Psicoterapeuti a Torino Nord

Psicoterapeuti a Torino Nord Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Psicoterapeuti a Torino Nord, Psicoterapeuta, Via Sandro Botticelli 11/15, Turin.

Siamo psicoterapeute con una lunga storia di collaborazione professionale e condividiamo la passione per la vita e il desiderio di accompagnare le persone a raggiungere uno stato di benessere personale.

Caccia alle stregheDott. Lucia LaudiHo osservato nelle classi prime della scuola di II grado, chetendenzialmente gli all...
09/09/2024

Caccia alle streghe
Dott. Lucia Laudi

Ho osservato nelle classi prime della scuola di II grado, che
tendenzialmente gli allievi hanno un comportamento tranquillo e
timoroso, ma dopo un periodo di circa 2 mesi, iniziano ad assumere un
comportamento di ribellione e ogni loro difficoltà l’attribuiscono
agli insegnanti.
Tendono a prendere di mira quell’insegnante più severa, che chiede
loro di studiare di più e soprattutto cercano il consenso e il
sostegno dei genitori, raccontando loro parte degli eventi o dei
discorsi, estrapolandoli dal contesti, in modo che il significato si
modifichi e che dia possibilità di attaccare il docente. I genitori,
non tutti, non possono pensare che i loro figli possano travisare la
realtà, è l’insegnante che sbaglia e deve essere attaccata subito e
“darle una lezione”. In questo gioco psicologico i genitori vanno subito dal preside, che il docente ha dato un’insufficienza e che non è in grado di valutare, perché a casa hanno interrogato il figlio/a e sapeva tutto, ha
studiato parecchie ore e accusano il docente di assumere comportamenti
gravi verso il ragazzo/, il messaggio ulteriore è “Non vali, ti faccio
vedere io”. L’insegnante si sente attaccata e ha un atteggiamento di
sottomissione o di ribellione.
E’ importante che il docente sia assertivo, che faccia un’ esame di realtà ai genitori, in questo modo stoppa il gioco psicologo e diventano alleati dell’insegnante, il discente cambia atteggiamento e inizia una nuova relazione proficua per tutti.

IL GENERE FATTORE BIOLOGICO O CULTURALE?Dott.ssa Lucia LaudiQuando si parla di sesso si fa riferimento ad un fattore bio...
27/08/2023

IL GENERE FATTORE BIOLOGICO O CULTURALE?
Dott.ssa Lucia Laudi
Quando si parla di sesso si fa riferimento ad un fattore biologico e naturale, ossia un individuo che nasce con organi genitali maschili o femminili, diverso è se si parla di identità di genere, che si costruisce attraverso la cultura.
Le società hanno determinato il genere con dei simboli come il colore, i giochi, i ruoli sociali.
Nella storia dell’uomo la distinzione dei compiti è stata una questione di forza come la caccia, la guerra e i lavori pesanti, li faceva il maschio perché più forte, mentre la donna svolgeva compiti di cura dei figli, del focolore, degli animali domestici e la raccolta.
Inizialmente l’identità di genere è stata determinata dalla forza, con il tempo da un fattore culturale, infatti molti lavori pesanti ora vengono svolti dalle macchine per cui la forza non viene più richiesta, ma restano molti lavori tipicamente femminili e altri maschili, pensiamo alle educatrici del nido o alle maestre della materna sono unicamente donne, pochi i maestri alle elementari, poche le donne camioniste o saldatori (se si dice saldatrici ci si riferisce alla strumentazione).
Quindi il genere avviene attraverso l’educazione e i riti di passaggio, che nella cultura occidentale ormai sono sempre più rari. Tra i Taneka, popolazione del Benin, i bambini piccoli vengono considerati come animaletti selvatici, cioè non sono ancora definiti nel genere, solo quando diventeranno più grandi, copriranno ruoli differenti. In alcune lingue come l’inglese e il tedesco il termine bambino è neutro, come l’articolo the.
Quindi un conto è il sesso, un altro è il genere, quest’ultimo è determinato molto dalla società.
Riflettiamo che forse il problema sociale ed individuale è l’accettazione del diverso; ognuno di noi fa la differenza ed è parte del mondo, ognuno di noi imprime una memoria nel mondo

Siamo aperti dal 21 agostoLE EMOZIONI SONO INTELLIGENZADot.ssa Lucia Laudi psicologa/psicoterapeutaNegli ultimi decenni ...
18/08/2023

