Metafonia messaggi dall'aldila contatti dal mondo spirituale

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Metafonia messaggi dall'aldila  contatti dal mondo spirituale Questa pagina è dedicata a chi ha perso qualcuno di caro e un aiuto per dar la parola agli invisibili che dimorano nelle nostre menti e nei nostri cuori !

🎃Fiabe  d'autunno🎃C’era una volta un re che aveva una malattia agli occhi.“Non c’è medicina che ti possa guarire, maestà...
02/11/2025

🎃Fiabe d'autunno🎃

C’era una volta un re che aveva una malattia agli occhi.
“Non c’è medicina che ti possa guarire, maestà”, gli dicevano sconsolati i medici. Ma una vecchia, che aveva fama di maga, gli disse: “Il rimedio a dire il vero esiste, è la penna dell’uc***lo grifone che vive su una pianta altissima e mangia i cristiani come un drago”.
Allora il re chiamò a sé i due figli: “Se tenete alla mia vita, dovete portarmi una penna dell’uc***lo grifone. Ma vi raccomando di tornare sani e salvi. Prendete due cavalli per ciascuno, uno tenetelo sempre di scorta, non si sa mai cosa può succedere quando si viaggia. Se l’impresa è troppo difficile, abbandonatela, e tornate, tornate…”
I due fratelli partirono insieme, ma fatta poca strada si separarono. “Io vado di qua, tu di là, così potremmo cercare meglio. Ci ritroveremo qui, in questo punto, tra un anno, un mese e un giorno”.
Ma i due fratelli non avevano lo stesso cuore. Il più giovane voleva bene a suo padre, ne aveva pietà per la grave malattia; l’altro, il maggiore, si augurava che morisse per prenderne il posto sul trono del regno. Tanto che, invece di darsi da fare alla ricerca della penna dell’uc***lo grifone, si fermò in una città, buttò via col gioco e le donne ogni suo avere, si vendette perfino i cavalli e si ridusse a fare la vita del vagabondo e del saltastrade.
Il più giovane camminò per giorni e notti, chiedendo in ogni paese notizie dell’uc***lo grifone e tutti lo guardavano intimoriti e meravigliati. “Quello lì vuole morire”, commentavano. Finché, in una landa sconosciuta, incontrò quella stessa vecchia che aveva fama di maga la quale gli indicò una pianta altissima dove viveva l’uc***lo grifone e gli insegnò come prendergli la penna. “Sali sulla pianta e nasconditi bene tra i rami perché se ti vede per te è finita. Quando ti sei appostato per bene, scegli una penna dell’uc***lo e tienila stretta. Allo spuntare del sole, l’uc***lo si alza in volo, allora tu non mollarla e la penna e ti resterà tra le mani”.
Così fece e strappò una penna all’uc***lo grifone.
Tutto contento, prese la strada del ritorno. “Chissà cosa avrà fatto mio fratello”, pensava, “adesso lo ritroverò e sarà certo contento anche lui. Così nostro padre guarirà”. E cammina e galoppa, arrivò al luogo dell’incontro. Suo fratello era già là ad aspettarlo, tutto lacero e sporco per il suo vagabondare.
“Ho trovato la penna dell’uc***lo grifone”, gridò, appena lo vide, ancora lontano. “Lo vedo, lo vedo”, disse il fratello maggiore. “I miei cavalli sono morti per la stanchezza ed io ho speso tutti i miei soldi per pagare la gente perché mi aiutasse a ritrovare la penna. Guarda come sono ridotto!”, disse mentendo. “Non importa fratello mio! L’importante è che uno di noi due l’abbia trovata e che torniamo vivi e vegeti da nostro padre” “Posso vederla?”, domandò, e mentre suo fratello si girava per prenderla estrasse dalla tasca un coltello e lo ammazzò. Poi lo seppellì in un prato fiorito. Indossò i vestiti del fratello ucciso, prese i suoi cavalli e tornò a casa.
“Papà, è arrivata la fortuna! Ti ho portato la penna dell’uc***lo grifone” “Ma tuo fratello dov’è che non lo vedo!” “Non lo so. Per cercare meglio abbiamo preso due strade diverse. Speriamo non sia rimasto preda delle bestie feroci”, disse ostentando preoccupazione.
Il re guarì e aspettava, giorno dopo giorno, il ritorno del figlio minore, ma invano perché era sepolto nel prato che da allora era eternamente in fiore. Passò molto tempo. Un giorno, sul luogo della sepoltura, un pastorello trovò un osso con il quale si costruì un flauto. Quando provò a suonarlo, ne uscì come per miracolo una struggente melodia:
“O Pastorino che in bocca mi tieni
suona pur tu che il cuor mi sostieni
mi hanno ammazzato nel prato in fiore
per una penna di uc***lo grifone”
Era l’anima dello spirito che ancora viveva, anche se il corpo del giovane si era consumato.
Presto il pastorello divenne famoso facendo sentire in giro per le fiere il suo flauto meraviglioso e la gente ne parlava. La cosa giunse all’orecchio del re che convocò il pastorello a corte. “Ho sentito che hai un flauto che canta da solo. Posso sentirlo?” “Subito, maestà”. E il pastorello iniziò a suonare. Quando il re sentì la melodia trasecolò. Riconobbe la voce del figlio e l’anima gli si riempì di dolore. Volle provare a suonare lui stesso il flauto.
“O padre mio che in bocca mi tieni
suona pur tu che il cuor mi sostieni
lui mi ha ammazzato nel prato in fiore
per una penna di uc***lo grifone”
Un terribile sospetto si annidò nella sua mente. “Portatemi qui il principe”, ordinò alla guardie. Appena arrivato lo obbligò a suonare il flauto.
“Fratello mio che in bocca mi tieni
suona pur tu che il cuor mi sostieni
tu mi hai ammazzato nel prato in fiore
per una penna di uc***lo grifone”
Il re aveva capito perché il suo figlio minore non tornava più. “Scegli il tuo castigo”, disse al figlio maggiore. Poi si ritirò in disparte a meditare sulla crudeltà della vita: era guarito ma era rimasto senza figli. E ancor oggi nelle fiere si racconta che tanti anni fa c’era un pastorello che meravigliava il mondo con il suo flauto fatto con un osso che cantava da solo.

