Dott.ssa Barbara Berton - Biologa Nutrizionista

Dott.ssa Barbara Berton - Biologa Nutrizionista " dai al tuo corpo il cibo giusto, lui saprà cosa farne"!

29/10/2025

28/10/2025
21/10/2025
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🧠 𝐋𝐚 𝐧𝐮𝐭𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞̀ 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐯𝐢𝐯𝐞 𝐢𝐧 𝐥𝐚𝐛𝐨𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨

Sulla carta ci sono formule, percentuali, indici glicemici e linee guida. Nella realtà, però, ci sono persone: con orari impossibili, turni di lavoro, famiglie, stanchezza, fame vera, gusti personali e un cervello che non si spegne mai.

La 𝒏𝒖𝒕𝒓𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒄𝒍𝒊𝒏𝒊𝒄𝒂 non può essere ridotta a un calcolo matematico: è un equilibrio tra ciò che la 𝐟𝐢𝐬𝐢𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐬𝐮𝐠𝐠𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞 e ciò che 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞. Un piano alimentare efficace non è quello “perfetto”, ma quello che riesci a seguire senza 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐠𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚. E' quindi anche arte dell’adattamento.
Un piano alimentare funziona solo se riesce a stare addosso bene, come un abito su misura: non deve stringere, ma nemmeno scivolare via. 𝐃𝐞𝐯𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐚𝐫𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞.

🟢 𝐂𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐫𝐢𝐠𝐢𝐝𝐢𝐭𝐚̀.
Essere costanti non vuol dire pesare ogni granello di riso o vivere a dieta perpetua (ci possono essere fasi iniziali e protocolli che lo prevedono certo ma fanno parte del percorso, 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐞𝐭𝐚).
Essere costanti significa imparare a 𝐦𝐮𝐨𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐞𝐪𝐮𝐢𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢𝐨: sapersi concedere qualcosa senza perdere la rotta, saper tornare al proprio piano senza sensi di colpa.
𝑳𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒂 𝒂𝒅𝒆𝒓𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒏𝒂𝒔𝒄𝒆 𝒅𝒂 𝒖𝒏 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒐𝒓𝒔𝒐 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒊𝒔𝒕𝒊𝒄𝒐, 𝒇𝒍𝒆𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒆 𝒔𝒐𝒔𝒕𝒆𝒏𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 — 𝒏𝒐𝒏 𝒅𝒂 𝒊𝒎𝒑𝒐𝒔𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒆𝒏𝒏𝒊.

🎯 𝐅𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐞𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚.
Solo chi conosce la fisiologia e le variabili cliniche può permettersi di adattare un piano in modo sicuro. Per questo è fondamentale affidarsi a professionisti qualificati e iscritti all’Albo dei Dietisti o dei Biologi o dei Medici che sappiano integrare la scienza con l’ascolto della persona.

𝐌𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐟𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞.
Esistono situazioni cliniche in cui la dieta è a tutti gli effetti una terapia: pensiamo alle patologie renali, al diabete, alla celiachia, alle dislipidemie o a determinate condizioni oncologiche.
In questi casi, la precisione non è un’opzione ma una necessità.
Lì la dieta diventa “farmaco” e, come ogni trattamento, richiede rigore e controllo costante.

𝑈𝑛𝑎 𝑑𝑖𝑒𝑡𝑎 𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑎𝑐𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 “𝑝𝑒𝑟𝑓𝑒𝑡𝑡𝑎”, 𝑚𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑖𝑒𝑠𝑐𝑖 𝑎 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑠𝑒𝑟𝑒𝑛𝑖𝑡𝑎̀. 𝑃𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑙𝑎 𝑛𝑢𝑡𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒, 𝑛𝑎𝑠𝑐𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑒𝑖 𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖, 𝑚𝑎 𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑢𝑖𝑠𝑐𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑖 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖, 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑜, 𝑐𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒𝑧𝑧𝑎.

💬 “𝐋𝐚 𝐝𝐢𝐞𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐞𝐥𝐞𝐧𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐞𝐭𝐢, 𝐦𝐚 𝐮𝐧 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐯𝐢𝐭𝐚. 𝐄 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚 𝐝𝐢 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐢, 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞, 𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚.”

