Studio medico dott.ssa maria letizia primo

Studio medico dott.ssa maria letizia primo Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Studio medico dott.ssa maria letizia primo, Medico, Via pergolesi 21, Turin.

Ritengo ogni anno un grande privilegio essere invitata come relatore al Simposio della Scuola di Medicina e Nutrizione f...
09/11/2025

Ritengo ogni anno un grande privilegio essere invitata come relatore al Simposio della Scuola di Medicina e Nutrizione funzionale quest’anno con sede a Bologna

Otto atti fa nascevano quasi in contemporanea la Scuola Microbioma a Torino e la scuola suddetta: entrambe idee rivoluzionarie e visionarie che hanno saputo catturare nel tempo prestigio e consenso anche a livello internazionale .E già frullano le idee per il prossimo anno !!

Lo yoga può influenzare positivamente il microbioma intestinale attraverso la riduzione dello stress, il miglioramento d...
07/11/2025

Lo yoga può influenzare positivamente il microbioma intestinale attraverso la riduzione dello stress, il miglioramento della digestione e la stimolazione del sistema digerente con specifiche posizioni.

La pratica della respirazione profonda e delle posture, insieme alla meditazione, aiuta a diminuire il cortisolo, creando un ambiente più favorevole alla salute dei batteri intestinali.
Come lo yoga influisce sul microbioma
• Riduzione dello stress:
Lo stress cronico può alterare l'equilibrio del microbioma. Le pratiche di yoga come la respirazione profonda e la meditazione aiutano a innescare una risposta di rilassamento, riducendo i livelli di cortisolo e promuovendo un ambiente intestinale sano.
• Miglioramento della digestione:
Diverse posizioni yoga (asana) possono stimolare gli organi digestivi. Questo massaggio e la stimolazione favoriscono una migliore digestione e l'assimilazione dei nutrienti, beneficiando la salute intestinale.
• Stimolazione del sistema digestivo:
Alcune posizioni specifiche sono state identificate come particolarmente utili per la salute intestinale:
• Pawanmuktasana: Aiuta a stimolare il sistema digestivo e a liberare i gas in eccesso.
• Ardha Matsyendrasana: Questa torsione massaggia gli organi interni, migliorando la digestione.
• Paschimottanasana: Allunga la colonna vertebrale e stimola l'intero sistema digestivo.
• Setu Bandhasana: Apre il torace e stimola gli organi addominali.

BMC Complement Med Ther. 2025 Feb 13; 25:51. doi: 10.1186/s12906-025-04783-4
Rapid shift of gut microbiome and enrichment of beneficial microbes during arhatic yoga meditation retreat in a single-arm pilot study
Sanjay Swarup Abhishek Gupta Marianne Chung Vaishnavi Radhakrishnan Valerie Davis Michael D J Lynch 6, Trevor C Charles Jiujun Cheng Glenn Mendoza
Complementary Therapies in Clinical Practice Volume 57, November 2024, 101892 Interplay of yoga, physical activity, and probiotics in irritable bowel syndrome management: A double-blind randomized studyWei-Cheng Chao Jen-Chieh Huang , San-Land Young Ching-Lin Wu Jui-Chi Shih Bill Cheng
https://doi.org/10.1016/j.ctcp.2024.101892

buonissimo
06/11/2025

buonissimo

Un nuovo integratore, con 𝒊𝒏𝒈𝒓𝒆𝒅𝒊𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒃𝒊𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒄𝒊 𝒔𝒊𝒄𝒊𝒍𝒊𝒂𝒏𝒊 si aggiunge alla famiglia 𝑷𝑹𝑶𝑳𝑨𝑪.
I sapori della terra sicula 😋 e le ricche proprietà delle materie prime nostrane 🍃 rendono Prolac Fam uno straordinario 𝒔𝒑𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒇𝒂𝒎𝒆, utile ad indurre un naturale senso di sazietà.