Italo Calvino
La penna Dell'uc***lo grifone

La Leggenda del Crisantemo – Un Fiore di Amore EternoC'è un fiore che non teme il freddo, che non si arrende al buio del...
01/11/2025

La Leggenda del Crisantemo – Un Fiore di Amore Eterno
C'è un fiore che non teme il freddo, che non si arrende al buio dell'autunno inoltrato, anzi: proprio quando il mondo sembra spegnersi, lui si accende. È il crisantemo. Non è solo un fiore. È un gesto d'amore reso eterno, un filo sottile che lega i vivi ai morti, il ricordo alla speranza.
Nella leggenda si racconta che un tempo, in un villaggio, viveva una graziosa fanciulla con i suoi genitori. Intorno alla loro casetta sbocciavano tanti fiori bellissimi che la bambina curava con amore. Purtroppo i giorni della serenità cessarono di colpo quando il padre della ragazza dovette partire per la guerra. Per qualche tempo madre e figlia si rassegnarono all’attesa. La mamma lavorava senza riposarsi mai per non far mancare né cibo né abiti decorosi alla sua piccina: coltivava ortaggi nell’orto, andava in paese a pulire le case dei signori, cuciva abiti per le ricche fanciulle. La bimba, dal canto suo, si impegnava con tutta se stessa a essere sempre brava e diligente. Passarono così alcuni mesi e la mamma, sfinita dal troppo lavoro, si ammalò. Costretta a letto dalla febbre, non poteva più zappare l’orto, cucire vestiti o lucidare pavimenti; così i soldi diminuirono e anche il cibo. Ma la preoccupazione maggiore della bambina era che la mamma morisse. In una notte di primo inverno, squassata da lampi e pioggia, la piccola sentì bussare alla porta della casetta. Aprì. Si vide davanti una signora bellissima, per quanto madida di pioggia e scarmigliata. -Posso fare qualcosa per lei? - chiese la bimba. -Ero in viaggio e sono stata sorpresa dalla bufera. Per favore, fammi restare qui a dormire - disse la signora. La piccola fece accomodare la sconosciuta in casa, vicino al focolare. Poi andò nell’orticello, sotto la pioggia battente, e colse gli ultimi ortaggi che l’autunno appena trascorso aveva lasciato: qualche zucchino e un cavolo. Sul focherello stento preparò una zuppa e la offrì tutta alla bella signora. Finita la cena la signora, che in realtà era la Madonna, si rivolse alla bimba e disse: - Piccola, so che la tua mamma sta per morire, ma tu sei stata con me così buona e generosa da permetterle di vivere ancora qualche giorno. Vai in giardino e cogli uno dei tuoi fiori; contane i petali. Tua madre starà bene e vivrà ancora tanti giorni quanti sono i petali del fiore. La bimba corse in giardino e prese uno dei suoi fiori; ne contò i petali… uno, due, tre… erano sette, solo sette! Allora tornò in casa e con le forbici da cucito della mamma iniziò a tagliare in sottili striscioline ogni singolo petalo, fino a trasformare il piccolo fiore in uno splendido fiore dagli innumerevoli petali, così tanti che era quasi impossibile contarli. La mamma, come aveva promesso la Madonna, guarì e visse a lungo, riempiendo di affetto e premure la sua brava bimba. E da allora nei giardini di tutti noi possiamo veder fiorire, anche nel freddo dell’inverno, un fiore splendido come un fuoco d’artificio, un fiore dai mille petali che tutti chiamiamo crisantemo.