📚 𝐁𝐢𝐛𝐥𝐢𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐚

1) Wing RR, Phelan S. Long-term weight loss maintenance. Am J Clin Nutr. 2005;82(1 Suppl):222S–225S.

2) Dansinger ML, Gleason JA, Griffith JL, Selker HP, Schaefer EJ. Comparison of the Atkins, Ornish, Weight Watchers, and Zone diets for weight loss and heart disease risk reduction: a randomized trial. JAMA. 2005;293(1):43–53.

3) Celis-Morales C, Livingstone KM, Marsaux CFM, et al. Effect of personalized nutrition on health-related behaviour change: evidence from the Food4Me European randomized controlled trial. Int J Epidemiol. 2017;46(2):578–588.

4) Zeevi D, Korem T, Zmora N, et al. Personalized nutrition by prediction of glycemic responses. Cell. 2015;163(5):1079–1094.

5) Thaiss CA, Levy M, Korem T, et al. Predictive metabolic profiling of personalized postprandial responses. Nat Med. 2024;30(2):251–263.

6) American Diabetes Association. Standards of Medical Care in Diabetes—2025. Diabetes Care. 2025;48(Suppl 1):S1–S150.

7) Rubio-Tapia A, Hill ID, Kelly CP, Calderwood AH, Murray JA. ACG Clinical Guidelines: Diagnosis and Management of Celiac Disease. Am J Gastroenterol. 2023;118(2):243–264.

8 ) Kidney Disease: Improving Global Outcomes (KDIGO) 2024 Clinical Practice Guideline for the Evaluation and Management of Chronic Kidney Disease. Kidney Int. 2024;106(1 Suppl):S1–S180.

9) Academy of Nutrition and Dietetics. KDOQI Clinical Practice Guideline for Nutrition in CKD: 2020 Update. J Acad Nutr Diet. 2020;120(12):1983–2022.

11) Arends J, Bachmann P, Baracos V, et al. ESPEN guidelines on nutrition in cancer patients. Clin Nutr. 2021;40(5):2898–2913.

12) Mach F, Baigent C, Catapano AL, et al. 2023 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias. Eur Heart J. 2023;44(36):3239–3331.

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14) Liu D, Li Y, Hu Y, et al. Association of eating frequency and time-restricted eating with weight loss in adults: a systematic review and meta-analysis of randomized clinical trials. JAMA Netw Open. 2024;7(1):e2357814.

15) Hernández-Ruiz Á, García-Fernández E, Aranceta-Bartrina J, et al. Adherence to dietary patterns and their impact on health: a systematic review. Nutrients. 2024;16(3):485.

16) World Health Organization. Healthy diet. WHO Fact Sheet. 2024.

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19) EFSA Panel on Nutrition, Novel Foods and Food Allergens (NDA). Scientific Opinion on dietary reference values for nutrients. EFSA J. 2023;21(4):e07895.

21/10/2025
23/09/2025

B***O: DEMONIZZATO, IDOLATRATO O SEMPLICEMENTE FRAINTESO?

Se c’è un alimento che negli ultimi decenni è stato trasformato in una specie di bersaglio, quello è il b***o. Un giorno lo leggiamo sulle prime pagine come “veIeno puro”, il giorno dopo lo troviamo esaltato come “superfood del passato”. Il risultato? La gente non sa più cosa pensare e finisce per oscillare tra il “non lo tocco mai” e il “me ne spalmo mezzo panetto al giorno perché tanto adesso va di moda il grasso”.

Ecco perché oggi voglio fermarmi e fare chiarezza. Non per dirti “mangia b***o” o “non mangiare mai b***o”, ma per darti strumenti per capire, senza farti condizionare da slogan gridati o da articoli che si basano su un unico studio estrapolato dal contesto.

Perché la verità è che la scienza dell’alimentazione è molto più sfumata.

Perché il b***o è così discusso?

Il b***o è un grasso animale, ottenuto dalla panna del latte. È stato parte della dieta tradizionale europea per secoli, soprattutto in Paesi nordici e montani, dove il clima freddo richiedeva alimenti energetici e conservabili. Poi, negli anni ’60-’80, con l’avvento della teoria “coIesterolo = nemico assoluto”, il b***o è stato messo all’indice... troppi grassi saturi, troppi rischi cardiovascolari.

