Dott.ssa Alessia Borile - psicologa

Dott.ssa Alessia Borile - psicologa Mi presento, sono Alessia Borile, psicologa clinica iscritta all'albo degli psicologi del Veneto n°

LA FAMIGLIA CON FIGLIO ADOLESCENTE🧍‍♀️🧍‍♂️L'ingresso di un figlio in adolescenza costituisce un evento critico che pone ...
24/02/2022

LA FAMIGLIA CON FIGLIO ADOLESCENTE🧍‍♀️🧍‍♂️

L'ingresso di un figlio in adolescenza costituisce un evento critico che pone la famiglia di fronte a non poche difficoltà e mette a dura prova le sue capacità adattive e di cambiamento.

📍La caratteristica principale dell'adolescenza è quella di essere una fase di passaggio per l'intero sistema familiare e non solo per il ragazz* che la sta affrontando.

📍Il principale compito di questa fase consiste nel realizzare un sano processo di separazione tra adolescente e genitori e la costruzione di un identità separata da parte del ragazz*.

LA NASCITA DEL PRIMO FIGLIO 👶👨‍👩‍👦👨‍👨‍👦Con la nascita del primo figlio avviene il passaggio dalla diade coniugale alla t...
08/02/2022

LA NASCITA DEL PRIMO FIGLIO 👶👨‍👩‍👦👨‍👨‍👦

Con la nascita del primo figlio avviene il passaggio dalla diade coniugale alla triade familiare e anche il passaggio dalla coppia coniugale alla coppia genitoriale. Questo evento è ciò che rende visibile, agli occhi delle famiglie di origine e della società, l'unione tra due persone che d'ora in avanti saranno madre e padre.
La nascita del figlio però non implica soltanto un'acquisizione di ruolo, ma anche la creazione di una nuova relazione. I genitori dovranno negoziare sul tipo di atteggiamento educativo che si dovrà avere con il figlio in modo da creare un fronte comune. Un atteggiamento educativo non condiviso creerà nel bambino l'idea che le regole non siano importanti e che possano essere trasgredite e allo stesso tempo screditerà l'immagine del genitori in quanto figura autorevole.

LA FORMAZIONE DELLA COPPIA 👩‍❤️‍👨👩‍❤️‍👩👨‍❤️‍👨Quando si parla di coppia non si deve pensare semplicemente all'unione di d...
03/02/2022

LA FORMAZIONE DELLA COPPIA 👩‍❤️‍👨👩‍❤️‍👩👨‍❤️‍👨
Quando si parla di coppia non si deve pensare semplicemente all'unione di due individui ma è bene pensare all'incontro di due storie.

❣️La coppia, infatti, è formata da tre parti IO, TU, NOI.

La formazione della coppia ha inizio quando due persone si scelgono, si innamorano e si concretizza con la costruzione di una specifica identità.

L'ultimo anno è stato difficile per tutti. Una situazione a cui nessuno di noi era preparato che ha accentuato problemi ...
15/03/2021

L'ultimo anno è stato difficile per tutti. Una situazione a cui nessuno di noi era preparato che ha accentuato problemi già esistenti o creato nuove ansie e difficoltà. Per tale motivo offro una prima consulenza di sostegno psicologico GRATUITA di 1h in presenza o online.
Per informazioni: alessia.bori@gmail.com, 3488717711

Lo studio di psicologia PuntoPsy con cui collaboro ora è raggiungibile anche tramite contatto telefonico!!!Potete telefo...
07/07/2020

Lo studio di psicologia PuntoPsy con cui collaboro ora è raggiungibile anche tramite contatto telefonico!!!

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𝑳𝑨 𝑳𝑬𝒁𝑰𝑶𝑵𝑬 𝑫𝑬𝑳𝑳’𝑨𝑹𝑨𝑮𝑶𝑺𝑻𝑨 𝑴𝒆𝒕𝒂𝒇𝒐𝒓𝒂 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒔𝒄𝒊𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆Quando l’aragosta cresce la   le diventa stretta e si sente so...
04/06/2020

𝑳𝑨 𝑳𝑬𝒁𝑰𝑶𝑵𝑬 𝑫𝑬𝑳𝑳’𝑨𝑹𝑨𝑮𝑶𝑺𝑻𝑨
𝑴𝒆𝒕𝒂𝒇𝒐𝒓𝒂 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒔𝒄𝒊𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆

Quando l’aragosta cresce la le diventa stretta e si sente sotto e a , così si rifugia sotto le rocce per proteggersi dai predatori, si disfa del suo guscio e ne crea uno nuovo su misura.

“Quello che dobbiamo imparare da questo straordinario animale è che i periodi di stress sono anche periodi che segnalano la nostra crescita. E se facciamo tesoro delle nostre avversità allora saremo capaci di usarle per crescere.” Abraham Twerski, psichiatra statunitense.