E il crisantemo nacque — non come un semplice fiore, ma come un miracolo tessuto con l'amore di una figlia.
E ogni volta che lo vediamo fiorire tra le lapidi, nei giorni più grigi di novembre, non stiamo solo onorando i defunti. Stiamo ripetendo quel gesto antico: stiamo dicendo “ti ricordo”, “ti amo ancora”, “non sei solo”. In Italia, il crisantemo è diventato il custode silenzioso della memoria. Ma non dimentichiamo che, in altre terre, lo stesso fiore è simbolo di gioia, di rinascita, di celebrazione. In Giappone lo si onora come emblema dell'impero; in Cina lo si beve in tazze profumate per augurare longevità; in Australia lo si dona alle madri come un abbraccio fiorito.
Forse, allora, il vero significato del crisantemo non sta nel luogo o nella tradizione, ma nel cuore di chi lo offre. Che sia posato su una tomba o regalato a una sposa, è sempre un atto d'amore. Un amore che non conosce tempo, né distanza, né morte.
E così, ogni petalo — sottile, delicato, infinito — racconta una storia. La tua, la mia, quella di chi non c'è più ma vive ancora, ogni volta che qualcuno si ferma a guardare un crisantemo e sussurra un nome.

Buona festa  condividiamo una preghiera insieme   per i nostri cari :Per una persona cara Ascoltate, o Signore, le mie v...
01/11/2025

Buona festa condividiamo una preghiera insieme per i nostri cari :

Per una persona cara

Ascoltate, o Signore, le mie voci con le quali io supplico la Vostra pietà per l'Anima desiderata e cara di... che Voi avete chiamata da questa terra di esilio. Il Sangue Prezioso di Gesù, che io Vi offro in questo Santo Sacrificio, la purifichi da ogni macchia contratta nel terreno pellegrinaggio; e per la Vostra infinita misericordia degnatevi concederle refrigerio e pace, ammetterla nel consor-zio dei Santi, introdurla nella beatitudine eterna, nello splendore della Divina Vo-stra luce. Eterno riposo...

Per le anime purganti:
Eterno Padre, rammentatevi che con infinito amore il Vostro Unigenito Figlio ha istituito il Santo Sacrificio della San-ta Messa non solo per i vivi, ma anche per i Defunti. Perciò io vi offro questo sacrificio d'Amore per l'anima di... e per tutte quelle che hanno più bisogno di soccorso, acciocchè Voi, Dio d'infinita bontà, vogliate raddolcire le loro pene e concedere presto ad esse la liberazione dal Purgatorio.

Deh, accogliete, o gran Padre delle mi-sericordie, i meriti della Vittima Divina che su questo Altare s'immola; accogliete le potentissime preghiere del Vostro Di-vin Figliuolo, ed anche le mie povere preghiere, e presto liberate dalle loro acerbissime pene le Anime Sante, del Purgatorio. Così sia.

