CASA NANNI

CASA NANNI Casa Nanni è un luogo di riabilitazione, incontro, collaborazione, divertimento, creato da fisiote pensati e resi possibili anche per persone con disabilità.

Casa Nanni è un luogo di riabilitazione, incontro, collaborazione, divertimento, creato da fisioterapisti, psicomotricisti con pluriennale esperienza in campo sia pubblico che privato e da altre figure specifiche in divenire. Insieme intendiamo offrire, accanto alle prestazioni riabilitative, uno spazio di integrazione e creatività mediante una serie di laboratori (cucito, refashion, biciclette, teatro, cesteria, orto,...)

11/11/2025

Una semplice analisi del sangue potrebbe presto rivelare l’Alzheimer fino a 11 anni prima della comparsa dei sintomi. La chiave è una proteina, la beta-sinucleina, che aumenta nel sangue molto prima del declino cognitivo. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare diagnosi e trattamenti della demenza.

Come questo test può cambiare la prevenzione dell’Alzheimer ↓

10/11/2025
10/11/2025

Secondo la lettura tradizionale della lingua, la punta della lingua corrisponde al Cuore, e per questo rappresenta una delle aree più significative nell’osservazione energetica, poiché il Cuore è la sede dello Shen (cioè dell’attività mentale ed emotiva).
In base alla clinica tradizionale, quando il Cuore è in equilibrio la punta della lingua appare di colore rosato, con una patina sottile, brillante e omogenea: questo quadro indica armonia dello Shen, circolazione fluida del Sangue e una buona regolazione del Calore interno.
Come può apparire invece la punta della lingua in alcuni quadri energetici tradizionalmente associati al Cuore?

Calore del Cuore: la punta può essere molto rossa o addirittura di un rosso vivo, talvolta con piccole papille più pronunciate. Questo quadro può essere associato a irrequietezza emotiva, insonnia, agitazione o pensieri sovraffollati ("wēng wēng", ovvero brusio mentale).

Carenza di Sangue del Cuore: la punta può apparire pallida e sottile, con meno lucentezza. Secondo la tradizione, ciò può riflettere una diminuzione della nutrizione del Cuore e dello Shen, che può manifestarsi con memoria indebolita, sogni disturbati o sensazione di stanchezza mentale.

Carenza di Yin del Cuore: la punta può essere rossa ma secca, spesso priva di patina (appare quindi spellata). Questo quadro energetico è tradizionalmente collegato a insonnia con risvegli frequenti e sensazione di calore in posizione serale.

Umidità o Flegma che disturbano il Cuore: la punta può talvolta apparire gonfia o con patina più spessa. In termini energetici, questo può essere legato a confusione mentale, difficoltà di concentrazione o sensazione di “mente offuscata”.

Le informazioni riportate hanno il solo scopo divulgativo e non possono in alcun modo sostituire il parere medico.

09/11/2025
Speciale nel suo essere semplice
09/11/2025

Speciale nel suo essere semplice

08/11/2025

La borsa subacromiale è una struttura anatomica situata all’interno della spalla, inserita tra il muscolo sovraspinato, il muscolo deltoide e l’acromion, un’escrescenza ossea che si estende a partire dalla scapola.

È composta di tessuto connettivo e serve a diminuire l’attrito che si crea fra la testa dell’omero e la cavità glenoidea, la parte della scapola dove essa si innesta.

In condizioni normali, la borsa subacromiale contiene un liquido, detto liquido sinoviale, che la rende più efficace nell’ammortizzare gli urti e fa in modo che la sua forma si adatti completamente ai movimenti del braccio.

𝐋𝐀 𝐁𝐎𝐑𝐒𝐈𝐓𝐄 𝐀𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐏𝐀𝐋𝐋𝐀

La borsite della spalla è per l’appunto l’infiammazione della borsa subacromiale.