Siamo aperti dal 21 agosto
LE EMOZIONI SONO INTELLIGENZA
Dot.ssa Lucia Laudi psicologa/psicoterapeuta
Negli ultimi decenni sono stati fatti parecchi studi sulle emozioni, come riconoscerle, come gestirle e soprattutto come queste siano il motore delle nostre azioni e decisioni.
Le emozioni hanno il grande potere di impadronirsi di noi, dei nostri pensieri e comportamenti e se non sappiamo gestirle ci inducono a fare atti imprevedibili e non sempre positivi e costruttivi, ma nello stesso tempo sono il motore della nostra vita affettiva, sociale e lavorativa.
La vita dell’essere umano è caratterizzata dalla progettualità, senza di essa viene a mancare la struttura del tempo e le “carezze”, sia fisiche sia di autorealizzazione, che sono fonte di riconoscimento.

LE EMOZIONI SONO INTELLIGENZADot.ssa Lucia Laudi psicologa/psicoterapeutaNegli ultimi decenni sono stati fatti parecchi ...
18/08/2023

LE EMOZIONI SONO INTELLIGENZA
Dot.ssa Lucia Laudi psicologa/psicoterapeuta
Negli ultimi decenni sono stati fatti parecchi studi sulle emozioni, come riconoscerle, come gestirle e soprattutto come queste siano il motore delle nostre azioni e decisioni.
Le emozioni hanno il grande potere di impadronirsi di noi, dei nostri pensieri e comportamenti e se non sappiamo gestirle ci inducono a fare atti imprevedibili e non sempre positivi e costruttivi, ma nello stesso tempo sono il motore della nostra vita affettiva, sociale e lavorativa.
La vita dell’essere umano è caratterizzata dalla progettualità, senza di essa viene a mancare la struttura del tempo e le “carezze”, sia fisiche sia di autorealizzazione, che sono fonte di riconoscimento.
L’individuo ha un bisogno fondamentale di sentire che esiste anche per gli altri.
Per cercare di comprendere perché l’essere umano è giunto nella sua evoluzione a dare così importanza al cuore, a tal punto che questo ha prevalenza sull’intelligenza, sociologi e psicologi hanno effettuato studi approfonditi.
Essi sono arrivati a sostenere che le emozioni ci guidano nell’affrontare situazioni e compiti troppo difficili perché l’intelletto da solo possa affrontarli e trovare delle soluzioni, come un lutto o eventi naturali e non (terremoti, tsunami, guerre, incidenti e malattie).
Si rivela fondamentale che l’intelletto e le emozioni collaborino tra loro per aiutarci a far fronte alle situazioni non solo avverse, ma anche belle e nutrienti per noi, perché in questo modo riusciamo a preservare e a raggiungere gli obiettivi prefissati, a formularne di nuovi e a trovare la soluzione a problemi complessi.
Io sono insegnante di scienze umane in un liceo e psicoterapeuta che segue anche gli adolescenti e ho visto come negli ultimi dieci anni sono aumentati a dismisura i ragazzi che non sanno gestire l’agitazione e la paura di una semplice interrogazione, trasformandola in ansia fino ad arrivare ad attacchi di panico.
Il libro di Goleman “Intelligenza emotiva” mi ha aiutato a trovare alcune risposte alla mia domanda: “Come mai i ragazzi di oggi fanno tanta fatica a gestire le emozioni?”
D. Goleman nel suo libro spiega in modo molto chiaro e semplice a cosa servono le emozioni, come queste sono strettamente legate all’ intelligenza e che avere un buon QI non significa essere intelligenti a trecentosessanta gradi, perché senza un’adeguata intelligenza emotiva l’essere umano non può svolgere alcuna azione che riguarda l’area sociale e personale.

Le emozioni sono intelligenzale emozioni hanno il grande potere di impadronirsi di noi, dei nostri pensieri e sentimenti...
16/08/2022

Le emozioni sono intelligenza
le emozioni hanno il grande potere di impadronirsi di noi, dei nostri pensieri e sentimenti, per questo sono il motore delle nostre azioni positive e negative.

