Dott.ssa Gioia Zanatta "Psicologa Clinica"

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18/10/2025

Lo avevano privato di tutto.
Della casa, dei libri, dei pazienti, perfino del nome.
Sui documenti del campo c’era solo un numero: 119 104.
Ma Viktor Frankl, psichiatra austriaco di Vienna, continuò a fare l’unica cosa che nessun muro poteva impedirgli: curare l’anima.

Fu deportato prima a Theresienstadt, poi a Auschwitz e infine a Dachau.
Ogni giorno vedeva uomini spegnersi non per fame, ma per mancanza di senso.
E lì, nel cuore dell’inferno, comprese una verità che avrebbe cambiato la psicologia moderna:
anche quando tutto è perduto, la libertà ultima dell’uomo è scegliere il proprio atteggiamento davanti al destino.

Cominciò a parlare ai compagni di baracca, a sostenerli con poche parole, a farli aggrappare a un pensiero, a un ricordo, a un perché.
Un figlio da rivedere.
Un amore da ritrovare.
Un lavoro da finire.
Un sogno ancora possibile.

Molti sopravvissero grazie a quella scintilla invisibile.
Altri morirono, ma con una pace che nessuna guardia poté rubare.

Quando la guerra finì, Frankl pesava poco più di quaranta chili.
Aveva perso la famiglia, la moglie, tutto ciò che possedeva.
Ma portava con sé un manoscritto scritto a memoria:
le basi di una nuova terapia, nata tra il filo spinato e la disperazione.

La chiamò logoterapia — “la cura attraverso il significato”.
Insegnerà al mondo che non si guarisce soltanto con le medicine, ma con uno scopo.
Nel 1946 pubblicò Uno psicologo nei lager, un libro tradotto in decine di lingue.

Scrisse:
«Chi ha un perché, può sopportare ogni come.»

Parole nate in un campo di sterminio, che ancora oggi curano chi si è perso nella vita.


Perché finché l’uomo trova un senso, neppure l’oscurità può vincerlo.

15/10/2025
11/10/2025

"La buona madre è quella che diventa inutile" (N. Coosemans)
Una frase che spiazza, ma che racchiude una potente verità.

Nel percorso di crescita, il compito di un genitore non è creare dipendenza, ma allenare all’autonomia. È accompagnare, non sostituire. È costruire sicurezza interna, non controllo.

🧠 Il cervello adolescente ha bisogno di allenamento per imparare a prendere decisioni, gestire le emozioni e costruire la propria identità. Una iperprotezione può rallentare lo sviluppo delle aree cerebrali deputate all’autoregolazione e al problem solving.

Aiutare significa anche fare un passo indietro. Lasciare che il ragazzo o la ragazza inciampi, si rialzi, scelga. Perché solo così potrà sviluppare quella forza interiore che rende liberi e capaci. Essere “inutile” non vuol dire essere assente. Vuol dire essere diventati una base sicura.

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24/09/2025

"La musica dell'adolescenza ci resta dentro perché in quegli anni tutto è più intenso: le emozioni, i ricordi, perfino il modo in cui il cervello registra le esperienze. Le canzoni diventano la colonna sonora di momenti importanti, legandosi a ciò che viviamo con una forza emotiva straordinaria. Non le ascoltiamo soltanto: le "sentiamo" in profondità, le associamo a persone, luoghi,
emozioni che ci hanno cambiato. É per questo che, anche anni dopo, riescono a toccarci con la stessa forza: non sono solo
canzoni, sono parte della nostra storia".
(Fonte: )

Pediatria a Treviso sempre un'eccellenza in tutti i sensi ...
20/09/2025

Pediatria a Treviso sempre un'eccellenza in tutti i sensi ...

Venerdì 19 settembre inaugurata a Treviso "La sala dei colori", nuovo spazio nato grazie a una donazione dell’imprenditore Pietro Geremia e della moglie Anna Maria, che hanno devoluto i soldi dei loro regali di nozze all'Ulss 2. Ospite d'onore: Alessandro Preziosi

19/08/2025

«Fare psicoterapia è una cosa seria. Vuol dire affidare i propri dubbi e bisogni a un’altra persona competente, formata a questo scopo e che ha a cuore la tutela del paziente».

In un’intervista a La Stampa, la Presidente del CNOP, Maria Antonietta Gulino, avverte che i chatbot terapeutici non possono sostituire l’incontro umano tra psicologo e paziente. «L’Intelligenza artificiale non ha i requisiti. Per cui non solo è inutile, ma può addirittura causare un peggioramento del disagio».

Il fascino della disponibilità 24 ore su 24, osserva Gulino, è solo apparente: «Quando si fa psicoterapia anche l’attesa è importante nella ricerca della risposta a un bisogno. La richiesta immediata di un riscontro non è sempre positiva. Spesso lo psicoterapeuta non dà risposte, ma accompagna a rimanere nel dubbio».

A preoccupare è soprattutto il rischio di banalizzare i vissuti dei più giovani: «Le frasi fatte, ripetute e un po’ consolatorie, quasi come fossero pacche sulla spalla, non servono a risolvere un disagio.»

L’intelligenza artificiale, sottolinea la Presidente, non va demonizzata: «Abbiamo un gruppo di lavoro che si occupa di IA e nuove tecnologie per studiare come possiamo utilizzarla e integrarla nei percorsi terapeutici».

Per il CNOP la priorità rimane una: aumentare la presenza di psicologi e psicoterapeuti nel servizio pubblico, evitando che la diffusione dei chatbot crei un nuovo digital divide tra chi deve accontentarsi di servizi digitali insoddisfacenti e chi può permettersi un percorso privato.

Per leggere l'intervista 👉🏻 https://www.lastampa.it/cronaca/2025/08/19/news/psicoterapia_intelligenza_artificiale_psicologa_gulino-15274875/amp/

Indirizzo

Viale Europa 61
Treviso
31100

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 19:00
Martedì 10:00 - 19:00
Mercoledì 16:00 - 19:00
Giovedì 10:00 - 12:30
Venerdì 16:00 - 19:00

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