TravelCounselling e Yoga per spiriti liberi

TravelCounselling e Yoga per spiriti liberi Insegnante di yoga, counsellor professionista e coordinatrice viaggi di gruppo Yoga, Counselling e Tarologia sono percorsi per diventare spiriti liberi.

Ecco perché forte è il loro legame con il Viaggio.

“I Viaggi sono i viaggiatori” (F.Pessoa)

“Se non diventi oceano, avrai sempre mal di mare”.  Il senso di questi giorni in Alentejo e Algarve, tra onde alla Point...
17/10/2025

“Se non diventi oceano, avrai sempre mal di mare”. Il senso di questi giorni in Alentejo e Algarve, tra onde alla Point Break e immersion di mysore e pranayama con Petri. Se vuoi andare “oltre” nel viaggione yogico, devi assomigliare all’oceano: comprendere l’importanza di ogni ritorno a riva, alle radici. Il mio canto delle sirene a Odeceixe è stato il suono vibrante di Om 🕉️ nella shala portoghese dove ho avuto la conferma che certi mal di mare esistono finché resti in superficie ma che c’è un abisso quando ti immergi nel cuore di ciò che ami fare sotto la guida del tuo maestro prefe.Un punto fermo cui tornare, un porto sicuro cui affidarsi tra un vinyasa e l’altro della vita. Perché é parte del gioco anche il dopo sforzo, la condivisione con i compagni di workshop nelle gite fuori shala, dove metti in campo la tua umanità e capisci se stai bene con gli altri quanto sul tappetino, se ti stai ripulendo dal superfluo. In che modo l’ashtanga ci insegna a semplificare? Lo spiega Patanjali in YS 2.48, “Tato dvandvānabhighātah”: l’asana deve essere piacevole, tenuto stabile e fermo con l’intento di meditare, riducendo al minimo lo sforzo tanto da perdere la sensazione del corpo, e far andare nella direzione dell’indifferenza dagli stimoli esterni, così che la mente si possa svuotare. Ecco l’equilibrio perfetto, il non dualismo tra opposti. Allora che differenza c’è tra asana e meditazione e pertché se ne parla a fine del II pada? Non poteva dirci subito “Siediti e concentrati”?! La trascendenza arriva quando i poli tra cui oscilliamo di continuo (Ha e Tha, il sole e la luna, Ida e Pingala, simpatico e parasimpatico) vengono bilanciati, cioè quando la coscienza si stabilizza al centro. La cita in 2.48, chiamandola “dvandva”, il duello tra estremi, dando per scontato che una dualità intrinseca esista dentro di noi. Non è un caso se quando pratichiamo con presenza e concentrazione non siamo né attivi né passivi, eppure lucidi e in pace. E tu hai mai provato come ci si senta a respirare come l’oceano?

A metà degli Yoga Sutra, Patanjali arriva al dunque: l’Asana é la base per eseguire il lavoro successivo dell’Ashtanga y...
01/10/2025

A metà degli Yoga Sutra, Patanjali arriva al dunque: l’Asana é la base per eseguire il lavoro successivo dell’Ashtanga yoga, quello che conduce all’isolamento e alla Libertà (Samadhi).
Mantenere caratteristiche di stabilità e comodità nell’esecuzione di una postura dà come risultato una pacata sicurezza di sé, piacevole sia dentro che fuori. “Noi cerchiamo la bellezza ovunque”. Un concetto che ben riassume la definizione di “sthira sukha asanam”. Questi due aggettivi indicano che l’asana deve portare soddisfazione, arricchire il corpo e la mente e divenire una forma di meditazione che arrechi consapevolezza e pace interiore. Quando ció avviene é riconoscibile anche dall’esterno: l’asana diventa naturalmente bella perché fedele a una somma di piccole cose: la sua armonia é il risultato spontaneo di chiunque si trovi in una postura in cui si sente bene, sicuro di sé, stabile e senza tensioni. Per scendere nel particolare, la posizione diventa “sthira e sukha” grazie a due elementi: anantasamapatti e prayatna shaitilya (YS 2.47)
Anantasamapatti é la meditazione sull’ infinito, come uno sguardo catatonico indifferente agli stimoli esterni. Questo processo di fondersi completamente dentro all’asana (samapatti) equivale a sistemarsi in postura come a voler fissare il vuoto, senza più preoccuparsi dei pensieri. Se si considera il valore archetipale dell’asana, siamo subito dopo Dharana (concentrazione) e Dhyana (contemplazione), immersi nel vivo del processo di Samapatti che in 4 fasi (savitarka, nirvitarka, savichara, nirvichara) mette in atto l’alterazione di coscienza. Una volta superati questi stadi, il corpo si radica, i pensieri si acquietano e la mente trova stabilità, una sorta di presenza-assenza. La postura non deve fare male: assicuriamoci che abbia un altro elemento fondante, Prayatna shaitilya, il rilassamento dello sforzo. Rispettare l’armonia significa mettere insieme questi aspetti in modo che creino sollievo e allietino l’anima, ricordandoci la profonda unione spirituale di ogni corpo fisico con l’universo intero. Ogni sequenza segue principi di ordine che richiamano il legame con tutto il creato. Cogli anche tu questo senso ultimo mentre pratichi?