È una patologia molto comune, che colpisce le persone che compiono sforzi intensi e ripetuti con i muscoli della spalla, come gli atleti [per esempio tennisti, ginnasti e lanciatori] o alcuni lavoratori che svolgono lavori fisici usuranti.

𝐈 𝐒𝐈𝐍𝐓𝐎𝐌𝐈

La borsite provoca un dolore intenso, spesso accompagnato da una sensazione di calore.

Il dolore può esordire lentamente; di solito si intensifica quando la spalla è a riposo da più di 20 minuti, per via dell’anormale accumulo di liquido sinoviale nella borsa, che limita la mobilità articolare e può causare gonfiore.

𝐼𝑙 𝑐𝑙𝑎𝑠𝑠𝑖𝑐𝑜 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑏𝑜𝑟𝑠𝑖𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑙𝑒𝑣𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑔𝑜𝑚𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑎 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑎𝑙𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎 𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑠𝑡𝑎. 𝐷𝑜𝑝𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 ℎ𝑎 𝑟𝑖𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑖𝑛𝑢𝑡𝑜, 𝑖𝑙 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑛𝑢𝑎 𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑎𝑑𝑑𝑖𝑟𝑖𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑠𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑟𝑖𝑟𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑖𝑙 𝑙𝑖𝑞𝑢𝑖𝑑𝑜 𝑠𝑖𝑛𝑜𝑣𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑎 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒𝑑 𝑒̀ 𝑑𝑖 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑖𝑛 𝑔𝑟𝑎𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑙𝑢𝑏𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑙’𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒.

𝐈𝐋 𝐑𝐔𝐎𝐋𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐁𝐎𝐑𝐒𝐈𝐓𝐄 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐈𝐍𝐃𝐑𝐎𝐌𝐄 𝐃𝐀 𝐂𝐎𝐍𝐅𝐋𝐈𝐓𝐓𝐎

Spesso queste infiammazioni sono connesse alla cosiddetta “sindrome da conflitto subacromiale”, una condizione nella quale la testa dell’omero sale e va a spingere sulla superficie del tendine del muscolo sovraspinato, comprimendolo contro l’acromion e rendendo doloroso qualsiasi movimento di adduzione.

𝐒𝐂𝐀𝐂𝐂𝐎 𝐌𝐀𝐓𝐓𝐎 𝐀𝐋 𝐃𝐎𝐋𝐎𝐑𝐄 𝐈𝐍 𝟓 𝐌𝐎𝐒𝐒𝐄

1] Fisioterapia: la metto al primo posto perché la considero l’elemento più importante, senza il quale non è possibile risolvere il problema. La costanza e la diligenza del paziente nel seguire le indicazioni per la riabilitazione sono l’elemento più importante del trattamento;

2] Riposo: quasi altrettanto importante è fare attenzione ad evitare di sforzare la spalla, rispettando i periodi di riposo prescritti dal team di riabilitazione, sia a seguito dell’intervento chirurgico, sia nel caso esso non sia necessario;

3] Infiltrazioni [e i loro limiti]: l’assunzione di farmaci antidolorifici, che all’inizio sono somministrati localmente attraverso il metodo dell’infiltrazione, è il terzo caposaldo di un trattamento efficace. Le infiltrazioni hanno però il limite di allontanare il problema solo temporaneamente e – soprattutto – che il loro effetto diminuisce nel tempo;

4] Terapie fisiche: metodi come le onde d’urto, le tecniche di medicina rigenerativa o la Tecarterapia possono avere un effetto antinfiammatorio ed essere un efficace aiuto nel caso non si ritenga di trattare il problema chirurgicamente, ma sono utili anche in caso contrario, sempre nella fase di riabilitazione;

5] Intervento chirurgico: lo metto all’ultimo posto, anche se in modo un poco provocatorio: è chiaro che in alcuni casi, se vi sono danni seri alle strutture dell’articolazione, l’intervento chirurgico è indispensabile. D’altra parte, è pur vero che un intervento chirurgico perfetto non è efficace, se il paziente non segue la strategia di cura nella sua interezza, che spesso si snoda in tutte e cinque le "mosse" che ho elencato.