"-Non perdetevi nel buio- cantavano le voci nelle case al suono di arpe e liuti.-Cari, cari defunti, venite a casa, vi a...
30/10/2025

"-Non perdetevi nel buio- cantavano le voci nelle case al suono di arpe e liuti.
-Cari, cari defunti, venite a casa, vi aspettiamo. Perduti nel buio, ma sempre amati. Non vagate, non disperdetevi. Tornate a casa, tornate a casa-
Il fumo saliva in volute dai lucignoli smorzati.
E le ombre si proiettavano sui portici e dolcemente toccavano le offerte di cibo".

(Citazione da "L'albero di Halloween" di Ray Bradbury, 1972, illustrazione originale "Riunione familiare" di Angela Deane)

Non morire con i tuoi morti.Lo sapevi che quando piangi i tuoi morti piangi per te e non per loro?Piangi perché "Li hai ...
01/10/2025

Non morire con i tuoi morti.
Lo sapevi che quando piangi i tuoi morti piangi per te e non per loro?
Piangi perché "Li hai persi", perché non li hai accanto. Pensi che tutto finisca con la morte.
E pensi che loro non ci siano più.
Quindi se i tuoi morti non ci sono più, dove sono?
Se se ne sono andati, o ora sono altrove, questo posto è migliore di questo?
Se questo posto è migliore di questo; allora perché soffri per la sua partenza?
Se davvero li hai amati torna ad amarli e questa volta con maggiore forza, con maggiore purezza, con maggiore consegna.
Oggi non ci saranno più rimproveri di nessun tipo.
Solo l'amore, sarà l'essenza tra voi, tra noi, tra loro.
Non morire con i tuoi morti.
Ricorda che stiamo guardando solo una faccia della medaglia (morte).
Non stiamo guardando l'altro lato; Non stiamo vedendo il luogo di luce in cui si trovano.
Che ne dici di iniziare a vedere la "Morte" come una seconda nascita?
Seconda nascita che passeremo tutti.
Non morire con i tuoi morti, rendi loro onore vivendo la tua vita con autenticità verso te stesso.

- Eduardo Muscara

Secondo lo Spiritismo, gli spiriti possono influenzare la nostra vita quotidiana in vari modi. Ecco alcuni esempi:1. *Gu...
30/09/2025

Secondo lo Spiritismo, gli spiriti possono influenzare la nostra vita quotidiana in vari modi. Ecco alcuni esempi:

1. *Guida e protezione*: gli spiriti più evoluti possono offrire guida e protezione, aiutandoci a prendere decisioni importanti e a evitare pericoli.

2. *Comunicazione*: gli spiriti possono comunicare con noi attraverso vari canali, come la medianità, i sogni o le intuizioni.

3. *Influenza sui pensieri e sulle emozioni*: gli spiriti meno illuminati possono cercare di influenzare i nostri pensieri e le nostre emozioni, portandoci a sentimenti di paura, rabbia o tristezza.

4. *Coincidenze e sincronie*: gli spiriti possono creare coincidenze e sincronie nella nostra vita, aiutandoci a incontrare le persone giuste o a trovare le opportunità che cerchiamo.

5. *Apprendimento e crescita*: gli spiriti possono aiutarci a imparare dalle nostre esperienze e a crescere spiritualmente, offrendoci opportunità di riflessione e di auto-miglioramento.

È importante notare che lo Spiritismo insegna che abbiamo il libero arbitrio e che gli spiriti non possono controllarci o costringerci a fare qualcosa contro la nostra volontà. La loro influenza può essere accettata o rifiutata, a seconda delle nostre scelte e della nostra consapevolezza.

CAPIRE LA MORTELa Morte è uno degli istanti della vita che più fatica ad accettare e capire non essendo stati educati a ...
28/09/2025

CAPIRE LA MORTE

La Morte è uno degli istanti della vita che più fatica ad accettare e capire non essendo stati educati a scorrere con essa e comprenderla.

Ci hanno insegnato a viverla come un fatto traumatico, invece di viverla come un processo naturale di grande trascendenza nel quale bisogna ringraziare e onorare con Serenità, Amore e Temperanza al Sacro Spirito che ci ha accompagnato in questa esperienza di vita, augurandole buon viaggio verso la sua nuova esperienza evolutiva.