Questa metafora non vuole passare il messaggio che per è necessario andare in cerca del o del disagio, bensì vuole farci capire che se ci ostiniamo a “tenere in vita” problemi e sofferenze per il timore di cambiare prima o poi queste avranno il soppravvento, cresceranno sempre di più non permettendoci di vivere serenamente, come il guscio faceva con l’aragosta.
È importante quindi capire che i momenti di stress, di frustrazione e di difficoltà sono anche quelli di maggior crescita, e che se invece di resistere all’inevitabile cambiamento provassimo ad , e anche ad potremmo crescere ulteriormente.

STARE IN RELAZIONE: IL DILEMMA DEI PORCOSPINI “Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinse...
26/05/2020

STARE IN RELAZIONE: IL DILEMMA DEI PORCOSPINI

“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.” (Arthur Schopenhauer, capitolo XXI)

Questa metafora spiega molto bene la complessità dei rapporti umani. Raffigura la difficile questione della giusta da tenere in una . Ogni persona, infatti, nell’ambito della propria socialità, si ritrova a giostrare tra due bisogni fondamentali: quello di stringere e quello di conservare la propria . Trovare il giusto non è per nulla facile e, soprattutto, non è possibile pensare di scoprire una condizione stabile e universalmente valida. La distanza ottimale in una relazione non può essere prestabilita a priori, in quanto dipende da numerosi fattori sia individuali, sia ambientali, sia situazionali.
Riprendendo il testo, gli aculei del porcospino possono essere visti come quelle caratteristiche personali che in situazioni di eccessiva simbiosi tra due soggetti possono causare danni e ferite, portando quindi all’incrinatura e/o alla rottura del rapporto.
Il dilemma dei porcospini è la giusta metafora per spiegare la nascita e lo sviluppo delle relazioni umane sia in ambito amoroso sia amicale:

• Prima fase = fusione: caratterizzata da una grande vicinanza e dalla predominanza degli aspetti comuni tra le due persone. È la prima parte della storia, in cui i porcospini si avvicinano per sentire calore e pensano di aver trovato la persona e la situazione ottimale.

• Seconda fase = dalla fusione alla ferita: dopo una prima fase idilliaca si passa alla delusione nella quale i partner iniziano a vedersi più oggettivamente e mettono in atto un processo di differenziazione che restituisce l’individualità personale. Il rimando alla storia è al momento in cui i porcospini si pungono con gli aculei e si distanziano tra loro per il dolore che la troppa vicinanza ha creato.

• Terza fase = allontanamento: si inizia a creare e sperimentare l’interdipendenza ovvero un sano equilibrio tra autonomia e dipendenza, che corrisponde nel testo alla “moderata distanza reciproca” tra i porcospini. Solo a questo punto, raggiunte tali consapevolezze, si può attuare un riavvicinamento consapevole con l’altro.

La relazione, quindi, è il luogo dove convivono due persone legate tra loro che creano qualcosa di nuovo mantenendo al contempo le loro individualità.
È importante quando stabiliamo delle relazioni trovare la giusta distanza per rimanere vicini senza star male. Questo processo richiede comunicazione, attenzione e sintonia verso sé stessi e l’altro; deve anche essere aggiornato a seconda delle necessità della vita della coppia e di ciascuno. E’ importante legittimare a sé stessi e all’altro i propri bisogni sia affettivi e di condivisione sia di spazi individuali per sé.
Trovare la giusta distanza possiamo dire che rappresenta la chiave per avere rapporti sani e positivi.

Per maggiori informazioni mi potete trovare anche all’interno dello Studio di Psicologia PuntoPs𝝋.Mestre
www.puntopsymestre.it
info@puntopsymestre.it

COME RISPONDIAMO ALLA PAURA?  IL MODELLO DELLE QUATTRO “F”La   rientra nel gruppo delle   primarie, cioè quelle emozioni...
12/05/2020

COME RISPONDIAMO ALLA PAURA?
IL MODELLO DELLE QUATTRO “F”

La rientra nel gruppo delle primarie, cioè quelle emozioni che sono presenti nell’essere umano sin dalla nascita insieme a gioia, sorpresa, tristezza e rabbia. La paura ha una funzione adattiva, essa modula il rapporto tra l'ambiente e l'organismo favorendo la di quest'ultimo e mettendolo in guardia dai pericoli esterni. La paura, quindi, si attiva quando i sensi percepiscono uno stimolo dannoso o potenzialmente dannoso per l'organismo, ovvero quando incombe una .
Le due principali reazioni dinnanzi a uno stimolo pauroso sono l’ o la detta anche hyperarousal (ipereccitazione) o reazione acuta da stress. Sono reazioni neuronali fisiologiche che si manifestano in risposta a un evento percepito come pericoloso. Tali reazioni furono descritte per la prima volta da Walter Bradford Cannon, fisiologo statunitense.
Quando le reazioni di attacco o fuga si attivano, sostanze chimiche come l’adrenalina, la noradrenalina e il cortisolo vengono rilasciati nel flusso sanguigno e questo causa nel nostro corpo una serie di cambiamenti molto evidenti: aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria, le pupille si dilatano, la vista si acuisce, la percezione del dolore diminuisce, tutto ciò serve a prepararsi fisicamente e psicologicamente all’attacco o alla fuga.
Diversi studi, poi, hanno osservato come esistano altre reazioni oltre alle due principali. Queste vengono ben spiegate dal modello delle quattro “F”: Fight, Flight, Freeze e Faint.

