TNPEE Chiara Curcuglioniti

TNPEE Chiara Curcuglioniti Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di TNPEE Chiara Curcuglioniti, Medicina e salute, Turin.

02/04/2021

Ripropongo questa infografica su alcuni degli stereotipi più diffusi dell'autismo, realizzata da me lo scorso anno proprio in occasione del 2 aprile.

Ancora troppi di questi stereotipi, fanno parte dell'immaginario collettivo. Speriamo di riuscire a scardinarli uno dopo l'altro col tempo, con l'aiuto di tutti.

E magari che l'anno prossimo gli autistici vengano finalmente invitati a parlare agli eventi in cui si parla di loro

https://www.bradipiinantartide.com

[descrizione infografica: Autismo gli stereotipi. Ci sono sei vignette in cui sono elencati alcuni degli stereotipi più comuni sull’autismo. “Non sembri autistico, sembri normale”, “gli autistici non hanno empatia” “Quale è la tua speciale abilità” “gli autistici sono tutti asociali” “se ci provi, poi ti abitui” per finire col sempre verde “siamo tutti un po’ autistici” ]

Prima o poi questo lungo periodo a distanza finirà... Nel frattempo la riabilitazione continua anche a distanza.        ...
12/01/2021

Prima o poi questo lungo periodo a distanza finirà... Nel frattempo la riabilitazione continua anche a distanza.

Il coinvolgimento del bambino è fondamentale per il suo apprendimento: prendiamo spunto dalle sue passioni e dai suoi in...
30/07/2020

Il coinvolgimento del bambino è fondamentale per il suo apprendimento: prendiamo spunto dalle sue passioni e dai suoi interessi per aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi.

20/06/2020

Sfatiamo qualche mito...

24/10/2019

10 cose che una persona autistica vorrebbe sapessimo:

1. Sono autistica/o. Il mio autismo è parte integrante della mia identità e di come il mio sistema nervoso processa il mondo.
2. Il mio corpo processa le informazioni sensoriali in modo diverso, tienilo presente e dammi tempo e spazio per adattarmi.
3. Credi nelle mie capacità! Anche se non sono verbale, non significa che non capisco.
4. Comunicami i cambiamenti in anticipo così posso prepararmi.
5. Non cercare di cambiarmi. Sono unica/o, accettami e aiutami nelle mie criticità e incoraggiami nei miei punti di forza.
6. Potrei comunicare i miei bisogni in modi alternativi rispetto al linguaggio verbale. Il comportamento stesso è comunicazione!
7. Rispetta il tempo che impiego per comunicare e mostrerò lo stesso rispetto nei tuoi confronti.
8. Se vuoi interagire con me, osservami e impara a conoscermi. Posso avere tanto da insegnare.
9. Vai oltre la mia diagnosi. Sono una persona con carattere, gusti e preferenze propri.
10. Non paragonarmi alle persone neurotipiche. Siamo tutti diversi e abbiamo bisogno di una cultura che abbracci la neurodiversità come valore e diritto.

L'intelligenza dei piedi: il movimento è fondamentale per la crescita e lo sviluppo di tutti i bambini.
24/10/2019

L'intelligenza dei piedi: il movimento è fondamentale per la crescita e lo sviluppo di tutti i bambini.

EDO E L’INTELLIGENZA DEI PIEDI

Un giorno, in un Nido, un’educatrice mi ha detto con tono scocciato: “Guarda, oggi Edo è scatenato! Appena ci giriamo lo troviamo arrampicato dappertutto. Meno male che fa Psicomotricità così si sfoga un po’!” Faccio qualche respiro per prendere tempo, penso ad una risposta sensata, poi una vocina nella testa mi dice che sarebbe un discorso troppo complesso per liquidarlo in poche parole. Così annuisco, rimando all’educatrice che capisco possa essere difficile gestire la situazione quando si arrampica in classe. Porgo ad Edo la mia mano e lo accompagno nella sala per iniziare l’attività.

