11/08/2020
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Un’altra delle domande frequenti che vengono poste: che differenza c'è tra Reiki e pranoterapia?
Ce lo spiega la nostra maestra Dott.ssa Angela Astolfi.
Spesso gli allievi di primo livello Reiki o i riceventi che si sottopongono ad un trattamento o ad un ciclo di trattamenti, domandano quale sia la differenza tra Reiki e pranoterapia.
Anche se entrambe si praticano con la delicata imposizione delle mani attraverso tocchi non manipolatori, differiscono in modo sostanziale.
L’operatore Reiki, infatti, è “solo” un canale per l’Energia Rei richiamata a riequilibrare il Ki di colui che la riceve.
Il pranoterapeuta, invece, usufruisce di un eccesso di energia propria per lenire le pene di chi gli si sottopone. Questo induce al poter giudicare se un pranoterapeuta sia “bravo o meno”, mentre Reiki “funziona” a prescindere.
Quante virgolette, direte! Ma le utilizzo perché non intendo sminuire una pratica piuttosto che l’altra. Solo, come detto dal principio, evidenziarne le diversità con parole semplici e fruibili.
Quando si parla di pranoterapia, ci si riferisce spesso, nonostante esistano scuole di pranoterapia, ad un dono che ha la persona. Questi soggetti, infatti, si accorgono di avere qualcosa che li mette a disagio e che li costringe, quando ancora non sono al corrente di avere queste qualità, a sfogare un eccesso di energia personale magari correndo molto, passeggiando lungamente, dovendo lavare le mani con acqua fredda più volte nella giornata o appoggiarle letteralmente su qualcosa o qualcuno per “scaricare”. Quando comprendono ciò che accade, allora cominciano a direzionare questa energia eccedente e divengono aiuto per i congiunti e per la società.
Reiki, invece, è una disciplina spirituale che può incontrare chiunque, dai 10 anni di età in su, e che ci domanda di metterci a servizio attraverso la pratica costante. Non ci abbandona mai, non è mai in eccesso poiché sinonimo di equilibrio e armonia e agisce tramite noi, sicuramente, ma non per nostro merito.
Così, ricevere un trattamento di pranoterapia dipende dalla disponibilità energetica del pranoterapeuta, mentre ricevere un trattamento Reiki dipende dalla presenza o meno di un operatore.
Entrambe possono ovviamente sortire effetti benefici. Al ricevente il distinguere cosa più in quel momento gli/le giova.
Personalmente, essendo ricorsa alla pranoterapia prima di incontrare Reiki, posso solo dirne bene, ma aver trovato qualcosa che mi ha disciplinata ad una pratica quotidiana e che mi è stata subito presentata come “qualcosa per me” che parte dall’autotrattamento, ha risvegliato nella mia persona il desiderio di mettersi in gioco, di partecipare alla propria guarigione (termine, come sappiamo, utilizzato in senso molto ampio, non strettamente clinico) e di aiutare gli altri.