Aiuto! Dove sono le emozioni?Perché le emozioni non vengono apprezzate, pur essendo il motore dell'uomo e del suo agito?...
01/07/2022

Aiuto! Dove sono le emozioni?
Perché le emozioni non vengono apprezzate, pur essendo il motore dell'uomo e del suo agito? Ci spaventano soprattutto quando sono molto intense e quelle spiacevoli, perché NOI VOGLIAMO SOLO TOGLIERE IL DISPIACERE E IL DOLORE, invece stando dentro le emozioni possiamo gestirle goderne i benefici

CHI SONO I NOSTRI TOPOLINI E I NOSTRI GNOMI?Dott.ssa Lucia LaudiNel racconto emerge la capacità di resilienza, la capaci...
22/06/2022

CHI SONO I NOSTRI TOPOLINI E I NOSTRI GNOMI?
Dott.ssa Lucia Laudi
Nel racconto emerge la capacità di resilienza, la capacità di cooperare e il bisogno degli altri permettono di fare i cambiamenti utili a raggiungere il Formaggio. Nella vita è fondamentale la flessibilità e la visione del cambiamento. La vita ci procura un forte stress, che si affronta con la resilienza e la collaborazione. I topolini Nasofino e Trottolino e gli gnomi Tentenna e Ridolino sono la parte semplice e quella complessa che appartengono all’uomo. Nasofino fiuta il cambiamento, Trottolino scalpita per entrare in azione, Tentenna nega il cambiamento e Ridolino si adatta al cambiamento, la via migliore per raggiungere il Formaggio. I personaggi rappresentano parti della personalità che usiamo quando agiamo o pensiamo, non importa quale essa sia, quello che ci accomuna tutti è la necessità di trovare la nostra strada nel Labirinto per affrontare con successo i cambiamenti facendoci raggiungere il Formaggio.

IL LABIRINTO E IL FORMAGGIODot.ssa Lucia Laudi Spencer Johnson scrisse “Chi ha spostato il mio formaggio?”, una storia r...
13/06/2022

IL LABIRINTO E IL FORMAGGIO
Dot.ssa Lucia Laudi
Spencer Johnson scrisse “Chi ha spostato il mio formaggio?”, una storia ricca di significati e di metafore che riguardano sia la vita privata, il nostro modo di essere e di leggere la realtà, sia la nostra vita sociale, come interagiamo con gli altri.
Questo libro racconta di quattro personaggi fantastici, due topolini e due gnomi, che cercano il loro Formaggio all’interno di un Labirinto, in cui avverranno molti cambiamenti, non solo della posizione del Formaggio, ma anche degli stessi personaggi.
Il Labirinto rappresenta la nostra vita, in cui ognuno di noi deve trovare la strada per raggiungere l’autostima, la serenità, ma soprattutto lungo questo percorso, che inizia con la nascita (direi con il concepimento) e finisce con la morte, dobbiamo imparare ad essere resilienti in modo da affrontare i cambiamenti non solo della vita sociale, ma anche di quella personale. Si, perché solo cambiando, ma rispettando la nostra natura, possiamo affrontare gli ostacoli che si presentano nel Labirinto.
Ognuno di noi va alla ricerca del proprio Formaggio che sarà diverso a secondo della nostra natura. Esso rappresenta tutto ciò che vogliamo ottenere e i nostri desideri: una casa, il lavoro, la carriera, la libertà, la salute, lo sport o la pace spirituale.
Le persone hanno una loro concezione del Formaggio, ma tute lo vogliono ottenere perché sono convinte che ha il potere di procurare la felicità diventando dipendenti quando lo raggiungono e se lo perdono ne restano sconvolti.

POLITICALY CORRECTDott.ssa Rossana CnetisChi non ha mai fatto la sgradevole esperienza di sentirsi come un pesce fuor d’...
15/10/2021

POLITICALY CORRECT
Dott.ssa Rossana Cnetis

Chi non ha mai fatto la sgradevole esperienza di sentirsi come un pesce fuor d’acqua in situazioni sociali, dove improvvisamente ha sperimentato un senso di disagio per pensare quello che pensa, o meglio, per non poter liberamente esprimere ciò che pensa e crede, pena il sentirsi stigmatizzato e giudicato dai presenti? Questa esperienza è la conseguenza del dilagare del fenomeno del *“politically correct”, linea di opinione e di atteggiamento sociale e movimento politico sviluppatosi negli Stati Uniti negli anni ’30, per il riconoscimento delle minoranze etniche, di genere, religiose, politiche, e alla giustizia sociale, anche con un uso più rispettoso del linguaggio.
Uno degli aspetti patognomonici di questa corrente culturale è l’attenzione al controllo del linguaggio, con l’imposizione di cambiamenti linguistici, sostituzione di parole o frasi con altre che sarebbero più “dignitose”, più rispettose della diversità dell’altro (ad esempio utilizzare le espressioni: “operatore ecologico”, “operatore scolastico” al posto di “spazzino”, “bidello”), neologismi, nuove forme di etichetta, creazione di “tabù”(cioè bollare certe parole o espressioni come inaccettabili). L’idea di base è che la definizione linguistica sia lo specchio di ideologie sottostanti che vanno combattute perché ingiuste e quindi è doveroso che vengano eliminate. Per esempio l’uso del genere maschile in italiano servirebbe a perpetuare forme di discriminazione femminile. Modificare le espressioni linguistiche avrebbe quindi la funzione di cambiare la realtà.
E’ da notare comunque che l’efficacia nell’imposizione di cambiamenti linguistici ha l’effetto di legittimare implicitamente le teorie che hanno motivato quei cambiamenti, perché in qualche modo viene riconosciuto un “diritto” di correggere l’esistente. E l’esperienza della censura che così viene operata rende arduo esprimere critiche e obiezioni, mettendo chi esprime un dissenso nella posizione di sembrare insensibili, irrispettoso e intollerante.
Questo tipo di ideologia è ormai un fenomeno globale e globalizzato, di cui tutti risentiamo gli effetti.
Considerazioni più approfondite sul sito:
https://psicotorinord.com/blog/

