04/11/2025
La realtà contemporanea ci porta di fronte a traumatizzazioni insostenibili. Il Mediterraneo è diventato un cimitero. I territori di guerra sono sempre più estesi. II Medio Oriente è una polveriera.
Gaza sta scomparendo. I governi contemporanei sono più attenti alla ricostruzione di muri e difendersi dalle minacce di questi stranieri che da ogni lato ci invadono che a pensare a soluzione umanitarie vere, che facciano posto alla sofferenza, che accolgano.
Quanto sono diversi da noi questi profughi che bussano alle nostre porte?
Possiamo avere empatia o sensibilità solo per coloro nei cui panni ancora possiamo metterci, come i terremotati nostri vicini e nostri simili, piuttosto che i senza tetto e i senza casa che in massa fuggono la fame la guerra la carestia la minaccia di distruzione?
Se io vivo incurante dell'altro, se non penso che io sia o debba essere il custode di mio fratello […] io abito un mondo di estranei, sono solo circondato da estranei, da altri diversi da me che non capisco, che non sento, e che non mi capiscono e non mi sentono. Vivo la vita di un automa, isolato e affranto, magari connesso ma alienato. […]
"We are careless". Siamo noncuranti, non prestiamo attenzione. Per qualche motivo la vita si è svalutata ai nostri occhi, è diventata una cosa da poco. La santità della vita, la sacralità della dimensione umana, di ogni minuto della esistenza umana, è perduta.
Tratto da:
C. Mucci (2024) psicoanalisi come testimonianza. Il trauma da Freud a Ferenczi ai contemporanei. Luogo guerriero editore.