Volge al termine un’estate di pratiche, viaggi ed esperienze che mi hanno insegnato l’utilità più nobile dello yoga. Que...
27/08/2025

Volge al termine un’estate di pratiche, viaggi ed esperienze che mi hanno insegnato l’utilità più nobile dello yoga. Quella di metterci in guardia dal non farci illusioni sui risultati cui puntiamo e di essere oggettivi e realisti nei riguardi di noi stessi. Se vogliamo davvero progredire in qualcosa é fondamentale avere una visione chiara su chi siamo. Spesso abbiamo idee sbagliate su di noi, figuriamoci su chi vorremmo arrivare a essere!Questa falsa visione si ritrova anche in psicanalisi nell’ideale dell’io: l’aspetto psichico per cui un determinato modello di persona diventa chimera di perfezione, ereditata dall’educazione e dalla società, e ci restiamo imprigionati finché smettiamo di difenderci e decidiamo di affrontare i conflitti interni che non ci permettono di vivere il nostro fascino naturale (che è diverso dalla trappola dell’ideale dell’io). Patanjali ci sprona ad arrenderci rispetto a questo modello distorto che ingabbia e ad abbandonarci a qualcosa di più grande, a rimettere il nostro Sé a “un tesoro assoluto nascosto”, per riposare dalle nostre responsabilità di esseri umani e trovare quella fiducia nel cammino che ci serve come antidoto alla frustrazione. Sarà capitato a tanti di sfiorare il pensiero di lasciar perdere tutto, soprattutto quando incombono due ostacoli (antaraya): il non raggiungimento di uno stadio e l’instabilità. Come superarli? Esiste un valido deterrente, recitato negli yoga sutra 2.45. “Attraverso Ishvara pranidhana si realizza il samadhi”. Che tradotto dal sanscrito significa:
1. 1. Mi impegno al meglio, consapevole che se mi fermo del tutto forse mi perdo
2. Coltivo la resa dell’ego, cioè mi rimetto a un ordine più grande (di cui faccio parte), come abitudine per arrivare concretamente alla libertà
3. Nutro fiducia nel fatto che, nonostante possano volerci anni, prima o poi riuscirò nel mio intento. In tutto ció, continuo il Viaggio, consapevole che il fine ultimo non preveda una meta tout cours perciò mi vivo il processo all’infinito fatto di movimenti, respiri e aggiustamenti continui che si ripetono..Ci proveremo insieme per il 7’ anno consecutivo, nelle mie due shale in San Donato. Back to school spiriti liberi!

Delle pratiche in Tuscia da Lino mi resterà impressa una perla di saggezza, riferita non solo ai drop back: “la vita non...
23/08/2025

Delle pratiche in Tuscia da Lino mi resterà impressa una perla di saggezza, riferita non solo ai drop back: “la vita non complicartela, falla semplice”.
E due moniti scolpiti nel sacro bosco dei mostri di Bomarzo. “Ogni pensiero vola” e “Sol per sfogare il core”.
Come calarli nella vita se sentiamo che energie talvolta mostruose fanno parte di noi? Come salvarsi dall’”orco” se ci si considera laici, agnostici, atei, senza fede? É svadyaya, 5’ nyama dell’Ashtanga. Cos’è e perché coltivarlo? Patanjali ne parla in YS 2.45. Studio e capisco me stesso perché così tiro fuori le mie potenzialità, esprimo gli arcani che ho dentro, prendo la direzione corretta per attuare il mio Dharma, il mio ruolo in questa manifestazione. Nel sostenere qualsiasi cosa si voglia fare, serve svadyaya, la miccia che accende l’intero sistema e edifica le basi di una Sadhana regolare, fatta di anusthana da praticare quotidianamente.
A braccetto con lo studio di sé, c’è “Ishta-devata”: quel contatto intimo e profondo che, se siamo devoti, ricerchiamo con la divinità desiderata; quell’unione con un ideale platonico che abbracciamo in forme diverse se ci diciamo non credenti, per rimanere concentrati e focalizzati nei percorsi di autoconoscenza. Come indirizzare tutte le risorse “lì”? Portando avanti il senso ultimo dello yoga, ricercando e ritrovando dentro virtù che altri adorano in qualche specifica divinità. In un sentire profano, abbiamo bisogno di costruire in noi e del coraggio di tirare fuori quella grinta, quella forza e quell’audacia tipiche delle divinità in cui credono i devoti. Lavorando su di noi, possiamo imparare a riconoscere e esternare aspetti sacri innati, a entrare in contatto con le nostre parti ultraterrene, per fare uscire un Ishvara che giace nascosto nelle piccole cose. Da non trascendentali é compito terrestre. La nostra comprensione, acquisizione e interiorizzazione di determinate qualità sattviche avverrà in ottica simbolica: gli dei esisteranno in quanto simboli e arcani e come tali potremo visualizzarli e farli affiorare in noi dopo averne intuito il potenziale. Alla fine ci sentiremo una cosa sola con loro. E tu come riconosci la tua essenza spirituale?

12/08/2025

Sono strafelice di riaccompagnarvi in un nuovo Week-end di YOGA!
Valtournenche chiama: 19-21 settembre 2025.

Due notti in un villaggio dal fascino orientale, a 1500 metri, una spa abbracciata da montagne maestose, il profumo di spezie di vin brûlé nell’aria.

🧘‍♀️ Ti guiderò in 3 pratiche rigeneranti di ashtanga yoga, yoga nidra e pranayama in una sala di legno con vista mozzafiato. Poi… tuffi in piscina, relax nella spa, trekking fino al magico villaggio di Chamois (solo a piedi!), cioccolata calda e magari qualche camoscio curioso nei dintorni.

✨ Quando: 19-21 settembre 2025
📍 Dove: Dalai Lama Village – Valtournenche
💛 Cosa ti aspetta: yoga, natura, cibo autentico, spa e tanto, tanto respiro profondo.

🎒 Porta con te nello zaino:,tappetino, costume, scarpe da trekking e voglia di condividere.

📩 Scrivimi per info e prenotazioni: i posti sono limitati e… la montagna non aspetta!

Indirizzo

Turin
10144

Orario di apertura

Lunedì 18:00 - 21:00
Mercoledì 18:00 - 21:00

Telefono

+393490563707

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