22/01/2023
"Il peso veniva direttamente associato alla prestazione: più sei magra, più sei leggera, più sei leggera e meno incorri in infortuni e, di conseguenza, diventi più brava. Tutto girava intorno a cosa ingerivo durante il giorno e a quanto sarebbe stato il numero che compariva sulla bilancia il giorno dopo".
"A una piccola atleta direi di non farsi influenzare da quelli che si impongono come modelli estetici di riferimento, le direi di guardarsi allo specchio senza volersi diversa da ciò che è realmente".
"Sono cresciuta di 10 centimetri e ho iniziato ad avere delle forme da ragazza insieme, finalmente, a una costituzione più muscolosa ed esplosiva. Ora dico 'finalmente', ma in quel periodo non stavo bene con me stessa, non mi piacevo affatto. Questo ha anche portato a un cambiamento radicale del mio carattere. Ero molto molto insicura e avevo una autostima bassissima. Ancora adesso mi porto dietro le conseguenze di questa 'negatività'".
Tre testimonianze, tre voci delle ginnaste protagoniste di 𝙄𝙤 𝙨𝙤𝙣𝙤. 𝙐𝙣 𝙥𝙧𝙤𝙜𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙛𝙤𝙩𝙤𝙜𝙧𝙖𝙛𝙞𝙘𝙤 di Filippo Tomasi
Per ragionare in forma collettiva sull'importanza dell'autodeterminazione, sull'attenzione ai corpi nei luoghi di sport. Quei corpi che da una parte si pretendono macchine perfette, dall’altra devono fare i conti con la “vita reale” e i canoni imposti a livello sociale.
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