Alzheimer, scoperti nei neonati sani livelli molto alti del biomarcatore chiaveCosa hanno in comune il cervello dei neon...
04/11/2025

Alzheimer, scoperti nei neonati sani livelli molto alti del biomarcatore chiave

Cosa hanno in comune il cervello dei neonati e quello dei pazienti affetti da Alzheimer? Sia i neonati sia i pazienti affetti da Alzheimer presentano livelli ematici elevati di una proteina chiamata tau fosforilata, in particolare una forma chiamata p-tau217.
Dunque la p-tau217, proteina considerata un biomarcatore chiave dell’Alzheimer, non solo provocherebbe la formazione degli accumuli che mettono ko i neuroni, innescando la perdita di memoria e gli altri sintomi della malattia, ma potrebbe anche rivelarsi fondamentale nelle prime fasi dello sviluppo celebrale. Sebbene questa proteina sia stata ampiamente utilizzata come test diagnostico per il morbo di Alzheimer, si ipotizza che un aumento dei livelli ematici di p-tau217 sia dovuto a un altro processo, ovvero l'aggregazione della proteina β-amiloide in placche amiloidi. I neonati (per ragioni naturali) non presentano questo tipo di alterazione patologica, quindi è interessante notare che nei neonati l'aumento dei livelli plasmatici di p-tau217 sembra riflettere un meccanismo completamente diverso, e del tutto sano. I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di oltre 400 individui, tra cui neonati sani, neonati prematuri, giovani adulti, anziani e persone con diagnosi di Alzheimer. La ricerca ha rilevato livelli ematici molto elevati di p-tau217 nei neonati sani, in particolare, nel sangue dei neonati prematuri, seguiti dai neonati a termine. Una circostanza che indica che più precoce era il parto, più alti erano i livelli di proteina, sebbene tutti i bambini fossero perfettamente sani. Questi livelli tendono poi a diminuire sensibilmente durante i primi mesi di vita, rimanendo molto bassi negli adulti sani, per poi risalire nelle persone con Alzheimer. Ma è qui che la cosa si fa affascinante: mentre nella malattia di Alzheimer la p-tau217 è associata all'aggregazione della proteina tau in aggregati dannosi chiamati grovigli, che si ritiene causino la rottura delle cellule cerebrali e il conseguente declino cognitivo, nei neonati, al contrario, questo aumento di tau sembra supportare un sano sviluppo cerebrale, aiutando i neuroni a crescere e a formare nuove connessioni con altri neuroni, plasmando così la struttura del cervello giovane. Ciò che forse è più interessante di queste scoperte, pubblicate sulla rivista Brain Communications, è l'indizio che un tempo il nostro cervello potesse avere una protezione integrata contro gli effetti dannosi della tau, cosicché i neonati possono tollerare, e persino trarre beneficio da alti livelli di tau fosforilata senza innescare i tipi di danni osservati nell'Alzheimer. Quindi, mentre un aumento di p-tau217 è un segnale di pericolo nei cervelli più anziani, nei neonati potrebbe essere un elemento vitale per la loro costruzione. La stessa molecola, due ruoli radicalmente diversi: uno nella costruzione del cervello, l'altro nel suo declino.

Newborns have elevated levels of a biomarker for Alzheimer’s Published 24 June 2025 at Sahlgrenska Academy

Rigidità dei tessuti e secrezione cellulare: un legame chiave .Le cellule percepiscono i segnali meccanici dell'ambiente...
21/10/2025

Rigidità dei tessuti e secrezione cellulare: un legame chiave .Le cellule percepiscono i segnali meccanici dell'ambiente circostante, e modulano il trasporto e la secrezione di proteine in risposta alla rigidità dei tessuti All’interno di ogni cellula, infatti, esiste un sofisticato sistema di trasporto, chiamato “apparato secretorio” che permette di spostare e distribuire proteine e lipidi verso le diverse parti della cellula e verso l’esterno

