Dott.ssa Camilla Ripa - Psicoterapeuta

Dott.ssa Camilla Ripa - Psicoterapeuta • Psicologa Psicoterapeuta- iscritta all' Albo A dell'Ordine Psicologi Piemonte,n° 9745.

Svolgo attività libero professionale, occupandomi di età evolutiva, genitorialità ed età adulta, a Torino e Nichelino. Collaboro, inoltre, con il Centro Diagnosi HPL dove mi occupo di percorsi di valutazione neuropsicologica per l'età evolutiva.

17/03/2025

Sono la Dott.ssa Camilla Ripa, Psicologa Psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico, iscritta all' Albo A dell' Ordine degli Psicologi di Piemonte, n 9745.

Ho conseguito la laurea magistrale in Scienze del Corpo e della Mente presso l'Università degli Studi di Torino ed ho conseguito la specializzazione in Psicoterapia presso la Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica di Torino, Corso di Età Evolutiva.
Ho collaborato come Psicologa specializzanda presso il Servizio di Psicologia dell'ASL TO5, sede di Nichelino, dal 2021 al 2024.

Svolgo l'attività libero professionale in due studi siti a Torino e Nichelino. Mi rivolgo a bambini, adolescenti e adulti proponendo percorsi di sostegno psicologico, sostegno alla genitorialità, psicoterapia a seconda del bisogno del paziente. Collaboro, inoltre, con il Centro Diagnosi HPL dove mi occupo di percorsi di valutazione neuropsicologica per l'età evolutiva.

Per maggiori informazioni o fissare un appuntamento potete contattarmi telefonicamente o via email:

Tel. 351 9024052 dal lunedì al venerdì 9.00 - 18.00

Mail camillaripa.psicologa@gmail.com

"Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale."(C.S. Lewis)Per info e a...
12/09/2022

"Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale."
(C.S. Lewis)

Per info e appuntamenti:
Tel.
351 9024052

Mail camillaripa.psicologa@gmail.com

SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ: COS'È e A COSA SERVE?Diventare genitori è una delle sfide più complesse che molti di noi si...
06/09/2022

SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ: COS'È e A COSA SERVE?

Diventare genitori è una delle sfide più complesse che molti di noi si trovano ad affrontare. Non esiste il ' Manuale del perfetto genitore ' e, in tutta onestà, ai bambini non serve il genitore perfetto. Ciò di cui i bambini (gli adolescenti e i giovani adulti che diventeranno)hanno bisogno è la presenza di un genitore consapevole della propria unicità, capace di riconoscere le proprie risorse e i propri limiti e in grado di sintonizzarsi con i bisogni emotivi del proprio piccolo. Per far questo è importante che il genitore stesso sia in grado di entrare in contatto col proprio mondo interiore.
Sappiamo,infatti, che la genitorialità è condizionata da diversi fattori : dai modelli culturali, dalla personalità del genitore, da che tipo di figlio è stato e dalla relazione che ha instaurato con i propri genitori, dalle dinamiche della specifica coppia e del nucleo familiare, così come dalle peculiarità del bambino e dagli specifici bisogni che si presentano con il susseguirsi delle varie fasi evolutive.

CHI PUÒ BENEFICIARE DI TALE SERVIZIO?

Il sostegno alla genitorialità è un percorso di supporto ed accompagnaneto dei genitori che si trovano ad affrontare difficoltà nel ruolo genitoriale.

IN COSA CONSISTE?

Il supporto alla genitorialità si articolerà in una serie di colloqui volti a:

• Comprendere la domanda e il vissuto dei/l genitori/e rispetto la relazione con i propri figli

• Fornire ai/l genitori/e gli strumenti e strategie che permattano una maggiore sintonizzazione con i vissuti dei figli e un migliore delle capacità comunicative;

• Offrire uno spazio di ascolto in cui riflettere su sé stessi, sul proprio ruolo genitoriale e su come questo sia influenzato dalla propria storia familiare e da come si è vissuto, a propria volta, la condizione di figlio;

PERCHé ATTIRO SEMPRE LO STESSO TIPO DI PARTNER? GLI AMORI DISFUNZIONALI.COME RICONOSCERE UNA RELAZIONE DISFUNZIONALE ALL...
24/08/2021

PERCHé ATTIRO SEMPRE LO STESSO TIPO DI PARTNER? GLI AMORI DISFUNZIONALI.

