19/10/2025
Questa inquietante fotografia del 1950 cattura un momento di silenziosa lotta: bambini distesi all’interno di enormi macchine chiamate “polmoni d’acciaio”. Questi dispositivi erano la loro unica possibilità di sopravvivere, aiutandoli a respirare quando la poliomielite aveva paralizzato i muscoli. La poliomielite era una malattia spaventosa, soprattutto per i bambini, e spesso li lasciava paralizzati o incapaci di respirare senza assistenza meccanica.
Il polmone d’acciaio funzionava creando un ritmo di pressione che spingeva l’aria dentro e fuori dal corpo, simulando il movimento dei polmoni sani. Salvò innumerevoli vite, ma la vita al suo interno era isolante. I bambini potevano muovere solo la testa e dipendevano completamente dagli infermieri per tutto: mangiare, leggere, perfino giocare.
Poi arrivò una svolta che cambiò la storia. Negli anni ’50, il dottor Jonas Salk sviluppò il vaccino contro la poliomielite. Quasi dall’oggi al domani, la malattia iniziò a scomparire. Ciò che un tempo era una paura globale divenne un capitolo quasi dimenticato — grazie alla scienza e alla compassione.
Questa fotografia è più di uno sguardo al passato. È un promemoria di quanta strada abbiamo fatto — e di come i vaccini abbiano protetto milioni di persone dalla sofferenza.