Stroke Therapy R-evolution ITA

Stroke Therapy R-evolution ITA Programma personalizzato post Ictus, in casa, con il metodo Perfetti diretto dal Dott.Valerio Sarmati

Stroke Therapy Revolution offre un percorso di recupero post-ictus personalizzato a domicilio, utilizzando la riabilitazione neurocognitiva secondo Perfetti. Guidato dal Dr. Valerio Sarmati, allievo diretto del creatore di questo approccio, il nostro programma si concentra esclusivamente sulla riabilitazione post-ictus. Il nostro approccio include un supporto emotivo professionale, incontri di gruppo online e video tutorial per gli esercizi a casa. Con noi, avrai l'expertise di un team di professionisti specializzati, pronti a guidarti in ogni fase del tuo recupero.

20/12/2025

Gestione Smart degli obiettivi. Alcuni consigli sulla definizione degli obiettivi che devono essere Specifici, Misurabili, Attuabili, Rilevanti ( pertanto carichi di significato e di valore per il paziente) e temporizzabili

16/12/2025

Rottura del femore dopo ictus: in molti pensano che sia la fine per il recupero

15/12/2025

Un successo tira l’altro, anche dopo un ictus e anche a 92 anni

14/12/2025

Cosa penso della FES per il cammino dopo ictus? FES= funcrional Electrical Stimulation

10/12/2025

L’età la lasciamo all’anagrafe. Se c’è il desiderio di compiere un’impresa di recupero puoi avere anche 92 anni

01/12/2025

Audiolibri riassunti. Libri su ictus, recupero e neuroscienze spiegati e riassunti in modo semplice.

21/11/2025

Nuoro
Si conclude oggi il percorso formativo sull’approccio neurocognitivo secondo Perfetti

Il Commissario Straordinario Zuccarelli: «Un importante passo avanti per la neuroriabilitazione nel territorio»

NUORO, 20 NOVEMBRE 2025 – Si conclude oggi, proposto e realizzato per la prima volta a Nuoro, il percorso formativo dal titolo “Approccio neurocognitivo nella riabilitazione del paziente neuroleso secondo Carlo Perfetti”, dedicato ai Professionisti Sanitari della Riabilitazione e ai Medici di Medicina Fisica e Riabilitazione del territorio, e fortemente condiviso dal Commissario Straordinario dell’ASL 3, Angelo Zuccarelli, che ha intuito fin da subito l’importanza di scommettere su un significativo investimento sulle competenze interne e sulla qualità della presa in carico delle persone con patologie neurologiche.

L’approccio neurocognitivo, sviluppato in Italia dal professor Carlo Perfetti negli anni Settanta e oggi diffuso a livello nazionale e internazionale, propone una visione del movimento come esito di processi cognitivi complessi.

Questo modello valorizza il ruolo della percezione, dell’attenzione, della memoria e della rappresentazione nell’organizzazione dell’azione, offrendo un quadro teorico e clinico particolarmente rilevante nella neuroriabilitazione contemporanea.

Il percorso, promosso dalla dott.ssa Arianna Tommasetti (IFP Physioterapist dell’ASL 3 di Nuoro), e dal Direttore della Struttura Complessa Riabilitazione, è stato condotto dal dott. Valerio Sarmati e dal dott. Sergio Maria Giovanni Vinciguerra, formatori di riferimento dell’approccio neurocognitivo e figure di eccellenza nel panorama riabilitativo.

Le due edizioni del corso, tra ottobre e novembre 2025, hanno coinvolto oltre 60 professionisti tra fisiatri, fisioterapisti, terapisti occupazionali e logopedisti, per un totale di 40 ore di formazione intensiva a forte orientamento pratico ed esperienziale.

Grazie alla disponibilità della direzione medica del Presidio Ospedaliero "San Francesco" e dei direttori di struttura, la parte pratica ha previsto l’arruolamento di pazienti delle Strutture Complesse di Riabilitazione e di Neurologia, offrendo ai partecipanti l’opportunità di lavorare su casi clinici reali.

«In un territorio vasto e con tendenza al progressivo invecchiamento della popolazione – spiega il Commissario Straordinario Angelo Zuccarelli -, dove l’accesso ai servizi riabilitativi è spesso complesso, questa iniziativa rafforza concretamente la medicina di prossimità, garantendo interventi qualificati, omogenei e accessibili anche nelle aree più periferiche.

Con progetti formativi di tale livello, l’ASL di Nuoro conferma il proprio impegno nella costruzione di una sanità territoriale moderna, competente e sostenibile, in linea con gli obiettivi del PNRR e con la missione di offrire risposte sempre più adeguate ai bisogni neuroriabilitativi della comunità. In prospettiva della auspicata prossima entrata in funzione della lungodegenza riabilitativa (con tanto di ambulatori e piscine) nel gioiello architettonico e paesaggistico dell’ex ospedale sanatoriale Cesare Zonchello».

15/11/2025

Hai avuto un ictus e hai detto anche tu: lo farò quando starò bene?

"Che ne pensi della FES? Lunedì dovrei provarla"Me l’ha chiesto una mia paziente che segue il nostro programma di riabil...
13/11/2025

"Che ne pensi della FES? Lunedì dovrei provarla"

Me l’ha chiesto una mia paziente che segue il nostro programma di riabilitazione. Le ho risposto:

“Guarda, ti scrivo un post così rispondo anche a tutti gli altri.”

Intanto, spieghiamo di che cosa si tratta. La FES, o ElettroStimolazione funzionale, è un dispositivo che invia una corrente elettrica a determinati muscoli nel momento giusto del movimento.Nel caso del cammino, serve ad aiutare il piede a flettersi dorsalmente nella fase finale dell’oscillazione, quando dovrebbe arrivare di tallone a terra.