CAPPUCCETTO ROSSO E IL LUPOIl lupo è  i soggetto, maschio o femmina che sia, che seduce e cerca di trarre nella trappola...
23/08/2021

CAPPUCCETTO ROSSO E IL LUPO
Il lupo è i soggetto, maschio o femmina che sia, che seduce e cerca di trarre nella trappola Cappuccetto Rosso, colui/colei che viene affascinata dal carisma del lupo.
Il lupo è un individuo che ha un fascino sensuale e una parte associale, rappresenta il fascino del rischio della trasgressione, ma non azzanna subito, anzi tergiversa. Il lupo studia, fa un piano e aggredisce la nonna per arrivare alla vera preda, Cappuccetto Rosso.
Cappuccetto Rosso, nonostante le raccomandazioni della mamma, cede e viene attirata dal lupo. Lei non scappa per salvarsi, come farebbe una vittima spaventata, anzi si intrattiene ingenuamente con il carnefice.
Il bosco, rappresenta la parte profonda di ognuno di noi e il luogo dove si realizzano i presupposti del finale tragico in cui il lupo e Cappuccetto Rosso restano imbrigliati nel loro legame pericoloso che li porta al massacro.
Nella vita possiamo incontrare un’infinità di lupi, che cercheranno di trarci in inganno con la seduzione per farci entrare nel bosco; è fondamentale riconoscere tale rischio e imparare a fuggire, prima di cadere nella trappola da cui difficilmente si esce vivi o per lo meno si esce, ma dopo grandi sofferenze .

MAL D’AMORE: VENDETTA O RICONQUISTA?A cura della dott.ssa Laudi LuciaContatti: lucia.laudi9@gmail.com o psicoterapia.to....
12/07/2021

MAL D’AMORE: VENDETTA O RICONQUISTA?
A cura della dott.ssa Laudi Lucia
Contatti: lucia.laudi9@gmail.com o psicoterapia.to.nord@gmail.com

