Dr. Alessio Congiu - Psicologo

Dr. Alessio Congiu - Psicologo Psicologo Psicoterapeuta a Verona e online.

Specializzato nella gestione di ansia, fobie, ipocondria, depressione, scoppi di rabbia, dipendenze ed esperienze traumatiche nell'adulto. Utilizzo la Terapia Cognitivo-Comportamentale, la Mindfulness, l'EMDR e altre pratiche terapeutiche secondo scienza e coscienza.

Oggi non riesco, ma va bene così.Ma come?Ieri riuscivo, tutto filava dritto e oggi invece no?Com’è possibile?!È possibil...
07/11/2025

Oggi non riesco, ma va bene così.

Ma come?

Ieri riuscivo, tutto filava dritto e oggi invece no?

Com’è possibile?!

È possibile e per più ragioni.

A volte non sempre così chiare da comprendere.

Altre volte invece non comprensibili punto e basta.

Succede.

Ma quel che è certo è che domani riuscirò di nuovo.

Come già accaduto in passato.

Non siamo macchine, anche se volte ce lo dimentichiamo.

Pensiamo a una cosa, e vogliamo ottenerla.

Così come l’abbiamo pensata.

Incuranti di limiti fisici, mentali, ambientali, culturali, etc.

Fortuna vuole che c’è la realtà a ricordarci che siamo umani.

A patto di saperla decifrare nel modo opportuno!

Dunque, non riuscite con serenità.

Domani è un altro giorno e vedrà.

Fa anche rima!

Più di questo che volete?!

Un problema comune che coinvolge giovani e meno giovani alle prime esperienze con il mondo del lavoro è quello legato al...
04/11/2025

Un problema comune che coinvolge giovani e meno giovani alle prime esperienze con il mondo del lavoro è quello legato all’acquisizione di una professionalità lavorativa.

Una delle ragioni che talvolta caratterizza tale sfida ambiente è la difficoltà del giovane ad accettare la nuova identità sociale che il ruolo come lavoratore richiede di assumere.

Indossare i panni della persona professionale, infatti, comporta l’adesione a un insieme di valori e regole etiche non scritte che il giovane può non condividere o sentire distanti dalla propria persona.

Si parla, ad esempio, del rispetto del valore del sacrificio personale, dell’affidabilità, della coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, come pure della capacità di pianificazione e gestione del proprio tempo.

Da un lato, molti di questi principi fanno già parte, o diverranno parte, del bagaglio valoriale del giovane nel proseguo della propria crescita personale.

Ne sono un esempio, il valore della lealtà, della giustizia, della correttezza, del rispetto, etc.

Dall’altro, tuttavia, altri valori potrebbero scontrarsi con il suo attuale livello di sviluppo, con alcune sue caratteristiche personali o con i valori che starebbero già fondando la sua personalità.

Ad esempio, il rispetto della puntualità, della precisione e della costanza potrebbero costituire un problema per un giovane geneticamente predisposto a essere impulsivo e con “la testa tra le nuvole”.

O ancora il dover assumere un atteggiamento formale, asettico e autonomo potrebbe risultare più difficile in presenza di valori come quelli della confidenzialità, del cameratismo e della gruppalità.

Sentimenti di intensa ansia, smarrimento e rassegnazione potrebbero così ritardare l’acquisizione della professionalità più indicata per il giovane nel rispetto della sua specificità come persona.

Un percorso di supporto emotivo e di orientamento al futuro, capace di mettere in evidenza i valori del giovane, è quello che meglio potrebbe facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro.

Non c’è niente di male, Pallino, ad avere paura.Non devi vergognarti.Né pensare di essere diverso dagli altri.O sbagliat...
01/11/2025

Non c’è niente di male, Pallino, ad avere paura.

Non devi vergognarti.

Né pensare di essere diverso dagli altri.

O sbagliato.

O debole.

Anzi, è proprio la paura che ti permette di sentirti forte.

Perché serve tanta forza e coraggio per affrontarla.

Quando tutto va bene, infatti, che forza servirà mai?

E quale coraggio è richiesto quando tutto fila liscio?

In discesa tutti i sassi rotolano giù.

Hai mai visto invece un sasso rotolare in salita?!

Per portarlo in cima serve forza!

E tanto più grande il sasso, quanta più forza ci devi mettere!

Così la paura.

Tanta più grande è la paura, quanto più coraggio serve per affrontarla!

Certo, a volte la paura è un gran bel macigno.

Di quelli che non si muovono nemmeno di una virgola.

A voglia a portarlo su in cima!

Specialmente se si è soli nel farlo.

Ecco, mio caro Pallino.

Forse non è questione di essere o non essere deboli.

Ma solo di dividere il peso con qualcuno che ci dà una mano.

Y: «Dottore, perché mi guarda così?».Io: «Non sto guardo lei, ma me stesso».Io: «Ciò che le sue parole stanno suscitando...
31/10/2025

Y: «Dottore, perché mi guarda così?».

Io: «Non sto guardo lei, ma me stesso».

Io: «Ciò che le sue parole stanno suscitando dentro di me».

Y: «Empatia?»

Io: «Una specie».

Io: «Le crea disagio?».

