03/03/2025
Questa notte agli Oscar è andato in scena uno dei momenti più intensi e necessari degli ultimi anni.
“No Other Land” è stato premiato come miglior documentario e sul palco, a ritirare la statuetta, sono saliti insieme Basel Adra e Yuval Abrham, ovvero due degli autori del collettivo israelo-palestinese che l’ha realizzato.
Un palestinese (vero) e un israeliano. Basterebbe questo per rendere questo momento memorabile.
Ma i due non si sono limitati a ringraziare.
“Quando sono diventato padre, due mesi fa, ho promesso a mia figlia che non avrebbe vissuto la mia stessa vita, sempre con la paura della violenza, della distruzione di case, quello che io e la mia comunità vive ora sotto occupazione israeliana.
È difficile mostrare la durissima realtà che abbiamo dovuto sopportare per decenni, chiediamo intervento per fermare la pulizia etnica dei palestinesi." ha detto Adra.
E Abraham ha aggiunto qualcosa di politicamente (e personalmente) fortissimo.
“Abbiamo fatto questo film, palestinesi e israeliani, perché insieme possiamo essere una voce forte, ci vediamo. La distruzione di Gaza deve finire. Gli ostaggi devono essere liberati. Quando vedo Basel, vedo mio fratello, ma viviamo in un regime in cui io sono libero e lui non lo è. C’è una soluzione politica che non prevede la supremazia etcnica, che può riconoscere i diritti di tutti. La politica estera di questo paese (gli Stati Uniti, nda) sta ostacolando questa strada. Perché? Siamo tutti interconnessi, la mia gente è al sicuro solo se la sua gente è al sicuro e libera. Non è troppo tardi".
Raramente ho sentito qualcosa di politicamente più forte e umanamente commovente come le parole di questi due artisti.
Ecco quello che avremmo voluto vedere a Sanremo.
Né più né meno.