10/04/2025
Siamo abituati a cercare risposte. Risposte che definiscono, mettono un punto, rassicurano, stabiliscono un confine. Ma cosa potrebbe accadere se invece di correre verso una soluzione, provassimo a so-stare nella domanda?
Ogni domanda apre un varco. Non è solo un mezzo per ottenere informazioni, ma un vero e proprio atto trasformativo: crea spazio, introduce nuove prospettive, genera movimento. Una domanda autentica sorprende e sospende quanto già noto, permettendo alla complessità di emergere.
Stare, prima di agire. Ascoltare, prima di definire.
Ecco perché nel lavoro clinico, le domande non servono a confermare ipotesi, ma a disorganizzare schemi rigidi, a rendere visibili le connessioni tra pensieri, emozioni e relazioni; creano una breccia nella narrazione dominante che ognuno porta con sé e che a volte risulta disfunzionale.
In una famiglia, in una coppia, dentro di noi, spesso cerchiamo subito una soluzione, come agire, ma il cambiamento inizia quando ci concediamo il tempo di comprendere come mai accadono alcune cose.
E se allora provassimo proprio a porci domande senza pretendere una risposta immediata? Forse troveremmo nuovi significati; scopriremmo che, tra una certezza e l’altra, esiste uno spazio fertile, dove il cambiamento prende forma.
Photo: Teatro Colosseo Torino