24/05/2019
CAMBIO DI STAGIONE: ARRIVA IL MAL DI PRIMAVERA
L'arrivo della primavera, salutato con gioia dalla maggior parte delle persone, può in alcuni casi generare stati di squilibrio psico-fisico con conseguenti disagi e malesseri. Le variazioni climatiche comportano sempre uno sforzo di adattamento dell'organismo.
La primavera è la stagione in cui compaiono più malesseri; i sintomi? Senso di affaticamento, astenia, una sorta di svogliatezza che può confinare con disturbi dell'umore. Colpa dell'incremento della temperatura e dell'aumento delle ore di luce, elementi che, se salutati con gioia dalla maggior parte delle persone, risultano determinanti nel provocare quella tipica sensazione di stanchezza che compare verso il mese di marzo, si protrae per il mese di aprile, per scomparire a maggio, quando solitamente la bella stagione è ormai consolidata.
Più ore di luce portano più affaticamento all'organismo: l'orologio biologico dell'uomo è influenzato dalla luce solare, attraverso la produzione di melatonina, ormone che regola il ciclo sonno-veglia; aumentando le ore di luce, la produzione di melatonina si inibisce, inducendo così ad un surplus di lavoro che può, in alcuni casi, generare quella sensazione di affaticamento tipica del cambio di stagione primaverile.
Inoltre, con l'aumento delle ore di luce, è anche normale che gli stili di vita subiscano delle variazioni, gli individui tendono a decurtare il loro sonno notturno per far fronte alle necessità lavorative, scolastiche e familiari, presentando un sonno recuperativo durante i fine settimana e, soprattutto, denunciando una sonnolenza diurna, cosa che contribuisce non poco alla sensazione di stanchezza. Niente allarmismi, però, dopo pochi giorni d’adattamento tutto rientra nella normalità del singolo individuo. Gli unici soggetti che fanno più fatica ad abituarsi ai nuovi ritmi sembrano essere gli abitudinari e i meteoropatici, persone che normalmente rispondono tendono ad accettare con più difficoltà a tutti i cambiamenti, non solo a quelli stagionali.
Non confondere i disturbi con altre patologie più gravi, come, per esempio, il disturbo affettivo stagionale o SAD, perché in questo caso gli episodi depressivi sono più marcati, riguardano soprattutto l’autunno e compaiono in primavera solo in una piccolissima percentuale di casi. Diverse sono inoltre le cause, che sembrano risiedere nelle alterazioni a livello della chimica cerebrale e nelle variazioni stagionali della secrezione di alcuni neurotrasmettitori; la SAD va ancora distinta dalla depressione vera e propria, che è quella più grave, per curare la SAD possono essere necessari si farmaci, ma solo nei casi più gravi che sfociano già in depressione vera e propria. In altri casi di SAD è necessaria, invece, una psicoterapia che invita la persona a riprendere gradualmente le attività che sono state abbandonate, magari cominciando da quelle più piacevoli, a sviluppare comportamenti più funzionali per risolvere i propri problemi, a pensare in modo più equilibrato e razionale.
L’attività e il moto sono la migliore medicina
Gli esperti consigliano un’alimentazione leggera soprattutto la sera senza tè, caffé e cioccolata che contengono sostanze eccitanti. Sì invece agli alimenti come cereali, insalate, limoni e miele. Importante è non agevolare la stanchezza con l’inattività ma, piuttosto, praticare un po’ di moto secondo le proprie capacità fisiche e cercare di svegliarsi sempre alla stessa ora, senza assecondare la voglia di poltrire nel letto.