Federica Elia - Psicologa Psicoterapeuta

Federica Elia - Psicologa Psicoterapeuta Sono la Dott.ssa Elia Federica, Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, iscritta all'Ordine degli Psicologi del Veneto (n.12257)

Succede quasi senza accorgersene. Quel cibo che un tempo era rifugio, conforto e sicurezza all’improvviso diventa solo p...
01/04/2025

Succede quasi senza accorgersene. Quel cibo che un tempo era rifugio, conforto e sicurezza all’improvviso diventa solo paura. Un nemico da evitare, un’ossessione che divora.

E nel mezzo ci sei tu, con quel peso addosso, fatto di sensi di colpa, rabbia, paura, vuoto e tanta solitudine.

Ma non è troppo tardi. Proprio lì, in quel momento che sembra un tunnel senza uscita, può nascere qualcosa di nuovo: il cambiamento! E no, non è facile e non lo sarà, ma è possibile. Un passo alla volta, con più ascolto, più comprensione, più gentilezza e amore verso te stessə.

Se senti che è il momento di prenderti cura di te, sappi che non devi farlo da solə. Chiedere aiuto è un grandissimo atto di coraggio!
❤️

Questa è la storia di Sofia. E, forse, anche un po’ la tua.- DCA edition -
22/03/2025

Questa è la storia di Sofia.
E, forse, anche un po’ la tua.
- DCA edition -

E se tu potessi rispondere al tuo corpo, cosa gli diresti? L’obesità è il risultato di aspetti biologici, ambientali, em...
04/03/2025

E se tu potessi rispondere al tuo corpo, cosa gli diresti?

L’obesità è il risultato di aspetti biologici, ambientali, emotivi e sociali.
Se ti sei sentito dire “devi solo impegnarti maggiormente”, voglio che tu sappia che la realtà è più complessa di così. E che il tuo dolore è reale e merita di essere ascoltato, compreso e rispettato. Merita uno spazio sicuro in cui poterti prendere cura di lui in modo gentile e compassionevole, senza più odio, lotte e punizioni.

Proprio questa settimana una mia paziente mi ha detto: “dottoressa, le persone attorno a me continuano a chiedermi cosa ...
15/03/2024

Proprio questa settimana una mia paziente mi ha detto: “dottoressa, le persone attorno a me continuano a chiedermi cosa fare per aiutarmi… ma cavoli, perché lo chiedono a me? Come posso saperlo io? Sono io quella in difficoltà!”. Ed effettivamente questo è il vissuto che comunemente provano le persone che convivono con un disturbo alimentare!

Dobbiamo considerare che spesso tali persone tendono per predisposizione personologica ad assumersi grandi carichi di responsabilità e che, di conseguenza, ricevendo queste domande potrebbero sentirsi responsabili, ma questa volta di qualcosa che non riescono a gestire… ed anche del vissuto delle persone attorno a loro.

È così ho pensato di assumermi io questa responsabilità oggi.

Sfortunatamente non c’è una risposta giusta o risolutiva alla domanda “come aiutare le persone che soffrono di un disturbo dell’alimentazione?”.
La cosa bella del mio lavoro, infatti, è che davanti a me non ci sono pazienti affetti da disturbi, ma ci sono Anna, Francesca, Marco, Davide, etc.. tutte persone diverse, con bisogni differenti, nonostante siano accomunati da sintomi simili.

Ciò che possiamo fare, quindi, è:
- NON parlare di cibo (soprattutto a tavola!), menzionare l’apporto calorico dei pasti, lamentarsi della sensazione di pienezza o gonfiore, discutere di diete, di corpo… tutti argomenti estremamente sensibili per queste persone;
- NON forzare la persona a mangiare, NON chiederle quanto ha mangiato, NON dare consigli semplicistici da un punto di vista emotivo come “se provi, ti piacerà”, “basta darsi una regolata”, “non pensarci”;
- NON lasciare da sola la persona nel proprio percorso di cura (responsabilizza enormemente la persona, rinforzando la non richiesta di aiuto e favorendo l’idea di sé come sola, non vista, trascurata);
- ESSERCI emotivamente e fisicamente, senza essere invadenti. Esserci implica “stare lì con lei/lui”, a volte anche senza fare niente (so che è frustrante, ma funziona!);
- INFORMARSI in autonomia e CHIEDERE AIUTO, dimostrando reale interesse verso la persona ed il suo vissuto 💜🎗️

