31/10/2025
Voglio scappare
Quando la voce dei figli non trova spazio, anche il silenzio diventa un grido: ascoltiamoli, prima che la distanza diventi muro.
Una domenica mattina... mentre vado a prendere la macchina, vedo un bar aperto e mi fermo a prendere un caffè. Per mia fortuna, pochi clienti, il che significa tranquillità. Vista la calura, mi siedo fuori all’ombra di un albero e prendo la mia agenda.
Stavo scrivendo, quando, alzando lo sguardo, ho intravisto una ragazzina che si stava avvicinando. Incuriosita, ha rallentato il suo passo, a mio parere già lento e appesantito per la sua età. Aveva gli occhi lucidi e non ho potuto fare a meno di chiederle: "Come stai? Problemi? Ti serve aiuto?" È bastato questo ed è scoppiata a piangere. Senza convenevoli, fra uno spasmo e l’altro, a raffica, mi ha esondato…
L'Esodo e il Desiderio di Casa
“Meno male che sono riuscita a scappare da casa. Due passi fuori mi faranno bene, anche se non voglio tornare... oddio, sì, vorrei tornare, voglio bene ai miei genitori, ma vorrei trovarli abbracciati e sorridenti.
Sono così stanca dei loro continui litigi. Poi mia mamma non sa tenergli testa quando lui alza la voce. Mi vergogno di loro quando i vicini battono sul muro o quando le mie amiche vengono a prendermi: loro lì, quando sono a casa, sempre le solite manfrine. Meno male che mio papà non alza le mani, non lo sopporterei proprio.
Da quando non lavora più è diventato un altro, non gli va bene niente; prima invece era spassoso, si poteva parlare con lui, ora non più. È astioso, è scontento di tutto. Si sente un verme e non sopporta questa situazione da disoccupato, solo che non trova il modo di parlarne, è imbufalito e basta. Sento che non è lui, lui non è così.
Il Valore Distorto e il Fallimento della Comunicazione
Non li sopporto quando alzano la voce a sovrastarsi l'un l'altra. E mamma, invece di capirlo, almeno cercare di capirlo, gli butta addosso il fatto che è nullatenente, nullafacente... di certo così non lo aiuta.
Stamattina sono scappata via con la scusa di buttare la spazzatura e prendere qualcosa al supermercato, con quei pochi spiccioli che ho trovato e spero, spero di trovare qualcosa che costi poco e preparare un pranzo. Oggi è domenica e avrei veramente desiderio di festeggiare. Dovremmo provare a restare uniti in questa avversità lavorativa.
Penso che se mio papà sentisse il mio bene e il mio desiderio di vederlo tornare a sorridere — che bello — sarebbe una festa. Voglio provarci, non è possibile che la mancanza di un lavoro distrugga la nostra felicità familiare.
Mamma e papà dovrebbero andare d'accordo, si conoscono da tanti anni e non è possibile che tutto quanto sono riusciti a fare fin qui, vada a rotoli solo per la mancanza di soldi. Eppure, tutto gira intorno ai soldi. Ho 13 anni e non credevo che il portafoglio vuoto potesse essere la scintilla di una crisi, ma quanto valore si è dato solo ai soldi?
Il Desiderio Negato
Ora mi chiedo cosa potrei fare o anzi cosa dovrei fare io? Mamma e papà sono a pezzi e non uniscono i loro sforzi a sostenersi reciprocamente. Avrebbero bisogno di parlare, di dirsi le cose come stanno per aiutarsi a comprendersi, invece si buttano benzina sul fuoco e si accendono.
Io non li sopporto più, voglio scappare, voglio tornare, li voglio trovare... e io vorrei provare a parlare con loro, ma come sempre non sarà mai il momento giusto. “Non è l’ora!” – mi dicono. “Né ora né mai,” ho pensato io. Probabilmente almeno non quando lo propongo io, come sempre... ma quando mi chiedono se ho studiato, se ho fatto i compiti, allora sì che il tempo ce l'hanno e lo trovano. Ma quando a intavolare il discorso potrei volerlo io, lì no, non c'è mai tempo. Mai!
Sono così frastornata e confusa. Meno male che sono scappata, ma quando ritornerò a casa, di certo non sarà meglio di quando me ne sono andata. Meno male che c'era la scusante della spazzatura, così almeno 1, 2, 3, via, sono uscita, voglio scappare...”
La Riflessione di chi ha Ascoltato.. tutto d’un fiato, senza tregua. Sono solo riuscito a cogliere a sprazzi, picchi di luce nei suoi occhi, alternati a profonda amarezza, inquietudine e sofferenza.
Mi si era stretta la bocca dello stomaco nel sentire la sua storia, e dire che per il lavoro che svolgo, sono preparato. Anche in coda alla cassa c’è chi si racconta a me… forse li attiro, ma oggi, così all’improvviso, non ero pronto.
Certo, ha potuto sfogarsi e già nel darle ascolto, almeno è riuscita a calmarsi… ma quanti ragazzini oggi vivono drammi come questo? Quanti trovano chi è capace di ascoltarli? Ma soprattutto quanti riescono a svelare le loro vicissitudini famigliari?
Perché una cosa è l’attrito fra coetanei e/o morosi, o coi professori, ma i disagi e i conflitti coi propri genitori, sangue del proprio sangue, sono duri da far emergere, perché mentre gli adulti riescono a raccontare i conflitti nei confronti dei loro figli adolescenti, i figli provano grande imbarazzo, quasi vergogna nel solo ipotizzare di scalfire i propri genitori. I figli hanno una grande dignità nei riguardi di mamma e papà. Peccato che i genitori non se lo ricordino.
Gianfranco Biagi
Foto di Jay Antol su Unsplash