• Fight: (combattimento) ci consente di affrontare l’ostacolo e di combatterlo;
• Flight: (fuga) ci porta ad abbandonare la situazione prima che divenga eccessivamente minacciosa per la nostra sopravvivenza;
• Freeze: (congelamento) è un’immobilità tonica, l’essere vivente sembra appunto congelato, immobilità che permette di non farsi vedere dal “predatore” mentre si valuta quale strategia (attacco o fuga) sia la più adatta per la situazione specifica.
• Faint: (svenimento o finta morte) E’ una reazione molto estrema, si manifesta come una brusca riduzione del tono muscolare con una conseguente simulazione di morte, ovviamente automatica e non consapevole. In questa situazione, per mezzo di attivazione del sistema dorso-vagale, vi è un distacco dall’esperienza e sono possibili sintomi dissociativi, come nel caso di eventi traumatici.

Per la sua stessa natura, questo processo crea immense quantità di movimento muscolare e sforzo fisico. Una volta che il “combattimento”, ovvero l’esposizione al pericolo, è finito e la minaccia, che ha innescato la risposta, è stata eliminata il nostro corpo e la nostra mente ritornano ad uno stato di calma.

È importante prestare attenzione ai segnali che ci dicono se stiamo andando incontro ad una reazione di attacco o fuga. Possono presentarsi segnali sia a livello fisico come: tensione muscolare, fastidi allo stomaco, battito cardiaco accelerato; sia a livello psicologico/emotivo come: ansia, difficoltà di concentrazione, frustrazione, rabbia, tristezza. Imparare a riconoscere i segnali della reazione di attacco o fuga, quindi, ci aiuta ad evitare risposte eccessive a eventi e paure ed a rispondere nel modo più corretto per noi.
Per maggiori informazioni mi potete trovare anche all'interno dello Studio di Psicologia PuntoPs𝝋.Mestre . www.puntopsymestre.it - info@puntopsymestre.it

La rubrica del lunedì di PuntoPs𝝋.Mestre intitolata "lo sapevi che..?" oggi parla del disegno dei bambini!Per maggiori i...
11/05/2020

La rubrica del lunedì di PuntoPs𝝋.Mestre intitolata "lo sapevi che..?" oggi parla del disegno dei bambini!
Per maggiori informazioni info@puntopsymestre.it www.puntopsymestre.it

Lo sapevi che..❓

🎨 Il del bambino è in realtà uno strumento utile e versatile?

Esso infatti è un elemento prezioso, è un che il bambino fa al destinatario del disegno.. con il quale cerca di , mettendosi inconsciamente “a nudo”.

Tramite il disegno il può non solo raccontarsi, ma anche trasmettere in immagini la propria percezione di , le proprie , i propri , le , i , ed anche le proprie .

Grazie ad un’analisi , e specificamente , di quanto disegnato si può aiutare il bambino a le proprie difficoltà, le proprie angosce, ed i propri timori.. utilizzando la raffigurazione effettuata, ma soprattutto il che ne fa il bambino stesso.

✏️IL LATO POSTIVO DEGLI ERRORIGli   non sempre sono un “pericolo” ma possono essere anche un’opportunità di  . Per quest...
06/05/2020

✏️IL LATO POSTIVO DEGLI ERRORI

Gli non sempre sono un “pericolo” ma possono essere anche un’opportunità di . Per questa ragione non vanno evitati ma bensì vanno come elemento importante, necessario e prezioso di ogni esperienza. Gli errori permettono infatti di , di le varie possibilità, fino a individuare la decisione migliore per noi.
È dai tempi delle prime esperienze scolastiche che siamo propensi a pensare che gli errori siano qualcosa da non fare, da punire o per cui provare vergogna, siamo sempre stati abituati a vederli sottolineati con la matita rossa e accompagnati da un brutto voto. Così, anche più avanti nella vita, ogni volta che sbagliamo scatta una sensazione di fallimento. Oppure, prima ancora di fare un errore, ci sentiamo paralizzati dalla di sbagliare: temiamo le possibili conseguenze dell’errore e il giudizio negativo degli altri. L’errore, certo, può avere conseguenze negative e qualche volta disastrose. Ma se agire con prudenza è necessario per prevenire i rischi, evitare gli errori e lasciare che la paura di sbagliare ci blocchi è un rischio ancora più grande. Sopratutto in certe situazioni in cui evitare di sbagliare è impossibile: ovvero ci troviamo ad agire in un contesto di grande incertezza, possiamo fare tutte le valutazioni del caso ma non arriveremo mai a distinguere chiaramente fra errore e decisione corretta. Per non cadere in questa trappola, è quindi importante cominciare a fare pace con la nostra fallibilità.
È come si fa? Quali sono i passi da compiere?

