09/11/2025
♦️Genetica e performance: perché un maratoneta non diventerà mai un atleta di Potenza e perché un body builder non potrà mai vincere una gara di fondo
Chiariamo un concetto “con l’allenamento giusto puoi fare qualsiasi cosa” e questa è una bellissima frase motivazionale ma dal punto di vista scientifico è fondamentalmente sbagliata, nel senso che possiamo ottimizzare quello che abbiamo ma non possiamo riscrivere il nostro codice genetico di partenza e questo è un concetto che molti fanno fatica ad accettare ma che è supportato da decenni di ricerca sulla fisiologia muscolare.
📍Partiamo dalle basi, il muscolo scheletrico è composto da fibre muscolari che non sono tutte uguali, abbiamo principalmente tre tipologie che sono le fibre di tipo uno che sono quelle lente rosse ossidative ricche di mitocondri e mioglobina che lavorano in aerobico e sono resistentissime alla fatica, poi abbiamo le fibre di tipo due A che sono intermedie con caratteristiche miste e una certa capacità di adattamento, e infine le fibre di tipo due X che sono quelle veloci bianche glicolitiche che si contraggono rapidamente generano molta potenza ma si affaticano velocemente perché lavorano in anaerobico.
📍Ora il punto fondamentale che cambia tutto è questo, la distribuzione percentuale di queste fibre nel vostro corpo è geneticamente determinata per l’80-90% cioè voi nascete con una certa percentuale di fibre lente e una certa percentuale di fibre veloci e questa è la vostra carta d’identità muscolare che vi porterete dietro per tutta la vita, per cui un maratoneta d’élite avrà tipicamente il 70-80% di fibre di tipo uno nei muscoli posturali e questo gli permette di correre per ore senza collassare, mentre uno sprinter o un powerlifter avrà il 60-70% di fibre di tipo due X e questo gli permette di esprimere potenza esplosiva ma per tempi brevissimi.
📍Adesso qualcuno dirà ma l’allenamento non può modificare queste percentuali, sì certo l’allenamento induce delle modifiche fenotipiche delle fibre ed è vero che possiamo avere delle conversioni soprattutto tra i sottotipi quindi le fibre due X possono diventare due A abbastanza facilmente con l’allenamento misto, le fibre due A possono diventare più simili al tipo uno con anni di allenamento aerobico intenso, ma qui arriva il grande però, una conversione completa da un estremo all’altro è fisiologicamente impossibile o comunque così marginale da essere irrilevante dal punto di vista della performance.
📍Pensateci un attimo, se voi avete il 60% di fibre di tipo uno come un fondista anche se vi mettete a fare powerlifting per dieci anni potrete migliorare la vostra forza massimale certo perché ci sono adattamenti neurali c’è ipertrofia c’è miglioramento della tecnica ma non diventerete mai competitivi con chi è nato con il 60% di fibre veloci perché il vostro destino biologico è scritto nel DNA e viceversa un powerlifter con prevalenza di fibre veloci può fare tutti i chilometri che vuole ma non correrà mai una maratona in due ore e dieci perché il suo sistema muscolare metabolico e cardiovascolare non è costruito per quello.
📍E questo spiega perfettamente perché un bodybuilder non può diventare un maratoneta, primo perché ha una massa muscolare che è incompatibile con l’economia di corsa cioè ogni chilo di muscolo in più è un peso morto da trasportare per 40km secondo perché le sue fibre sono prevalentemente di tipo due ottimizzate per contrazioni brevi e intense non per sforzi prolungati, terzo perché tutto il suo sistema energetico è tarato sul metabolismo anaerobico e i suoi adattamenti cardiovascolari sono completamente insufficienti per sostenere una performance di endurance di livello.
📍E dall’altra parte abbiamo il maratoneta che non potrà mai fare una panca da 200 kg perché ha un deficit strutturale nel reclutamento delle unità motorie ad alta soglia, le sue poche fibre veloci sono praticamente dormienti dopo anni di allenamento aerobico, i suoi adattamenti tendinei e neurali sono specifici per movimenti ciclici ripetitivi non per espressioni di forza massimale, e l’architettura stessa del suo muscolo con fascicoli lunghi e pennazione ridotta è inadatta alla produzione di forza esplosiva.
Quindi il messaggio che dobbiamo portare a casa soprattutto quando parliamo con atleti allenatori preparatori è questo, la specificità genetica del vostro fenotipo muscolare rappresenta il limite biologico invalicabile della vostra performance, l’allenamento è fondamentale per ottimizzare ed esprimere al massimo il potenziale che avete ma non può riscrivere il codice di partenza, e questo non è demotivante anzi è liberatorio perché significa che dobbiamo identificare precocemente la predisposizione dell’atleta orientare la carriera sportiva verso discipline compatibili con il genotipo muscolare e smettere di inseguire obiettivi che sono fisiologicamente fuori dalla nostra portata, rispettate la vostra genetica allenate il vostro potenziale massimo ma fatelo nella direzione giusta non contro la vostra biologia.
Affidarsi ad un PROFESSIONISTA da piccoli per interpretare la propria genetica potrebbe fare la differenza tra un buon atleta ed atleta d’élite !!!