23/12/2025
C’è un punto sul quale mi ritrovo spesso a riflettere coi miei pazienti: il fare delle buone azioni, L essere gentili, L aiutare qualcuno, spesso viene poi accompagnato dalla delusione di non avere come risposta qualcosa che la persona si aspetta “indietro” dopo essere stata gentile/altruista. È questo il punto: la gentilezza non va diffusa per aspettarsi qualcosa di specifico in cambio, ma proprio per essere, noi soggetti attivi, il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. Se la mia collega non mi ricambia il favore che le ho fatto non sono stata stupida io ad averglielo fatto se L ho fatto volendolo fare. Se mia cugina non bada ai miei bisogni ma solo ai suoi quando io L ho aiutata molto in passato non toglie valore alle mie azioni o a ciò che ho fatto io perché volevo farlo. Scegliamo con responsabilità le nostre azioni, senza aspettarci qualcosa di specifico in cambio: ogni atto di gentilezza ed altruismo porta nel mondo un cambiamento positivo. Possiamo essere portatrici di amore e non di odio, di cordialità e non di aggressività, di rispetto e non di arroganza. Soggetti attivi responsabili delle proprie scelte e consapevoli dei propri bisogni, che nella linearità ed onestà cercano di non ferire ne se stessi ne gli altri, e nemmeno il pianeta (vedo ancora troppo poco impegno ecologico: c è ancora chi usa troppa plastica, butta le si*****te a terra, fuma, si danneggia e inquina L ambiente, la terra e L aria senza nemmeno porsi in dubbio).