“Sono un fallimento”.Un pensiero tanto comune quanto doloroso, che a volte ci spinge a proteggerci, ostacolando però il ...
07/02/2023

“Sono un fallimento”.
Un pensiero tanto comune quanto doloroso, che a volte ci spinge a proteggerci, ostacolando però il raggiungimento del nostro obiettivo.

Qualche tempo fa una mia paziente mi ha detto: “no, io non voglio assolutamente andare a quella festa: potrei non fare amicizia con nessuno e sentirmi una fallita”. Ragionando insieme abbiamo notato come la paziente nel profondo avrebbe voluto andare a quella festa, ma la paura di fallire era troppo forte, al punto tale da limitarla nel raggiungimento nel suo obiettivo personale.
Lavorando insieme siamo riuscite a prestare più ascolto ai nostri reali bisogni, a rendere più flessibili i comportamenti di protezione e a temere meno quel pensiero di “essere un fallimento” 🌸

La dismorfia muscolare 🏋🏻
31/01/2023

La dismorfia muscolare 🏋🏻

Il disturbo da dismorfismo corporeo (ex dismorfofobia) è un disturbo di tipo ossessivo-compulsivo che, talvolta, viene c...
01/12/2022

Il disturbo da dismorfismo corporeo (ex dismorfofobia) è un disturbo di tipo ossessivo-compulsivo che, talvolta, viene confuso con i disturbi alimentari o con l’insoddisfazione corporea, soprattutto durante l’età adolescenziale.

Scopriamone di più!

Rimuginio e Ruminazione: elementi in comune e differenze 💭
13/09/2022

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DISTURBO DI PANICO: definizione e circolo vizioso
21/06/2022

DISTURBO DI PANICO: definizione e circolo vizioso

Le credenze disfunzionali dell'ansia:1) il pensiero catastrofico2) il perfezionismo patologico3) l'intolleranza all'ince...
26/05/2022

Le credenze disfunzionali dell'ansia:
1) il pensiero catastrofico
2) il perfezionismo patologico
3) l'intolleranza all'incertezza
4) l'autovalutazione negativa
5) il bisogno di controllo
6) l'intolleranza delle emozioni
7) l'iper-responsabilizzazione.

Nel momento in cui questi modi di pensare diventano rigidi, persistenti e pervasivi potrebbero causarci grande sofferenza sino a compromettere il nostro funzionamento quotidiano. In tal caso è importante lavorare con un professionista su questi aspetti, trovando modalità di pensiero più utili e funzionali per noi 🌻

E voi vi riconoscete in alcuni di questi punti?

Eco e Narciso: un mito che affronta il tema della dipendenza affettiva.Il mito racconta di Narciso, un giovane ragazzo d...
19/05/2022

Eco e Narciso: un mito che affronta il tema della dipendenza affettiva.

Il mito racconta di Narciso, un giovane ragazzo dalla rara bellezza, e di Eco, una ninfa eccessivamente loquace, punita da Giunone e costretta a ripetere per sempre le ultime parole da Lei udite.
Un giorno Eco incontra Narciso e se ne innamora follemente. Inizia così a seguirlo giorno e notte, morendo logorata dall'amore non corrisposto dal ragazzo.
Narciso viene, dunque, punito dalla dea Nemesi e condannato ad innamorarsi perdutamente della propria immagine.

All'interno di questo mito, Narciso rappresenta colui che non è in grado di riconoscere l'altro e che è capace di amare solo se stesso; Eco, al contrario, rappresenta colei che non conosce la propria identità e che esiste solo in funzione dell'altro.

Narciso vede solo se stesso, ignorando gli altri;
Eco vede solo gli altri, ignorando se stessa.

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