22/10/2025
Insegna a tuo figlio a mettere 𝐬𝐚𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢, non soltanto a essere sempre gentile.
La gentilezza senza confini non è più gentilezza: diventa compiacenza, paura di deludere, ricerca di approvazione.
Molti adulti che oggi faticano a dire “no”, che si sentono in colpa se non sono sempre disponibili o che finiscono spesso in 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐬𝐛𝐢𝐥𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚𝐭𝐞, sono stati bambini educati a essere “bravi” più che a essere “autentici”.
Dal punto di vista psicologico, saper mettere confini è la base dell’𝐚𝐮𝐭𝐨𝐬𝐭𝐢𝐦𝐚: significa sentire che “io ho diritto di esistere anche quando non accontento l’altro”.
Quando un bambino impara a riconoscere ciò che è troppo, ciò che non lo fa stare bene e ciò che non vuole, sta costruendo identità, dignità e 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐚. Sta imparando a rispettare sé stesso.
Educarlo a “non disturbare”, “fare il carino”, “essere sempre disponibile” può sembrare cortesia… ma spesso diventa 𝐫𝐢𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐚 a sé. Cresce così un adulto che dice sì quando vorrebbe dire no.
Al contrario, insegnare i confini non rende egoisti: rende 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐢. Permette al bambino di dire “mi fermo”, “non mi piace”, “non ora”, senza percepire queste frasi come mancanza di valore o rischio di perdere affetto.
Un figlio che conosce i propri 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢 diventerà un adulto che: non si lascia manipolare, non si svuota per essere accettato, sceglie quando essere disponibile. Resta gentile ma senza scomparire, senza annullarsi.