23/09/2025
Nei primi mesi di vita il bambino porta un nuovo "tempo" nella vita di sua madre. Questo tempo Γ¨ lento nella sua percezione, perchΓ© Γ¨ un tempo in cui non si deve "fare" molto, ma "stare" molto e questa modalitΓ per lei ha sempre avuto una connotazione negativa, prima che divenisse madre.
L'essere indaffarata era una normale condizione quotidiana, il non avere tempo, il rincorrere gli eventi e le persone, il desiderio di una pausa, erano pane di ogni giorno.
Con un bebè il tempo diventa una dimensione sospesa. Alla fine della giornata, le mamme hanno spesso la sensazione di non aver fatto niente. "Sono stata tutto il giorno sul divano ad allattare" viene percepito come se questo fosse niente, perché non ha un visibile esito.
Prima "fare" produceva risultati concreti, oggettivi, a dimostrazione del talento, dell'impegno, dell'energia e del tempo impiegato.
Con un bebè la giornata trascorre in una apparente immobilità , che è invece densa di un "fare" costruttivo inimmaginabile.
Quel "fare" che diventa "stare" Γ¨ la relazione che cresce, Γ¨ un milione di "ci sono", un milione di "sei al sicuro", un milione di "non aver paura", un milione di "ti amerΓ² sempre" che costruiscono un essere umano.
Certo non si vede da un giorno all'altro, ma lavora dentro. β€οΈ
M. Tommasetti