Al suo posto sono comparsi la margarina e gli oli raffinati di semi. Solo che col tempo si è scoperto che quei grassi idrogenati erano ben più dannosi del b***o. E così siamo passati al filone opposto... rivalutazione del b***o, soprattutto del ghee (b***o chiarificato) nelle diete ayurvediche e poi nelle mode occidentali come la paleo o la chetogenica.

Insomma, un’altalena continua. Ma se togliamo i titoli da giornale, o le grida da slogan, il b***o è semplicemente un alimento con pro e contro, da conoscere e da contestualizzare.

Cosa contiene davvero il b***o?

Il b***o non è un blocco indistinto di “grassi saturi cattivi”. Dentro c’è molto di più:

- Grassi saturi (circa il 65%): non sono tutti uguali. Alcuni hanno catena corta o media, che si comportano diversamente da quelli a lunga catena.

- Acidi grassi a catena corta come il butirrato: sostanza preziosa per la salute dell’intestino, che nutre i colonociti e riduce l’infiammazione.

- Vitamine liposolubili (se il b***o è di qualità): vitamina A, D, E e soprattutto K2, fondamentale per l’equilibrio calcio–ossa–arterie.

- CLA (acido linoleico coniugato): presente soprattutto nei latticini da animali al pascolo, con azione antinfiammatoria e anticancerogena in studi preliminari.

Quindi sì, c’è colesterolo e ci sono saturi. Ma c’è anche un bagaglio di nutrienti che non possiamo liquidare con un “fa male e basta”.

Ogni tanto sui social appare l’affermazione: “Lo dice uno studio: il b***o aumenta la mortaIità”. Punto! Fine del discorso.

Ma le cose non funzionano così. Quando leggiamo uno studio, dobbiamo chiederci:

- È osservazionale (guarda cosa succede in grandi gruppi) o è interventistico (dove si prova a cambiare la dieta e si vedono gli effetti)?

- È stato corretto per tutti i possibili fattori di confondimento (fumo, sedentarietà, altre abitudini alimentari)?

- Che tipo di b***o si è considerato? Industriale o da animali grass-fed?

- Quali erano le quantità? 5 g, 30 g, 100 g al giorno?

- Su quali popolazioni è stato fatto? Persone già malate, o persone sane?

Uno studio osservazionale può trovare che chi mangia più b***o ha più mortalità. Ma chi sono queste persone? Magari sono persone che in generale mangiano male, fumano, bevono di più, si muovono poco. Il b***o in sé diventa un “marker” di uno stile di vita, non la causa diretta di m0rte.

Lo stesso vale al contrario, non basta uno studio che dica “il b***o è protettivo” per spingerci a spalmarne quantità esagerate al giorno sul pane.

La scienza è fatta di insiemi di prove, meta-analisi, revisioni sistematiche, confronto con la fisiologia. E soprattutto, la scienza richiede contestualizzazione cIinica non urla da banchi del mercato.

Il legame tra b***o e malattie cardiovascolari è stato per anni il grande spauracchio. Oggi sappiamo che i grassi saturi non sono tutti uguali e che il rischio dipende da:

- Quantità consumata,

- Tipo di alimentazione complessiva,

- Stato metabolico della persona (un soggetto con insulino-resistenza reagisce diversamente da uno sportivo con metabolismo sano),

- Qualità del b***o.

Alcuni studi mostrano che un consumo moderato di b***o (piccole quantità al giorno) non aumenta significativamente il rischio cardiovascolare, mentre altri vedono un’associazione debole. Nessuno però dimostra un nesso causale diretto forte come si pensava un tempo.

Qui arriva un punto interessante, il b***o, proprio grazie al butirrato, può avere effetti positivi sul microbiota e sulla barriera intestinale. Il butirrato è lo stesso acido grasso che i nostri batteri producono fermentando fibre. È fondamentale per mantenere intatto l’epitelio intestinale e ridurre l’infiammazione.

Certo, non serve abbuffarsi di b***o per ottenerlo, meglio produrlo con le fibre che nutrono i batteri giusti. Ma la presenza nel b***o di piccole quantità naturali di butirrato è un punto a favore.

E ora veniamo al problema delle intolleranze. Attenzione, b***o e latticini non sono la stessa cosa. Il b***o contiene pochissimo lattosio, quindi chi è intollerante al lattosio spesso lo tollera.

