Laura Bologna Psicologa Psicoterapeuta

Laura Bologna Psicologa Psicoterapeuta Sono una Psicologa - Psicoterapeuta di orientamento Sistemico-Relazionale e di Terapia Breve Strategica.

Sono una Psicologa - Psicoterapeuta con formazione in Terapia Sistemico-Relazionale e Terapia Breve Strategica. Il mio lavoro consiste nell'aiutare le persone ad uscire dalle situazioni in cui sono bloccate e a trovare una soluzione ai problemi in Tempi Brevi.

27/03/2025

Questa frase di Gabriel Garcia Marquez ci porta a riflettere su una domanda importante che spesso ci poniamo nelle relazioni d’amore: quanto è giusto che io investa nel rapporto con l’altro? È il caso che io mi “butti” nella relazione senza paracadute, esprimendo tutto ciò che sento? O è meglio “dare” meno e non lasciarsi coinvolgere troppo per evitare di soffrire in modo eccessivo se il rapporto dovesse finire?
Ovviamente non c’è una risposta più “giusta” dell’altra... ognuno di noi sceglie il modo in cui vuole amare e quanto vuole “rischiare” di soffrire... e rispetto a questa scelta sicuramente hanno una grande influenza le precedenti esperienze che abbiamo vissuto.. Mi capita spesso di vedere persone che sono così stanche di sentirsi deluse dagli altri, che iniziano a disinvestire nelle relazioni...
Nonostante ciò sia perfettamente comprensibile, personalmente penso che se non viviamo le relazioni fino in fondo, con tutti i rischi che ciò può comportare, probabilmente ci priveremo della possibilità di sperimentare tutte quelle emozioni e sensazioni che possiamo provare solo quando ci lasciamo coinvolgere in un rapporto.
Iniziare una relazione comporta sempre un rischio, perché sappiamo come inizia ma non sappiamo come potrà finire.. credo che sia comunque da valutare bene anche “il rischio di non rischiare”, rinunciando a vivere dei momenti di quella particolare forma di felicità che può nascere solo dall’esperienza di innamorarsi...

Un sentito grazie al dott. Lancini, che ieri abbiamo avuto il piacere di ospitare al palazzo dellaGran Guardia.  Interes...
17/12/2023

Un sentito grazie al dott. Lancini, che ieri abbiamo avuto il piacere di ospitare al palazzo dellaGran Guardia. Interessantissimo l’argomento che ha trattato, e soprattutto la prospettiva con cui l’ha affrontato. Meritassimo il lungo applauso finale da parte del pubblico, che, per tutta la durata della Conferenza, è rimasto totalmente catturato dalle sue parole.

A partire dal 25 novembre il palazzo della Gran Guardia ospiterà 5 Conferenze gratuite sul tema dell’adolescenza con deg...
13/11/2023

A partire dal 25 novembre il palazzo della Gran Guardia ospiterà 5 Conferenze gratuite sul tema dell’adolescenza con degli ospiti di eccezione di fama nazionale e internazionale. Si richiede la prenotazione del posto tramite il sito www.veronaelapsicologia.it.
Vi aspettiamo!

10/11/2023
17/12/2022

"La cosa migliore da fare quando si è tristi”, replicò Merlino, cominciando a soffiare e sbuffare, “è imparare qualcosa. È l'unica cosa che non fallisce mai. Puoi essere invecchiato, con il tuo corpo tremolante e indebolito, puoi passare notti insonni ad ascoltare la malattia che prende le tue vene, puoi perdere il tuo solo amore, puoi vedere il mondo attorno a te devastato da lunatici maligni, o sapere che il tuo onore è calpestato nelle fogne delle menti più vili. C'è solo una cosa che tu possa fare per questo: imparare. Impara perché il mondo si muove, e cosa lo muove. Questa è l'unica cosa di cui la mente non si stancherà mai, non si alienerà mai, non ne sarà mai torturata, né spaventata o intimidita, né sognerà mai di pentirsene. Imparare è l'unica cosa per te. Guarda quante cose ci sono da imparare".

[T. H. White]

23/05/2022

"A 40 anni Franz Kafka, che non si è mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita. La bambina e Kafka cercarono la bambola senza successo. Kafka le propose di incontrarsi di nuovo lì il giorno dopo, per tornare a cercarla insieme.

Il giorno seguente, non avendo ancora trovato la bambola, Kafka consegnò alla bambina una lettera "scritta" dalla bambola che diceva: "per favore, non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure."

Così iniziò una storia che proseguì fino alla fine della vita di Kafka. Durante i loro incontri, Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili.

Alla fine Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.

“Non assomiglia affatto alla mia bambola", disse la bambina. Kafka le consegnò allora un'altra lettera in cui la bambola scriveva: "i miei viaggi mi hanno cambiato”. La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò a casa tutta felice.

L’anno seguente Kafka morì.

Molti anni dopo la bambina, oramai adulta, trovò un messaggio dentro la bambola. Nella breve lettera firmata da Kafka c‘era scritto: "tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l'amore tornerà in un altro modo."

("Kafka e la bambola viaggiatrice”, di Jordi Sierra I Fabra)

28/02/2022

In questi giorni riflettevo sul fatto che in alcuni momenti dovremmo semplicemente fermarci… e aspettare… per capire cosa fare. Perché una delle trappole in cui cadiamo più spesso, e che si rivela una delle più insidiose, è quella di cercare di evitare il dolore della perdita, del rifiuto, del fallimento, del vuoto. E per evitare di stare male, “agiamo”. Cioè facciamo qualsiasi cosa ci sembra possa distrarci dalla nostra sofferenza, creando però spesso situazioni che avranno delle conseguenze negative, e a volte addirittura disastrose. Il dolore è parte della vita e ha bisogno di essere sentito e vissuto perché noi possiamo andare avanti e andare oltre… ed evitarlo non è mai una strategia vincente. Quindi, quando vi accadrà di nuovo di stare male, FERMATEVI. VIVETE quello che sentite. ASCOLTATEVI per capire di cosa avete veramente bisogno. E NON ACCONTENTATEVI DI NULLA DI MENO.

26/02/2022

“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”

Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.

Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.

L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.

Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.

Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”

“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”

“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”.

- Le storie di Maui, 111 giardini verso la felicità

25/02/2022
Solo se sentiamo la mancanza di qualcosa può nascere dentro di noi il desiderio di cercarla… e la spinta ad agire… Ma fi...
12/09/2021

Solo se sentiamo la mancanza di qualcosa può nascere dentro di noi il desiderio di cercarla… e la spinta ad agire… Ma finché ci accontentiamo di ciò che abbiamo, rischiamo di fermarci e non ottenere nulla di più di ciò che abbiamo già..
C’è chi pensa che per trovare la felicità ci si debba accontentare di ciò che si ha… e chi invece pensa che non bisognerebbe mai smettere di desiderare e andare avanti a cercare altro… Nessuno sa quale sia la strada migliore tra le due… ognuna ha dei vantaggi e degli svantaggi… ma come sempre sta a noi la scelta di quale strada seguire.

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Venerdì 08:00 - 20:00
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