Negli ultimi 20 anni si è assistito a una crescente evidenza del fatto che le proprietà meccaniche dei tessuti biologici, dalle dimensioni nanometriche a quelle macroscopiche, siano fondamentali per il comportamento cellulare e la conseguente funzionalità tissutale. Questo argomento è onnipresente nelle mie lezioni. Le cellule del nostro corpo non vivono isolate: interagiscono tra di loro e l’ambiente che le circonda, sperimentando una sorta di ‘vita sociale’ Grazie a tecniche avanzate di microscopia e analisi proteomiche, è stato dimostrato che la rigidità dei tessuti in cui si trovano le cellule può influenzare il modo in cui queste rilasciano sostanze all’esterno: quando le cellule crescono su superfici più rigide, aumentano la loro capacità di secrezione, cioè il rilascio di proteine. Questo processo è fondamentale per la comunicazione tra cellule e per il corretto funzionamento dei tessuti, e ha importanti implicazioni per il trattamento di patologie come fibrosi e tumori. Parallelamente, è stata individuata una catena di segnali interni che permette alle cellule di percepire la rigidità dei tessuti e di reagire di conseguenza(MECCANOBIOLOGIA) Questo meccanismo regola il destino delle proteine, indirizzandole verso la secrezione o verso la degradazione, a seconda delle caratteristiche meccaniche dell’ambiente La scoperta apre nuove prospettive nella comprensione e nel trattamento di malattie come il cancro la fibromialgia la fibrosi in generale in cui i tessuti diventano anormalmente rigidi. In queste condizioni patologiche i tessuti diventano più rigidi e questa maggiore rigidità spinge le cellule a secernere ulteriori proteine, che a loro volta rendono i tessuti ancora più duri, creando così un circolo vizioso che alimenta la progressione della malattia. I risultati raggiunti rappresentano un importante passo avanti nella comprensione della regolazione meccanica della secrezione cellulare. Sapere che la rigidità dei tessuti può influenzare la secrezione delle cellule potrebbe aiutare a sviluppare nuove strategie terapeutiche per modulare il comportamento cellulare in fibrosi, tumori e altre patologie correlate. Nel frattempo le tecniche manipolative l’agopuntura l’osteopatia lo yoga che lavorano sulla matrice connettivale e sui fibroblasti sono delle opportunità terapeutiche che possono aiutare i pazienti

SOLO LA DOSE FA IL VELENO: i nostri antenati erano esposti al piombo già milioni di anni fa, e questo ha influenzato la ...
20/10/2025

SOLO LA DOSE FA IL VELENO: i nostri antenati erano esposti al piombo già milioni di anni fa, e questo ha influenzato la nostra evoluzione

Piccole dosi di metalli pesanti permeano il terreno dalla nascita della terra e dunque anche il cibo che consumiamo. Nota l’allergia al nickel, il riso che assorbe arsenico dal terreno, il cadmio che a piccole dosi attiva le metallotioneine una famiglia ubiquitaria di proteine a basso peso molecolare, localizzate nell'apparato del Golgi, caratterizzate da un ricco contenuto in cisteina e da un'alta affinità per i metalli pesanti. I primi esseri umani non sono mai stati protetti dal piombo dal mondo naturale. Al contrario, faceva parte anche del loro mondo. Il piombo che abbiamo trovato non proveniva da miniere o fusioni, attività che risalgono a una storia umana relativamente recente È probabile invece che provenga da fonti naturali come la polvere vulcanica, i terreni ricchi di minerali e le acque sotterranee che scorrono attraverso le rocce contenenti piombo nelle grotte. Nei periodi di siccità o di scarsità di cibo, i primi esseri umani potrebbero aver scavato in cerca di acqua o mangiato piante e radici che assorbivano il piombo dal terreno. Per capire come questa antica esposizione possa aver influenzato lo sviluppo del cervello, i ricercatori hanno collaborato con genetisti e neuroscienziati utilizzando cellule staminali per far crescere piccole versioni di tessuto cerebrale umano, chiamate organoidi cerebrali. Queste piccole raccolte di cellule presentano molte delle caratteristiche del tessuto cerebrale umano in via di sviluppo. Il gruppo di ricerca ha confrontato gli effetti del piombo su due versioni di un gene chiave per lo sviluppo chiamato NOVA1, un gene noto per orchestrare l'espressione genica in seguito all'esposizione al piombo durante lo sviluppo neurologico. La versione moderna umana del NOVA1 è diversa da quella riscontrata nei Neanderthal e in altri ominidi estinti L'ambiente – completo di esposizione al piombo – ha spinto le popolazioni umane moderne ad adattarsi. Gli individui con variazioni genetiche che li aiutano a resistere a una minaccia hanno maggiori probabilità di sopravvivere e di trasmettere questi tratti alle generazioni future. In questo modo, l'esposizione al piombo potrebbe essere stata una delle tante forze invisibili che hanno scolpito la storia dell'essere umano. Favorendo i geni che rafforzano il nostro cervello contro lo stress ambientale, potrebbe aver plasmato in modo sottile il modo in cui si sono sviluppate le nostre reti neurali, influenzando tutto, dalla cognizione alle prime radici del linguaggio e della connessione sociale. La biologia umana si è evoluta in un mondo pieno di sfide chimiche. Ciò che è cambiato non è la presenza di sostanze tossiche, ma l'intensità della nostra esposizione.
Il piombo rimane una delle sostanze più dannose per il nostro cervello.
Quando guardiamo al passato attraverso la lente della scienza, non scopriamo solo vecchie ossa, ma anche noi stessi.