Nelle parole dell’educatrice, però, ci sono almeno tre questioni che mi lasciano un po’ di amaro in bocca...

“Edo oggi è scatenato!” vuol dire, tradotto in altri termini, che Edo esprime in maniera forte e chiara, in un modo che non è solo suo ma di tanti bimbi e bimbe di questa età che ha un tremendo, spontaneo, vitale, sano bisogno di scoprire e conoscere attraverso il suo corpo. Non si può e forse non si dovrebbe nemmeno pretendere da Edo che non lo faccia! Forse bisognerebbe piuttosto chiedersi come assecondare e sostenere questo bisogno. Per esempio cambiando stanza e portandolo il più possibile in palestra dove si può sperimentare in uno spazio sicuro. Se poi, invece, quel suo “essere scatenato” racconta altro, allora il compito affascinante e complesso di chi lavora con i bimbi è proprio quello di costruire continuamente ipotesi da verificare nella relazione, sul perché e il per come del loro agire.

“Edo si arrampica dappertutto” perché così e solo così può conoscere, scoprire, fare esperienza del mondo. Sarebbe di sicuro meno faticoso per noi grandi che lo facesse in maniera meno scomposta, meno pericolosa, più adatta al contesto classe ma, ricordiamoci, stiamo parlando e pensando ad un bimbo di un anno e mezzo. In quel suo arrampicarsi, Edo viene bombardato da migliaia di stimoli percettivi, senso-motori, neurologici che contribuiscono alla costruzione della realtà esterna ed interna. Ecco che allora quelle parole della maestra, dette ad alta voce davanti a lui e magari ripetute ogni giorno, possono pesare come macigni. Perché gli rimandano il messaggio che quello che fa non va bene, è troppo, non è adeguato, quando al contrario è esattamente ciò di cui lui ha bisogno. E, lo ribadisco forte e chiaro: tutto questo suo arrampicarsi è indispensabile, necessario, vitale come acqua e cibo per un sano sviluppo!

“Così si sfoga un po’” da Psicomotricista, mi fa un po’ accaponare la pelle. I bimbi e le bimbe, hanno sì bisogno di “liberare” l’energia della quale sono portatori e che a volte rimane compressa in una classe di Nido. Ma qui si tratta di un’esigenza molto precisa e chiara: Edo ha necessità di arrampicarsi ovunque, non di sfogarsi. Edo ha bisogno di arrampicarsi per imparare a farlo, per capire come si fa, per acquisire tutte le competenze neuro-fisio-psico-senso-motorie che gli permetteranno in futuro, quando e se ne avrà il piacere e la possibilità, di arrampicarsi su un albero, un muretto o una parete in montagna. Edo ha poi bisogno di salire in alto per affermarsi, per farsi vedere, per sentirsi capace, per scoprire che provando e riprovando si riesce. Ma, cosa molto importante a questa età, Edo si sente ora in grado di avere un effetto sul mondo che lo circonda ed inizia a percepire con più chiarezza che sta diventando un individuo che agisce sulla realtà

Edo sta ricordando a noi grandi, a noi genitori, educatori, psicologi, animatori, tate, nonni e nonne, zii che l’INTELLIGENZA DEI PIEDI esiste ed è fondamentale per dare forma e sostanza alle future intelligenze. Ci sta dicendo a gran voce che tutti i bimbi hanno bisogno di partire dai piedi per costruire sé stessi perché è dai piedi che si parte come dalle fondamenta per una casa. L’INTELLIGENZA DEI PIEDI sostiene e promuove ogni altra forma successiva di apprendimento, di acquisizione di competenze, di assemblaggio di esperienze. Allora ricordiamoci di Edo, o proviamo a farlo, quando ci verrebbe da dire ad un bimbo o una bimba di non correre, di non arrampicarsi, di stare fermo. Perché Edo è un bimbo e come tutti i bimbi ha bisogno di movimento per crescere.
Fabio Porporato

21/10/2019

Makes so much sense!!!

21/10/2019

Indirizzo

Turin

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00

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