08/11/2025

La nostalgia-gratitudine

08/11/2025
07/11/2025

20 maggio 1999, Norvegia settentrionale. Una studentessa di medicina svedese di 29 anni, Anna Bågenholm, stava sciando con due amici vicino a Narvik. Era una giornata di primavera, il sole batteva sul ghiaccio, e tutto sembrava sotto controllo.

Poi, in un secondo, tutto cambiò.

Scivolò su una lastra ghiacciata, p***e il controllo e cadde di testa in un ruscello gelato. Il ghiaccio si richiuse sopra di lei. Rimase intrappolata, immersa in acqua vicina allo zero, incapace di tornare in superficie. I suoi amici cercarono disperatamente di tirarla fuori, ma la corrente la trascinò sotto.

Anna era cosciente. Per diversi minuti lottò per rompere il ghiaccio, per risalire. Poi trovò una piccola sacca d’aria — un angolo minuscolo tra acqua e ghiaccio, creato dal flusso del ruscello. Restò lì, con il volto contro quel velo gelido, aggrappata alle rocce sottomarine. Respirava. Aspettava.

Per 40 minuti.

Ma il suo corpo non poteva resistere all’infinito. L’ipotermia avanzava. Brividi, confusione, rallentamento. Poi il cuore si fermò. Il suo cuore. Arresto cardiaco.

Passarono altri 40 minuti prima che i soccorritori riuscissero a raggiungerla. Quando la estrassero, era immobile. Nessun battito. Nessuna respirazione. Pupille dilatate. Fredda. Grigia. Morta, secondo ogni logica conosciuta.

Ma non per loro.

La portarono d’urgenza in elicottero all’ospedale universitario di Tromsø, a 100 chilometri di distanza. Lì, una squadra di medici decise di non mollare.

«Non sei morto finché non sei riscaldato… e ancora morto.»

La temperatura corporea di Anna era di 13,7°C — la più bassa mai registrata in un essere umano sopravvissuto. Nessun medico si sarebbe aspettato un cervello integro. Nessun polso. Nessuna certezza. Solo la scienza, e la fede nel possibile.

Le attaccarono una macchina cuore-polmone per riscaldare lentamente il suo sangue.
14 gradi… 16… 20… nessuna risposta.
25… 28… 30… ancora nulla.
Poi, dopo quasi nove ore, il cuore di Anna fece un battito. Poi un altro.

Era tornata.

Quando si svegliò, parlava. Capiva. Il suo cervello era integro. I medici piansero. Lei aveva danni ai nervi delle mani e dei piedi, ma imparò di nuovo a camminare. A muoversi. A vivere.

Si è laureata.
Ha scelto la radiologia.
E oggi lavora proprio all’ospedale di Tromsø. Nella stessa struttura in cui il suo corpo freddo venne riportato in vita.

La sua storia ha cambiato la medicina d’urgenza. Da allora, in tutto il mondo, non si può più dichiarare morto un paziente in ipotermia finché non è stato riscaldato. È diventato protocollo medico ufficiale.

Anna oggi cammina nei corridoi dove una volta giaceva immobile. Ride. Lavora. Passa accanto alle macchine che le hanno ridato la vita. È viva contro ogni logica.

Ricorda il suo nome: Anna Bågenholm.
Intrappolata sotto il ghiaccio per 80 minuti.
Temperatura: 13,7 °C.
Un’ora di arresto cardiaco.
Sopravvissuta.
Rinata.

Perché a volte, quando la scienza incontra il coraggio e la testardaggine di chi si rifiuta di arrendersi, l’impossibile diventa realtà.

07/11/2025

Indirizzo

Via Manlio Feruglio 13
Udine
33100

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