COME RICONOSCERE UNA RELAZIONE DISFUNZIONALE ALL’INTERNO DELLA COPPIA?
A differenza delle relazioni funzionali, caratterizzate da dialogo, reciprocità, rispetto ed elasticità, le relazioni disfunzionali si strutturano come monologhi, hanno un carattere rigido e sono spesso a senso unico, presentano posizioni di potere asimmetriche, c’è chi detiene il potere e chi viene schiacciato da questo. All’interno di una relazione disfunzionale si perdono autonomia e la capacità di individuazione/separazione, chi, infatti, si trova a sperimentare questo tipo di relazione sente di non avere senso nella sua individualità, egli esiste solo all’interno e in funzione della relazione stessa.
COSA CONDIZIONA LA SCELTA DEL PARTNER?
All’interno della relazione e nel momento della scelta del partner, ciascuno porta con sé l’insieme dei bisogni e esperienze affettive maturate principalmente all’interno della propria famiglia di origine. La scelta del partner ha, dunque, radici nella storia familiare (e non solo) di ciascuno di noi. Non sempre riusciamo ad esserne consapevoli ma vi sono notevoli somiglianze tra i legami esperiti e appresi nella famiglia e quelli che, spesso automaticamente, tendiamo a ricreare nelle relazioni con l’esterno, siano esse di amicizia o d’amore. Le relazioni con le figure significative, sperimentate nei primi anni di vita, vengono immagazzinate nei così detti Modelli Operativi Interni, ovvero delle rappresentazioni mentali delle prime esperienza affettive. Più discorsivamente, un bambino che faccia esperienza di figure genitoriali sensibili ed emotivamente responsive, svilupperà un senso di sé come amabile e degno di valore, dell’altro come disponibile, e una generale fiducia nelle relazioni. D’altro canto un bambino che si trovi davanti all’inaccessibilità, all’inadeguatezza, al rifiuto e/o all’indifferenza delle proprie figure di accudimento, svilupperà un senso di sé come non amabile, dell’altro come inaffidabile e un senso generale di diffidenza e sfiducia rispetto alle relazioni con gli altri. Una volta divenuti adulti, saremo portati a riproporre nella coppia lo stesso tipo di legame che abbiamo sperimentato con le nostre figure di accudimento nei nostri primi anni di vita.
PERCHÉ NON CAMBIO ANCHE SE MI FA STARE MALE?
Più o meno consapevolmente, cerchiamo di trovare conferma a quelli che sono i nostri modelli di attaccamento, dunque, se abbia sviluppato un senso di noi come non degni di amore, cercheremo compagni che confermino la nostra idea.
SARÀ COSÌ PER SEMPRE?
Assolutamente no. L’ aiuto di un professionista può aiutarvi a prendere consapevolezza delle dinamiche apprese all’interno del contesto familiare, a comprendere come si siano sviluppate e il perché della loro utilità per la vostra sopravvivenza all’interno della storia di vita del vostro nucleo familiare ed infine a modificare quei comportamenti e quelle credenze apprese, che ad oggi non risultano più funzionali per il vostro benessere, e che non vi permettono di godere di una relazione sana e appagante.

" Come sei entrato nella mia vita? Com'è possibile che fossi così indifesa? E non sei nemmeno entrato da una finestra, o da un lucernaio. Sei riuscito a trovare una fessura attraverso la quale mi hai trafitto il cuore.“ — D. Grossman

E voi avete qualche dubbio, credenza, preoccupazione o pregiudizio che vi frena dal chiedere aiuto e intraprendere un pe...
22/07/2021

E voi avete qualche dubbio, credenza, preoccupazione o pregiudizio che vi frena dal chiedere aiuto e intraprendere un percorso psicologico?

Basta pregiudizi! 🖐

LA DEPRESSIONE NON È UN CAPRICCIO O UNA MANCANZA DI FORZA DI VOLONTÀ. LA DEPRESSIONE È UNA MALATTIA."Spiegando la mia de...
15/07/2021

LA DEPRESSIONE NON È UN CAPRICCIO O UNA MANCANZA DI FORZA DI VOLONTÀ. LA DEPRESSIONE È UNA MALATTIA.

"Spiegando la mia depressione a mia madre" è il titolo del toccante monologo di una ragazza che , con grande coraggio, è salita sul palco per condividere il proprio percorso e il proprio vissuto legato alla sua esperienza con la depressione.

https://youtu.be/o8mQY-yVzDA

• Psicologa Psicoterapeuta- iscritta all' Albo A dell'Ordine Psicologi Piemonte,n° 9745.

BED e ANORESSIA: E VOI SIETE DAVVERO SICURI DI SAPERE COSA SI NASCONDE DIETRO UN DISTURBO ALIMENTARE?«[…] La cosa più di...
08/07/2021

BED e ANORESSIA: E VOI SIETE DAVVERO SICURI DI SAPERE COSA SI NASCONDE DIETRO UN DISTURBO ALIMENTARE?