La parola Morte ha così tante cognotazioni negative che bisognerebbe eliminarla dal nostro vocabolario e chiamare questo processo ′′ Trascender ′′ o ′′ Trascendenza ′′ perché questo è ciò che facciamo, trascendere in un'altra realtà, adeguata al nostro stato di coscienza.

Tutte le paure che abbiamo nella vita, la non accettazione dei cicli, l'attaccamento, le dipendenze e le false sicurezze che ci creiamo hanno la radice nella paura della morte.

Solo la conoscenza, l'intesa e l'amore ci mostreranno per cosa nasciamo, perché siamo temporaneamente in questo mondo materiale e perché abbandoniamo il corpo fisico.

La domanda non sarebbe perché moriamo, ma ′′ perché abbandoniamo il nostro corpo fisico ′′ e dove, in questo infinito universo ci dirigiamo.

Quando un essere caro abbandona questo mondo materiale in cui sperimentiamo la vita, sta nascendo in altri piani di esistenza continuando con la sua libera evoluzione.

Se abbandoniamo l'attaccamento e la sofferenza e attiviamo l'amore incondizionato verso la persona che ha intrapreso il viaggio verso un altro nuovo mondo, i sensi dell'Anima potranno percepire l'energia e l'Amore della persona amata che se n'è andata.

Ricorda sempre la scintilla di vita che aveva la persona amata nei suoi occhi, ricorda la sua energia e il suo valore.

Tutto quello che era ed è, ora esiste in un'altra frequenza diversa che i nostri sensi fisici non possono o non si permettono di percepire, semplicemente ha lasciato questa piccola frequenza per passare ad un'altra evoluzione in coscienza.

Grazie ❤️
26/09/2025

Grazie ❤️

Linda Vallone è una medium e spiritualist minister, unica italiana a fare parte del cerchio della medium fisica Nicole Janssen (nota al grande pubblico per l...

Esperimenti di metavisione ..
22/09/2025

Esperimenti di metavisione ..

la leggenda che aleggia attorno a questo stupendo fiore. Anche a voi è capitato di perdere mente e sguardo sulle distese...
03/08/2025

la leggenda che aleggia attorno a questo stupendo fiore.
Anche a voi è capitato di perdere mente e sguardo sulle distese dorate di girasoli che ondeggiano sotto i sussurri del vento e si orientano fieri sotto i caldi raggi del sole? È pura poesia.

Esistono diverse storie legate al girasole ma, una tra tutte, rimane la mia preferita, forse la più suggestiva, che affonda le sue radici direttamente nella mitologia.

Clizia era una giovane ninfa innamorata del dio del Sole e, ogni giorno, seguiva con lo sguardo il suo carro di fuoco.
Apollo, sentendosi lusingato da tutte queste attenzioni, sedusse la giovane e, per un breve periodo, ricambiò il suo amore.

Venere, per vendicarsi di Apollo, il quale aveva rivelato il suo amore clandestino con Marte, lo fece innamorare perdutamente di una mortale, Leucotoe, una fanciulla bellissima, il cui padre era molto geloso.

Clizia venne così abbandonata dal suo amore. Ferita, decise di rivelare ogni cosa al padre della fanciulla. L’uomo, accecato dalla gelosia, seppellì viva la propria figlia.

Apollo, disperato, dopo invani tentativi di riportare in vita la ragazza, la ricoprì di aromi e di profumi, facendo nascere così una pianta d'incenso sul luogo della sepoltura.

Da quel giorno, a causa del dolore immenso, Apollo rinunciò per sempre alle dolci compagnie femminili.

Clizia, nonostante le meschine azioni adottate per riconquistarlo, avendo perso ciò che più desiderava, si lasciò morire lentamente, piangendo ininterrottamente per 9 giorni, immobile in un campo, senza mai distogliere gli occhi dal sole.

La leggenda, infatti, narra che il suo corpo si irrigidì trasformandosi in uno stelo, i suoi piedi divennero radici ed i capelli divennero una corolla gialla.

Clizia, ormai trasformata in un bel girasole giallo, non avrebbe mai smesso di amare Apollo, passando il resto della sua vita a guardarlo immobile, con il capo un po' più in alto rispetto agli altri fiori, e a seguirlo con lo sguardo mentre attraversa ogni giorno il cielo sul suo carro di fuoco.

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Turin

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3287374824

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