03/11/2025
Ai Partecipanti Velletri 2030,
Il Rapporto 2025 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) - “Pace, giustizia e diritti: pilastri della sostenibilità”, è stato presentato il 22 ottobre a Roma alla Camera dei Deputati. Il documento offre un’analisi aggiornata e ragionata dell’attuazione dell’Agenda 2030 nel mondo, in Europa e in Italia.
Quest’anno il Rapporto fotografa un mondo attraversato da crisi multiple e da un preoccupante arretramento sul piano della pace, della giustizia e della tutela dei diritti. L’instabilità geopolitica e i conflitti armati – sono 59 quelli attivi nel mondo, il numero più alto dalla fine della seconda guerra mondiale – hanno causato quasi 50mila vittime civili nel solo 2024. In questo tragico conteggio, il numero di decessi di bambine, bambini e donne nel biennio 2023-2024 (soprattutto a Gaza) è aumentato di circa quattro volte rispetto al periodo precedente. La spesa militare globale ha raggiunto il livello record di 2.700 miliardi di dollari e potrebbe più che raddoppiare entro il 2035. Il numero di persone sfollate contro la propria volontà ha superato i 123 milioni, aumentando del doppio in dieci anni, per effetto di guerre e cambiamenti climatici. È per questo motivo che, si legge nel Rapporto, è stato deciso di richiamare nel titolo questi temi, per “ricordare che la pace, la democrazia e la tutela dei diritti sono pilastri dello sviluppo sostenibile”. lo sviluppo sostenibile non può esistere laddove non c’è la pace, la promozione dei diritti e il perseguimento della giustizia e della riconciliazione.
A volte l’uso della parola “sostenibilità” è ridotto alla sua sola dimensione ambientale. È un grave errore. Come ci dice l’Agenda 2030, lo sviluppo sostenibile è l’integrazione di quattro dimensioni: la sostenibilità ambientale, la sostenibilità sociale (educazione, salute, parità di opportunità, ecc.), la sostenibilità economica e la sostenibilità istituzionale. È questo quarto pilastro della sostenibilità che viene quasi sempre trascurato, salvo poi scoprire che quando la società non garantisce la pace, i diritti civili e politici, la protezione delle minoranze e l’applicazione dello stato di diritto, tutto crolla. Se a queste dimensioni si aggiunge la questione della giustizia intergenerazionale, capiamo perché dobbiamo interessarci “anche” dei diritti delle future generazioni, come recita il nuovo articolo 9 della Costituzione italiana e ci ricorda il “ Patto per il Futuro” firmato dalle Nazioni Unite nel 2024.
Il Rapporto ASviS 2025 è sintetizzato dalla seguente frase: "Si, siamo ostinati. No, non siamo ciechi. E neanche stupidi".
Siamo ostinati perché, a dieci anni dalla pubblicazione del primo Rapporto, crediamo ancora nei valori dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, costruita sulla dichiarazione della Conferenza Rio+20 “Il futuro che vogliamo”. Siamo ostinati perché crediamo che quell’anno straordinario, in cui Papa Francesco pubblicò l’Enciclica Laudato si’, abbia rappresentato uno dei punti più alti della storia dell’umanità, nel quale sembrava che il mondo intero finalmente prendesse impegni seri e concreti per cambiare il nostro destino e “mettere fine a povertà e fame, ridurre le disuguaglianze, proteggere il Pianeta e le sue risorse nell’interesse anche delle future generazioni, garantire pace e benessere senza lasciare nessuno indietro”.
No, non siamo ciechi. Anche il Rapporto 2025 descrive con la precisione non solo dei dati statistici, ma anche delle parole e delle azioni della comunità internazionale, quanto quei valori e quegli impegni affermati solo dieci anni fa, e riconfermati con il Patto per il Futuro di settembre 2024, siano continuamente calpestati, dimenticati per colpevoli interessi individuali o esplicitamente rifiutati per ideologie violente e insensate, con danni devastanti per le persone, specialmente le più inermi, le più indifese, le più povere, e per il Pianeta. Cioè, per il futuro dell’umanità, anche per il nostro.
No, non siamo stupidi, perché comprendiamo, ma non giustifichiamo, le enormi problematiche esistenti e le motivazioni indegne che stanno generando conflitti e guerre, anche in Europa. O i processi attentamente pianificati e gestiti che stanno concentrando nelle mani di pochi il potere economico o quello politico. O le ambizioni di ridisegnare i rapporti di forza tra le grandi potenze e le aree geopolitiche del mondo. O le manovre di settori economici e forze politiche alla ricerca della loro affermazione a tutti i costi, anche quelli di aumentare la povertà e la fame, attaccare la scienza e indebolire le istituzioni democratiche utilizzando la disinformazione e la diffusione sistematica di fake news.
A favore di coloro che si avvicinano da poco a questi temi, ci piace ricordare che Velletri 2030 è nata con formale atto costitutivo nel 2013, oltre due anni prima dell'Agenda 2030 e dell'Enciclica Laudato si’.
Buona lettura.
Sandro Bologna
Presidente Velletri2030
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