Ma contiene caseina, che in alcune persone (soprattutto con autoimmunità) scatena risposte immunitarie per via della mimetizzazione molecolare.

Il ghee, cioè il b***o chiarificato, viene preparato eliminando quasi completamente la caseina e il lattosio. Quindi, è ben tollerato da chi ha intolleranza al lattosio, e anche da molte persone sensibili alla caseina (anche se nei soggetti con autoimmunità molto reattiva è sempre meglio testare la tolleranza individuale, perché tracce minime possono rimanere).

In pratica, il ghee è grasso puro con un profilo ricco di acidi grassi a catena corta e media, vitamine liposolubili e un buon punto di fumo (quindi resiste meglio alle cotture rispetto al b***o tradizionale).

Ecco perché c’è chi deve evitarlo del tutto e chi invece lo tollera senza problemi.

E allora, b***o sì o no?

La risposta è... dipende.

Se hai una dieta già ricca di grassi saturi da carni rosse, insaccati e fritti, aggiungere b***o peggiora il quadro.

Se hai infiammazione cronica, autoimmunità o sensibilità alla caseina, il b***o può essere un trigger.

Se invece segui una dieta equilibrata, con tante verdure, fibre, proteine di qualità, grassi buoni da olio extravergine e semi oleosi, un po’ di b***o di buona qualità non è un dramma.

Se è b***o da animali al pascolo, con più CLA e K2, è diverso rispetto al b***o industriale da allevamenti intensivi.

Il punto centrale è la personalizzazione, non esiste un “fa bene a tutti” o “fa male a tutti”.

Perché la disinformazione fa danni!

Il problema non è il b***o in sé. Il problema sono i messaggi estremi che circolano:

- “Se mangi b***o muori prima.”

- “Il b***o è la cura di tutto.”

Entrambe sono falsità, perché semplificano e manipolano. Le persone che leggono, già confuse e preoccupate, finiscono per oscillare tra paura e abusi, senza trovare equilibrio.

Un vero professionista non spaventa, non lancia anatemi, non cita uno studio come fosse una Bibbia. Un vero professionista spiega che il corpo è complesso e che ogni alimento va valutato nel contesto.

Il b***o non è un veleno, ma nemmeno un superfood miracoloso.

In piccole quantità, di buona qualità, in una dieta ricca di vegetali e fibre, non rappresenta un pericolo per la maggior parte delle persone sane.

Per altri (autoimmuni, sensibili alla caseina, dislipidemici) può essere un alimento da ridurre o evitare.

Non affidate la vostra salute a slogan da social o a chi brandisce uno studio come arma definitiva.

La verità è che il b***o è solo un tassello in un mosaico molto più grande, quello del tuo stile di vita complessivo.

Il messaggio che voglio lasciarti è semplice. Non farti travolgere da chi urla “bianco o nero”. La salute vive nei toni di grigio, nell’equilibrio e nella personalizzazione. Il b***o non ti manda al cimitero e non ti salva la vita. È un alimento tradizionale, da dosare e da contestualizzare, come ogni altra cosa che portiamo a tavola.

E davvero non capisco come si possa seguire odio e rabbia sui social e addirittura metterci ‘mi piace’, ricordate che quell’energia tossica non resta solo lì, ma finisce per intossicare anche voi.

XO - Patrizia Coffaro

23/09/2025

Con l’arrivo dell’autunno la nostra tavola si arricchisce di nuovi frutti deliziosi e ricchi di nutrienti.

Ricorda di consumare 2-3 porzioni al giorno di frutta fresca: mele, mandarini, cachi, pere, melagrana e uva sono solo alcuni dei frutti che caratterizzano la stagione appena iniziata.

Per saperne di più, visita la sezione “Alimenti” del nostro sito 👉 https://smartfood.ieo.it/alimenti/

23/09/2025

Idea x il pranzo o cena
Insalata di fagioli 🫘 pomodori 🍅 e olive 🫒
Bruschette con avocado 🥑 e tonno 🍣

Indirizzo

Venice

Orario di apertura

Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 14:00 - 18:00
Venerdì 20:30 - 13:00
Sabato 09:00 - 00:00

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