«[…] La cosa più difficile è far capire. Quella sofferenza che è dentro. Immensa. Senza fondo. Che non lascia trasparire nulla. Perché dall’esterno non si vede. Nessun segno. Nessun indizio. Nessuna spiegazione razionale. Anzi, se si guarda dall’esterno tutto va bene. Hai tutto. Bellezza, intelligenza, sensibilità. Una famiglia, degli amici, dei diplomi. Non sei malata. Cioè sì, lo sei, ma nell’unico senso inaccettabile del termine, perché, per gli altri, sei tu che sei all’origine della tua malattia. Tu che non vuoi mangiare. Tu che non vuoi fare uno sforzo per uscire dal tuo mondo f***e. Tu che non la smetti di lamentarti. Tu che potresti comprarti un vestito da sera, andare al cinema, fare l’amore… E allora come far capire agli altri che in quel magnifico tutto manca l’essenziale? Come spiegar loro che, nonostante tutto quello che si ha manca la semplice e banale evidenza che vivere è bello? Come trovare le parole per dire che manca la gioia. Manca la pace. Manca la forza di affrontare il mondo. Manca la voglia… perché in fondo non hai voglia di niente. Non sai quello che vuoi, quello che desideri, quello che sogni… sai solo che devi fare qualcosa… che devi reagire… che devi fare in modo che tutto torni come prima… devi… È difficile spiegare cosa voglia dire avere paura di uscire di casa. Il pensiero ossessivo che sarebbe bello chiudere per sempre gli occhi e non svegliarsi più. La tentazione di prendere un coltello e ferirsi… farsi male per sentire un po’ meno male.Perché la vita non la si riesce a vedere in modo diverso. Perché sembra una prigione senza porta. Anche se la porta esiste,per gli altri basterebbe aprirla, un semplice gesto impossibile..perché è meglio morire che decidere di non essere più esattamente quella persona che si è fatto tutto per essere. Quella merita di vivere.
Quella che ha il diritto di farlo. Provare solo per qualche istante a pensare cosa vuol dire avere la sensazione di doversi giustificare sempre. Provate a immaginare cosa può voler dire avere il sentimento di dover fare sempre qualcosa per fare il senso all'esistenza, la certezza di non arrivarci. Che gli altri lo fanno meglio. Che voi non valete nulla. Non servite a nulla. Non avete alcun valore. IN QUEI MOMENTI NON È LA MORTE A FARE PAURA. È LA VITA. 》 - Volevo essere una farfalla, M.Marzano

https://youtu.be/Cme6ZcSUR_w

MIA MADRE ODIA LE CAROTE (miamadreodialecarote.wordpress.com) - il cortometraggio. Con la Provincia di Pescara é stato avviato il progetto "semi di TE" (oggi...

L'EDUCAZIONE EMOTIVA DEL BAMBINO: Come aiuto mio figlio a gestire in modo funzionale le sue emozioni?E' alle proprie fig...
05/07/2021

L'EDUCAZIONE EMOTIVA DEL BAMBINO: Come aiuto mio figlio a gestire in modo funzionale le sue emozioni?

E' alle proprie figure di accudimento che un bambino affida, più o meno consapevolmente, l'onore e l'onere di far chiarezza dentro il proprio vissuto emotivo. Il bambino piccolo, infatti, non è ancora in possesso degli strumenti necessari a far chiarezza e a differenziare tra le varie emozioni che si trova a sperimentare e da cui può sentirsi travolto. La competenza emotiva, che accompagnerà il bambino per il resto del suo percorso di vita, prende forma e si struttura nel corso delle interazione che il bambino ha con le proprie figure di accudimento. Quante volte i vostri bambini vi hanno chiesto "mamma/papà cos'hai? sei arrabbiato? sei triste?" e magari per comodità o semplicemente per non caricare il bambino dei vostri pensieri avete risposto "niente, sono stanco/a"? Capita a tutti e di frequente, ma sarebbe bene rispondere al bambino esplicitando l'emozione che si sta provando in quel preciso momento e spiegarne brevemente il motivo, così che anche il bambino possa apprendere che è legittimo esprimere le proprie emozioni, belle o brutte che siano, così da non creare dei tabù. Inoltre, fornire delle risposte chiare e motivate, permette al bambino di non dover riempire i vuoti di informazioni con la propria immaginazione, il bambino potrebbe infatti fantasticare, non avendo le adeguate informazioni, arrivando alla conclusione che "il papà e la mamma sono arrabbiati o tristi perché sono cattivo", generando così in lui sentimenti di frustrazione e inadeguatezza. Nessuna emozione è sbagliata, ciò che può essere errato è il modo di esprimere la specifica emozione. Affinché il nostro rapporto con le emozioni sia sano e funzionale è necessario saper "stare con" ed accogliere anche quelle negative. Aiutando i nostri bambini a sentirsi liberi di esprimere qualsiasi tipo di emozione e insegnando loro che tutte le emozioni hanno pari dignità, potremo evitare che si ritrovino in balia di un magma indefinito di emozioni e che ricorrano a strategie disfunzionali nel tentativo di gestire quanto sta avvenendo nel loro mondo interiore.

Indirizzo

Via Monte Di Pietà 22
Turin
10122

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa Camilla Ripa - Psicoterapeuta pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare