04/11/2025
Alzheimer, scoperti nei neonati sani livelli molto alti del biomarcatore chiave
Cosa hanno in comune il cervello dei neonati e quello dei pazienti affetti da Alzheimer? Sia i neonati sia i pazienti affetti da Alzheimer presentano livelli ematici elevati di una proteina chiamata tau fosforilata, in particolare una forma chiamata p-tau217.
Dunque la p-tau217, proteina considerata un biomarcatore chiave dell’Alzheimer, non solo provocherebbe la formazione degli accumuli che mettono ko i neuroni, innescando la perdita di memoria e gli altri sintomi della malattia, ma potrebbe anche rivelarsi fondamentale nelle prime fasi dello sviluppo celebrale. Sebbene questa proteina sia stata ampiamente utilizzata come test diagnostico per il morbo di Alzheimer, si ipotizza che un aumento dei livelli ematici di p-tau217 sia dovuto a un altro processo, ovvero l'aggregazione della proteina β-amiloide in placche amiloidi. I neonati (per ragioni naturali) non presentano questo tipo di alterazione patologica, quindi è interessante notare che nei neonati l'aumento dei livelli plasmatici di p-tau217 sembra riflettere un meccanismo completamente diverso, e del tutto sano. I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di oltre 400 individui, tra cui neonati sani, neonati prematuri, giovani adulti, anziani e persone con diagnosi di Alzheimer. La ricerca ha rilevato livelli ematici molto elevati di p-tau217 nei neonati sani, in particolare, nel sangue dei neonati prematuri, seguiti dai neonati a termine. Una circostanza che indica che più precoce era il parto, più alti erano i livelli di proteina, sebbene tutti i bambini fossero perfettamente sani. Questi livelli tendono poi a diminuire sensibilmente durante i primi mesi di vita, rimanendo molto bassi negli adulti sani, per poi risalire nelle persone con Alzheimer. Ma è qui che la cosa si fa affascinante: mentre nella malattia di Alzheimer la p-tau217 è associata all'aggregazione della proteina tau in aggregati dannosi chiamati grovigli, che si ritiene causino la rottura delle cellule cerebrali e il conseguente declino cognitivo, nei neonati, al contrario, questo aumento di tau sembra supportare un sano sviluppo cerebrale, aiutando i neuroni a crescere e a formare nuove connessioni con altri neuroni, plasmando così la struttura del cervello giovane. Ciò che forse è più interessante di queste scoperte, pubblicate sulla rivista Brain Communications, è l'indizio che un tempo il nostro cervello potesse avere una protezione integrata contro gli effetti dannosi della tau, cosicché i neonati possono tollerare, e persino trarre beneficio da alti livelli di tau fosforilata senza innescare i tipi di danni osservati nell'Alzheimer. Quindi, mentre un aumento di p-tau217 è un segnale di pericolo nei cervelli più anziani, nei neonati potrebbe essere un elemento vitale per la loro costruzione. La stessa molecola, due ruoli radicalmente diversi: uno nella costruzione del cervello, l'altro nel suo declino.
Newborns have elevated levels of a biomarker for Alzheimer’s Published 24 June 2025 at Sahlgrenska Academy