01/12/2025
C’è un’ansia che non esplode.
Non ti manda in tilt.
Non ti fa tremare le mani né correre al pronto soccorso.
È un’ansia più subdola.
Sottile.
Quella che “non è niente”… ma è sempre lì.
La senti quando ti svegli già stanca.
Quando il respiro è corto e non sai perché.
Quando corri tutto il giorno, ma dentro senti come una vibrazione continua, una tensione di fondo.
È l’ansia di chi non ascolta il corpo.
Di chi ha imparato a funzionare, a fare, a essere efficiente.
Di chi segue ciò che si deve fare, senza chiedersi mai cosa dovrebbe fare per sé.
E allora il corpo parla.
Non con parole, ma con:
• mal di testa che tornano sempre
• pesi sul petto
• stanchezza che non passa
• irritabilità senza motivo
• una sensazione di “non essere mai veramente a casa”
Molte donne vivono così per anni.
In silenzio.
Convinte che “funzioni così”, che “è lo stress”, che “passerà”.
Ma non passa.
Perché quell’ansia è un segnale.
È il modo in cui il corpo dice:
“Ti sei persa da qualche parte.”
“Stai andando avanti, ma non stai andando dove vuoi.”
Non è un difetto.
Non è debolezza.
È una bussola.
E inizia a cambiare quando torni a chiederti:
👉 Che cosa voglio davvero, oltre a ciò che devo?
👉 Cosa sto ignorando del mio corpo?
👉 Dove mi sto forzando?
L’ansia sottile si attenua quando smetti di correre incontro alle aspettative degli altri
e torni ad abitare il tuo corpo, i tuoi bisogni, il tuo ritmo.
Perché il corpo parla sempre.
Siamo noi che, per molto tempo, abbiamo smesso di ascoltarlo. 💛