30/08/2023
Ogni settembre porta con sé il desiderio di ricominciare.
Lo stesso Guccini in una sua canzone diceva che settembre è il mese dei ripensamenti ...
Accompagniamo dunque il nostro corpo a salutare l’estate e a ritrovare quel centro da cui muoversi verso impegni e attività del quotidiano.
In piedi,
respiro naturalmente.
Sento il contatto tra i piedi e la terra: delicato e rassicurante.
Sposto il peso del corpo nel piede destro, in centro e poi nel piede sinistro
e poi ancora.
Assecondo un ritmo spontaneo:
come un dondolo che segna il tempo di un’estate in buona parte trascorsa.
Quando un piede affonda grandi radici scendono nella terra, mentre la testa scende leggermente a lato.
Gradualmente il respiro si fa più quieto.
Ogni volta che un piede affonda il bacino scende, si collega a terra, e le spalle si alleggeriscono.
Mi lascio cullare da questa danza, da questo ritmo.
Forse percepisco quella lieve malinconia che segna il passaggio dalla luce estiva a una luce leggermente più delicata, meno invadente.
Ripeto ancora, come una delicata cantilena
fino a quando sento il desiderio di fermarmi nella posizione centrale:
lì respiro.
Ora appoggio le mani sul dietro del bacino,
su quella zona che assomiglia a un cucchiaio rivolto verso l’interno.
Forse riesco a cogliere un lieve movimento:
quando inspiro, il bacino si muove spontaneamente indietro,
quando espiro, si muove leggermente in avanti:
indietro e avanti,
su e giù.
Le braccia iniziano a muoversi, a salire per allungarsi verso l’alto:
stiracchio la schiena mentre i palmi delle mani si incontrano oltre il capo.
Mi allungo, è piacevole sentire la spina che si stende.
E poi le braccia scendono nella posizione di preghiera anteriore: respiro.
Porto nuovamente le mani sulla coda,
il mento scende verso lo sterno e gradualmente scendo in avanti,
sempre più giù
e poi giù del tutto per portarmi in utthanasana:
bacino su, testa giù e mani a terra.
Le ginocchia sono leggermente piegate,
La schiena gradualmente si stende, si ammorbidisce
Mi srotolo lentamente e ritorno su.
Allungo le braccia su su su ... e poi le braccia scendono in preghiera anteriore:
mi fermo, respiro.
Scendo dolcemente e nuovamente giù, in utthanasana.
Ripeto qualche volta il ciclo.
Concludo sedendomi sui talloni:
appoggio le mani a terra (una sopra l'altra) e la fronte sulle mani.
Sento il movimento respiratorio nel corpo in questa posizione.
Espiro: la terra mi sostiene.
Inspiro: mi ricordo del grande spazio intorno e sopra di me.
Mi riposo.