Detta così sembrerebbe una cosa straordinaria, ma come sempre la situazione è molto più complessa, tuttavia voglio darti fin da subito la risposta, se vuoi provarla vai pure non c’è niente di male.

Sono consapevole che chi ha avuto un ictus ha la pressione di dover provare tutto pur di tornare come prima. Il solo pensiero di lasciare qualcosa di intentato è un tarlo in grado di logorarti e lo capisco perfettamente. Per questo, quando mi chiedono un parere, divido sempre tutte le proposte riabilitative in due grandi categorie:

1️⃣ Terapie che sconsiglio apertamente, perché producono compensi e ci allontanano dal recupero.
2️⃣ Terapie che non fanno danni diretti ma che non consiglio attivamente, perché o creano confusione o rischiano di spostare il focus dal recupero reale.

👉 Se non vi suggerisco una terapia io per primo, è perché quasi sempre ricade in uno di questi due gruppi: o devo sconsigliarla… oppure devo chiudere un occhio.

Detto questo: se lunedì vuoi provare la FES, vai tranquilla.
È giusto togliersi questo dubbio, ed è piacevole sentire il piede che finalmente si muove in automatico.

Ma fermiamoci qui un secondo.

Perché, se sembra tutto così positivo, dovrei “chiudere un occhio”?
Perché nella riabilitazione c’è un enorme corto circuito.

Da una parte c’è una terapia che invita il paziente a ripetere il gesto perduto: camminare, accendere un interruttore raggiungere un bicchiere. Fare a tutti i costi, anche se compaiono compensi, spasticità e irrigidimenti.

Dall’altra parte ci sono le scale di valutazione, che dovrebbero vigilare sui risultati della riabilitazione, ma che misurano la velocità del cammino, quanti metri percorri e se il bicchiere lo raggiungi oppure no. Sono strumenti ciechi al “COME”, quindi tutte queste azioni possono essere eseguite anche con i compensi offerti dalla patologia e comunque essere considerate come “Recupero”.

È un corto circuito perfetto, perché:

La terapia produce compensi;

le scale premiano il risultato, anche se è compensato;

Così il recupero si confonde con la compensazione.
Eppure sono due cose totalmente diverse.

Il recupero — la restituzione — è un ritorno a schemi fisiologici di movimento.
La compensazione è una sostituzione.

Il recupero è apprendimento.
La compensazione è scorciatoia.

Il recupero dipende dalla neuroplasticità e la neuroplasticità dipende dall’apprendimento e infine l’apprendimento è possibile solo con l’attivazione delle funzioni cerebrali: attenzione, memoria, percezione, rappresentazione.
È il cervello che deve cambiare, non il muscolo che deve essere “spinto” esternamente.

La FES muove un muscolo, ma non insegna al cervello ad usarlo.

Nel dirlo mi dispiace perché mi sarebbe piaciuto il contrario, Mi piacerebbe acquistare un set di elettrodi per le mani che insegnino al mio cervello a suonare il piano forte, o anche un tapis roulant meccanico che mi muova le gambe per imparare a giocare a calcio.

Lasciami discutere anche un aspetto sulla proprietà dei muscoli.
Ogni muscolo è fatto da decine, centinaia di piccoli "sotto muscoli”, compartimenti neuromuscolari che si attivano con sequenze spaziali e temporali finissime. Per fare un esempio, il mio tibiale anteriore che serve per portare in su la punta del piede, io lo attivo sia per camminare, che per saltare che per ballare, ma in modo totalmente diverso, non si tratta solo di contrarre l’intero muscolo e rilasciarlo come fa la stimolazione elettrica funzionale. E la FES non insegna tutto questo.
Semplicemente sostituisce qualcosa per quel breve momento.

Quindi sì: prova pure la FES, se senti il bisogno di farlo e tutto il resto che vorrai provare in futuro, ma voglio solo dirti che purtroppo questo della riabilitazione dopo un ictus, è un "mercato" sconfinato e di proposte, a volte ragionevoli e a volte bizzarre, ce ne sono a decine, ma non significa che per un miglior risultato devono per forza essere provate tutte perchè non è detto che ti portino tutte nella stessa direzione.

A un certo punto del tuo percorso dovrai decidere quali sono le soluzioni che senti risuonino di più sul tuo modo di interpretare come funziona il corpo , il movimento e il recupero.

Poi è chiaro, in questo mare sconfinato, c’è sempre qualcuno che nei commenti dirà “Dici il falso perché a me La FES ha reinsegnato al mio cervello a camminare!” . Certo, non ho motivo di non crederlo, e penso a quanto sia plastico il tuo cervello per poter imparare con stimoli meccanici, ma immagino anche quante cose avrebbe potuto imparare con esperienze riabilitative rivolte direttamente all’apprendimento.

Valerio Sarmati

05/11/2025

Paziente con emiparesi a destra e afasia. All’estero e senza poter andare in una struttura. Che fare?

Nella riabilitazione dell’ictus, questa frase dovrebbe essere una regola.Troppo spesso continuiamo a vedere sempre le st...
04/11/2025

Nella riabilitazione dell’ictus, questa frase dovrebbe essere una regola.
Troppo spesso continuiamo a vedere sempre le stesse cose nello stesso modo, a ripetere ciò che “funziona” senza domandarci se stiamo davvero aiutando a recuperare o solo facilitando compensi che la natura ha già predisposto.

Forse è tempo di guardare con occhi nuovi ciò che crediamo di conoscere già:
una sensazione, un ricordo, un silenzio, una descrizione.
Solo così possiamo aprire la strada a un modo diverso di curare: più umano, più profondo, più consapevole.

30/10/2025

Smettere di fare l’amore dopo un ictus?

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