1. Siamo fatti per sbagliare: Errare humanum est, dicevano i latini. Sbagliare fa parte della natura umana, siamo esseri fallibili e dobbiamo abituarci a considerare gli errori una parte ineludibile della nostra esperienza di vita. Molti studi, in questo campo, evidenziano come l’essere umano impari molto di più dagli errori che dai suoi successi grazie all’effetto sorpresa provocato dall’errore che facilita e rinforza l’apprendimento.

2. Riconoscere gli errori: Per imparare dagli errori è importante anzitutto riconoscerli come tali. Chi non è in grado di vederli o di ammetterli continuerà a ripeterli.
Perché talvolta è così difficile riconoscerli? Perché si verifica una dissonanza cognitiva, cioè uno stato di tensione psicologica ed emotiva tra due idee contrastanti ed incompatibili fra loro. Oppure perché l’errore entra in dissonanza con una nostra convinzione radicata, legata a preconcetti o a esperienze precedenti. A volte, infatti, tendiamo a ripetere un comportamento che una volta si è dimostrato vantaggioso senza renderci conto che le circostanze sono cambiate, e che oggi quello stesso comportamento non è più utile ma anzi è fonte di problemi.

3. Fare errori: Può risultare strano ma in una situazione complessa non solo è importante accettare e riconoscere i propri errori, ma può essere utile fare qualcosa di più: rischiare e commetterli deliberatamente. L’errore, infatti, genera diversità e varietà permettendoci di sperimentare e di esplorare.

📍Per maggiori informazioni mi potete trovare anche all'interno dello Studio di Psicologia PuntoPs𝝋.Mestre www.puntopsymestre.it - info@puntopsymestre.it

Il pianto ci permette di esprimere le nostre emozioni ed esprimere i nostri sentimenti!Oggi su PuntoPs𝝋.Mestre parliamo ...
04/05/2020

Il pianto ci permette di esprimere le nostre emozioni ed esprimere i nostri sentimenti!
Oggi su PuntoPs𝝋.Mestre parliamo di questo!
Per informazioni:
alessia.bori@gmail.com
Info@puntopsymestre.it

📍LO SAPEVI CHE…?
Il non è sempre qualcosa di negativo.

Spesso una delle reazioni più comuni nei momenti più complicati è proprio . Questa azione, che sia per o per , viene vista in generale a livello sociale come una forma di debolezza.
Con questo post vogliamo sfatare il mito una volta per tutte: piangere non è da deboli! Questa azione è e utile perché ci permette di sfogarci e di esternare le nostre . Nascondere la tristezza, lo stress o altre sensazioni di questo tipo non fa bene al nostro benessere psico-fisico. Se facciamo finta di essere sempre nel nostro miglior momento a tutti i costi, non avremo l'opportunità di stare meglio, né l’opportunità di risolvere ciò che ci preoccupa. Il pianto è solitamente un modo per lasciar fluire queste emozioni ed è anche una sorta di campanello di allarme per dirci che qualcosa non sta andando come dovrebbe. Chiaramente, le sensazioni negative non sono piacevoli per nessuno ma bisogna accettarle per poterle superare. Questo ci permette di migliorare ogni giorno e di capire quali sono i nostri punti deboli e i nostri problemi. la tristezza è un processo spesso lungo ma necessario per la vita al meglio. Possiamo piangere per rabbia, tristezza, tensione o anche per troppa felicità. Il pianto serve proprio per liberarci delle emozioni accumulate e permette di sentirci meglio subito dopo, più rilassati, meno ansiosi e più leggeri.
Permettersi di piangere quando se ne ha bisogno ci aiuta a mostrare agli altri e a noi stessi il nostro stato d'animo e il nostro coraggio nell'esprimere le nostre emozioni.
Cerchiamo di insegnare anche ai nostri figli a non censurare le lacrime e gli daremo l'opportunità di crescere in maniera più equilibrata e di evitare di nascondere le loro emozioni.

Se ti capita di piangere oppure al contrario se sei una persona che non piange mai e ne vuoi sapere di più noi psicologhe di PuntoPsy siamo qui per parlarne.
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