Impact of intermittent lead exposure on hominid brain evolution RENAUD JOANNES-BOYAU , JANAINA SENA DE SOUZA , MANISH ARORA -CHRISTINE AUSTIN , KIRA WESTAWAY , IAN MOFFAT , WEI WANG WEI LIAO , YINGQI ZHANG, [...] , AND ALYSSON R. MUOTRI +20 AUTHORS SCIENCE ADVANCES 15 Oct 2025 Vol 11, Issue 42 DOI: 10.1126/sciadv.adr1524

SPAZIO NUTRIZIONE 2025 ASSAGO MILANOScuola Microbioma in grande spolvero
19/10/2025

SPAZIO NUTRIZIONE 2025 ASSAGO MILANO
Scuola Microbioma in grande spolvero

TEORIA NEUROINFIAMMATORIA DELLA DEPRESSIONE RUOLO DEGLI ASTROCITIProve crescenti suggeriscono che la funzione astrocitar...
14/10/2025

TEORIA NEUROINFIAMMATORIA DELLA DEPRESSIONE RUOLO DEGLI ASTROCITI

Prove crescenti suggeriscono che la funzione astrocitaria corticale sia alterata nei disturbi dell'umore e nei casi di suicidio. Tuttavia, la neuroanatomia degli astrociti in queste condizioni psichiatriche doveva ancora essere studiata. In questo studio, è stata eseguita un'analisi morfometrica dettagliata di astrociti della sostanza grigia e bianca ricostruiti in 3D in campioni di corteccia cingolata anteriore (ACC) provenienti da pazienti suicidi depressi e controlli abbinati. Per ciascuna cellula, sono state determinate le dimensioni del soma, nonché il numero, la lunghezza e la ramificazione dei processi. Sono state inoltre determinate le densità delle protrusioni spinose presenti lungo i processi di entrambi i sottotipi astrocitari. Gli astrociti fibrosi presentano corpi cellulari significativamente più grandi, nonché processi più lunghi e ramificati nei pazienti suicidi depressi, con valori per questi parametri circa doppi rispetto a quelli misurati nei controlli. Questi risultati forniscono la prima prova di un'alterazione della morfologia astrocitaria corticale nei disturbi dell'umore. La presenza di astrociti ipertrofici nella sostanza bianca BA24 è coerente con i dati che suggeriscono alterazioni della sostanza bianca nella depressione e fornisce ulteriore supporto alla teoria neuroinfiammatoria della depressione stessa

Astrocytic Hypertrophy in Anterior Cingulate White Matter of Depressed Suicides Susana G Torres-Platas, Christa Hercher, Maria Antonietta Davoli, Gilles Maussion, Benoit Labonté, GustavoTurecki & Naguib Mechawar Neuropsychopharmacology volume 36, pages 2650–2658 (2011)

Indirizzo

Via Pergolesi 21
Turin
10154

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 19:30
Martedì 09:30 - 19:30
Mercoledì 09:30 - 19:30
Venerdì 11:00 - 19:30

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