Innanzitutto bisogna sfatare l’idea che le vittime di una relazione affettiva dipendente siano solo donne, in realtà vi sono molti uomini che sono vittime di relazioni distorte.
La Vittima di una relazione affettiva dipendente è legata sovente a un Persecutore, da un “guinzaglio emotivo” rappresentato da sintomi quali: depressione, panico, fobia o altro, che le sono utili per mantenere la relazione “impossibile”.
Il dolore profondo che prova la Vittima ha la funzione di convalidare il potere, di cui il Persecutore ha bisogno per proseguire la relazione ed alimentare il suo sé.
La Vittima usa il suo dolore profondo per mantenere il legame con il Persecutore, continuando ad alienare il proprio sé, mentre il Persecutore ha bisogno del dolore del o della partner per confermare il proprio “sé grandioso”.
Affinché il legame continui, per assurdo, ha bisogno di essere spezzato continuamente per poi essere ripreso. In questo momento, sia la Vittima, sia il Persecutore, sono convinti fermamente di riprendere la relazione amorosa, ma da lì a breve sarà nuovamente distrutta dal distacco, dal tradimento o dall’annullamento del sé della Vittima.
E’ importante che entrambi gli attori della relazione distorta arrivino a comprendere quali sono i loro punti di debolezza.
Il punto di debolezza del Persecutore è di aver bisogno di un partner da annullare psicologicamente e, a volte, fisicamente, per sentirsi grandioso e potente. Mentre quello della Vittima è annullare il suo Sé, pensando che sarà sostituita da donne più belle e più capaci di farsi amare e che è responsabile del comportamento vessatorio del partner.
La Vittima se vuole veramente uscire da questo legame distruttivo deve rinforzare il suo Sé , cercando conferme e sostegno in un ambiente al di fuori della relazione “impossibile”, di certo non sarà il suo partner Persecutore a infonderle autostima.
E’ fondamentale che la Vittima smetta di mantenere il Persecutore nella sua idea di amore, costruendo sogni cattedrali destinati a crollare inesorabilmente in un baratro di dolore.
Il Persecutore, d’altro canto, è una persona molto sofferente che si difende dal dolore e dalla paura del distacco affettivo, che si porta dentro da una vita e che lo spinge ad avere la tendenza a distruggere l’altro, poiché probabile causa di dolore. La potenziale via d’uscita dalla relazione “impossibile”, per il Persecutore è quella di accettare il suo dolore, elaborandolo e fare esperienza che si può amare senza pericolo. Mentre per la Vittima è rivalutare il proprio Sé e cercare conferme al di fuori della relazione distorta.
Vi sono tre errori che la Vittima deve evitare e che alimentano la dipendenza affettiva; il primo errore da evitare è tentare di smascherare il partner mettendolo davanti al suo egoismo, all’incostanza e alla ferocia dei suoi silenzi. Secondo errore da evitare è accettare di chiarirsi “a faccia a faccia” , è una trappola per continuare il massacro. Il terzo errore da evitare è mantenere aperta col partner la comunicazione (SMS, Facebook, ecc.) quando è stata presa la decisione di chiudere il rapporto.
Una via d’uscita da questo ginepraio da cui sembra non potersi districare c’è per entrambi gli attori, Persecutore e Vittima.
Entrambi hanno bisogno di sperimentare nella propria vita quotidiana che valgono, magari non per il proprio partner, ma per altre persone che li circondano si. La Vittima deve lasciare la sua spinta interna COMPIACIMI, “Vai bene per me solo se mi compiaci, se fai quello che voglio io”, mentre il Persecutore deve lasciare la spinta interna SII FORTE E PERFETTO, “Vado bene solo se prevarico l’altro e se sono il migliore”. Queste spinte interne creano la loro dipendenza affettiva.
Vittima e Persecutore, piano piano, devono lasciare la convinzione che esistono solo se dipendono da un altro.
Il percorso è lungo e faticoso, si devono affrontare intemperie e uragani, ma con il giusto supporto i colori rosso e arancione accesi di un incendio devastante si possono trasformare in quelli di un tramonto, premonitore di una nuova vita piena di colori del fuoco dell’AMORE VERO E GENUINO.

Se vuoi di più visita il sito: https://laudilucia.wixsite.com/laudi-lucia e https://psicotorinord.com

COME GESTIRE L’ANSIAdot.ssa Lucia LaudiLa psicoterapia può fare molto per i disturbi d’ansia e per le dipendenze affetti...
12/04/2021

COME GESTIRE L’ANSIA
dot.ssa Lucia Laudi
La psicoterapia può fare molto per i disturbi d’ansia e per le dipendenze affettive, poiché lo psicoterapeuta diventa, piano piano, la figura genitoriale che dà protezione e di cui ci si può fidare. In questo modo il soggetto ansioso si rende conto che può parlare dei suoi problemi e può condividere i propri vissuti, senza che succeda nulla di drammatico. Nel setting terapeutico la persona giunge a riconoscere le sue emozioni, ad accettarle, ma soprattutto a sperimentare che la sua paura e il suo panico vengono riconosciuti, senza essere sminuiti e giudicati dall’altro.
Il continuo oscillare tra un Genitore interno sempre preoccupato e spaventato dal pensiero che dietro ad ogni angolo ci può essere un pericolo imprevedibile e un Bambino che preso dalla paura costruisce immagini mentali catastrofiche, conduce ad un’ansia anticipatoria dell’evento e alla convinzione che non c’è via d’uscita se non l’evitamento.
Evitare la situazione problematica dà un sollievo momentaneo, ma subito dopo scatena nel soggetto un dialogo interno tra il proprio Genitore, che rimprovera e svaluta aumentando il vissuto di incapacità e di fallimento e il Bambino interno che si spaventa sempre di più e si sente sempre più impotente e incapace a risolvere i problemi della vita.
Cosa fare per uscire da questo circolo vizioso? Primo riconoscere le proprie difficoltà e accettare il problema. Secondo fidarsi del proprio terapeuta, capire che lui non giudica, ma ascolta e tollera l’ansia. Terzo riconoscere i propri ritmi è fondamentale perché rispecchia il permesso genitoriale che il Bambino ha sempre desiderato “SII TE STESSO”. Quarto iniziare a dare più potere all’Adulto.

Indirizzo

Via Sandro Botticelli 11/15
Turin
10155

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