell’alleviarla e prevenirla. La CFT aiuta ad allenare un dialogo gentile verso sé stessi riducendo il rischio di sviluppare o cadere nella sofferenza mentale. Integrare questa modalità di lavoro in un approccio psico-corporeo significa rendere i miglioramenti più duraturi, infatti, calmando il sistema nervoso, favorendo il Sé adulto, il pazientә può essere compassionevole per le parti emotive e in difficoltà del proprio sé. Il pazientә può scegliere di accettare la propria condizione nella libertà di andare avanti in un modo nuovo, nella consapevolezza che il dolore sia una situazione difficile, nel comprendere ciò che può e non può controllare, cercando di lenire il senso di inadeguatezza o di fallimento che molti dichiarano di provare.
Sviluppare la Compassione di Sé può favorire calma e conforto in ciascuno di noi. Praticare mindfulness e compassione ci permette di riconoscere e accogliere la sofferenza, integrandola nella storia e nel vissuto di chi la prova. Riconoscere la sofferenza non significa arrendersi ad essa, essere compassionevoli accresce il proprio senso di sicurezza e fiducia e abbatte tutti quelle credenze svalutanti e critiche verso noi stessi.
La dott.ssa Tatiana Filomeno, Psicologa e Sessuologa Clinica – Specializzata in Psicotraumatologia è formata in Compassion Focus Therapy e Mindfulness. Attraverso un approccio integrato e psicocorporeo dà centralità al singolo paziente, in un dialogo tra corpo, mente, emozioni e spiritualità nel rispetto dell’unicità della persona.
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