16/01/2019
..."ATTENZIONE: non dico che sia una soluzione funzionale... Quasi mai lo è. Anzi, spesso e volentieri ciò RADDOPPIA il problema"...
O meglio, ciò che viene scelto ed utilizzato per congelare, mettere da parte, dimenticare per un po'... Il problema. In che senso la soluzione? Nel senso che molte persone danno una forte responsabilità al cibo: quella di "risolvere" situazioni, emozioni, pensieri. Le persone mangiano quando sono stressate, quando sono tristi, quando hanno un problema a lavoro, col fidanzato, in famiglia. Mangiano quando si sentono sole, o quando si sentono schiacciate dagli altri. Il cibo conforta, coccola, rassicura, protegge. Il cibo è sempre lì a disposizione. ATTENZIONE: non dico che sia una soluzione funzionale... Quasi mai lo è. Anzi, spesso e volentieri ciò RADDOPPIA il problema (perché oltre al problema originario si sommano il problema della demoralizzazione, della percezione del fallimento...). Ma capite quanto in quella frase siano racchiuse due importanti questioni: il cibo come soluzione, il cibo come NON problema. Sono due i piani su cui lavorare: trovare soluzioni funzionali (che sia una telefonata ad un amico, una passeggiata, l'esercitarsi ad ESPRIMERE le proprie emozioni, un bagno caldo o qualcosa che ci faccia sentire BENE), e lavorare sul VERO problema (è per questo che in certi casi, cercare la soluzione in una dieta NON È la soluzione). Attenzione n°2: non ho detto che sia facile. NESSUN cambiamento è facile, anzi spesso difficilissimo. Ma la maggior parte delle volte è molto più difficile rassegnarsi a stare male. 🌻