08/11/2025
Ieri sono andata con mia mamma a vedere la mostra Armani Privē.
Capolavori d’arte su tessuto.
L’effetto meraviglia di alcuni abiti è paragonabile, per me, a quelli di un quadro o di una bella canzone suonata live. Non me l’aspettavo.
A conferma del livello immenso di re Giorgio Armani, nella cura di ogni dettaglio, nell’estro, nelle linee, la scelta dei colori e delle luci. Era un puro artista (ossessivo) del tessuto.
Tre cose mi hanno colpito.
Il fatto che la sua alta moda sia migliorata negli anni, ed è migliorata perché di anno in anno lui ha tolto.
Ha tolto strati di tessuto, strati di ricamo, ha limitato i colori, ha tolto dettagli arzigogolati, ha aggiunto luce. Le ultime due collezioni sono bellezza allo stato puro. Less is more, è vero!
La seconda è che è stato forse l’unico a non cadere troppo nella trama del fast fashion, e gli va dato un grande merito per questo. Siamo invasi da abbigliamento scadente e brutto che compriamo senza averne bisogno. Inquinando, sfruttando manodopera, senza cura.
Giorgio Armani incarnava la cura.
La terza è che i suoi abiti Privè, indossati, perdono!
L’alta moda è arte e la dura incorporeità del manichino permette di concentrarsi sulla dinamica del tessuto.
Gli stessi abiti visti addosso alle dive sui red carpet, perdono una parte della bellezza!
Non è una moda incarnata e incarnabile, è arte su tessuto.
E per questo è anoressizzante.
Non è fatta per corpi veri, rotondi, umani e dinamici!
Per citare l’autore: questa mostra è un viaggio stupefacente!
Fino al 28 dicembre