Y: «No, ora che me lo ha spiegato no».

Y: «Anzi mi piace».

Imbarazzano certi sguardi.

Quelli “pesanti”, che vanno al di là di ciò che si vede.

Specialmente se sanno di sconosciuto.

L’ombra del giudizio è sempre dietro l’angolo.

Ma non tutto ciò che è ignoto è lì per nuocere.

A volte serve solo capire e farne esperienza.

Le crisi emotive possono essere considerate come dei momenti in cui la nostra emotività raggiunge dei picchi particolarm...
30/10/2025

Le crisi emotive possono essere considerate come dei momenti in cui la nostra emotività raggiunge dei picchi particolarmente intensi.

Tanto intensi da portarci a vivere un grande disagio psicologico e a perdere parzialmente il controllo sul nostro comportamento.

Ad esempio, la crisi emotiva può accompagnarsi a una sensazione interna di estremo stress e sovraccarico psico-fisico.

Tale reazione può culminare in stati di sopraffazione emotiva e impotenza che portano a compiere gesti d'impulso.

Ne sono un esempio:

• lanciare o rompere oggetti sotto l'effetto di uno scoppio di rabbia;
• imprecare contro qualcuno;
• sentire di non avere energia;
• trascorrere tutto il giorno a letto.

Come spesso accade, successivamente all'agito impulsivo la persona può vivere confusione, imbarazzo e senso di colpa.

Nei casi più estremi la persona può anche non ricordare quanto ha detto o compiuto durante lo stato di crisi emotiva (amnesia dissociativa).

Come tali, le crisi emotive possono manifestarsi come stati di eccessiva agitazione interna, come pure di totale spegnimento.

Ossia condizioni in cui l'emotività va al di fuori della nostra capacità di tolleranza emotiva.

Tali condizioni possono presentarsi sia in presenza di emozioni particolarmente spiacevoli, sia in presenza di emozioni piacevoli.

Una terapia incentrata sul potenziamento delle capacità di regolare le emozioni mantenendole entro certi limiti di tollerabilità e gestione è, in questo caso, quella più indicata.

Purtroppo la vita non è sempre giusta, Pallino.Tu puoi comportarti bene, fare tutto quello che è serve e che è giusto.Ep...
29/10/2025

Purtroppo la vita non è sempre giusta, Pallino.

Tu puoi comportarti bene, fare tutto quello che è serve e che è giusto.

Eppure le cose belle possono non arrivare.

Anzi, possono addirittura capitare cose spiacevoli.

E cose belle a chi invece non le merita.

È triste tutto questo, lo so, e fa ve**re una gran rabbia.

Non è giusto, infatti, che chi merita non sia felice.

Come pure che la felicità vada a chi invece non la merita.

Eppure è così, mio caro Pallino.

La vita non sempre è bella e giusta.

E abbiamo bisogno di prenderla così, per com’è.

Anche se non è giusto.

Anche se non è bello.

Perché non farlo ci porterebbe solo a vivere peggio.

E anche questo non è giusto.

Specialmente se non abbiamo fatto niente per meritarlo.

Specialmente se abbiamo già sofferto.

Impara ad andare oltre le ingiustizie del mondo, Pallino.

A mettere da parte i “come dovrebbe” o i “non dovrebbe essere”.

Impara ad apprezzare ciò che la vita ti dà.

Bello o brutto che sia.

Anche se è difficile.

Perché non è mai tardi per iniziare a vivere in pace.

Perché tu meriti di essere sereno.

E puoi esserlo realmente.

Anche con tutti i motivi del mondo per non esserlo.

29/10/2025

Quando siamo stressati tutto il nostro corpo è in stato di stress.Le nostre braccia, le nostre gambe, il nostro busto, l...
22/10/2025

Quando siamo stressati tutto il nostro corpo è in stato di stress.

Le nostre braccia, le nostre gambe, il nostro busto, la nostra schiena.

Anche la mente entra in una condizione di stress.

Parlare di mente stressata equivale a parlare di minore consapevolezza.

Lo stress, infatti, assottiglia la nostra capacità di osservare noi stessi.

A una mente stressata non serve far caso al corpo o a se stessa nel suo operato.

Non serve sentire se il corpo è teso o se il cuore pulsa più velocemente.

Non serve nemmeno sapere se si è agitati o nervosi.

O se si hanno pensieri negativi di qualche genere.

Serve solo farsi trovare pronta a reagire alle sfide di adattamento ambientale.

Al cambiamento, in soldoni.

Alcune volte questo significherà affrontare un cambiamento positivo.

Una gita fuoriporta, l’incontro fortuito con un caro amico, una vincita inaspettata.

Altre volte, invece, questo significherà affrontare un cambiamento negativo.

Una difficoltà sul lavoro, un conflitto in famiglia, un imprevisto economico.

Solitamente è per quest’ultimo tipo di eventi che ci si lamenta.

Per questi si dice di essere “stressati”.

Ebbene, la “cura” per queste situazioni non è non stressarsi.

Una macchina senza benzina, infatti, non si muove mica!

Ma stressarsi quel tanto che può realmente essere utile per ciò che stiamo facendo.

Se si è fermi al semaforo con la macchina in f***e non serve pigiare sull’acceleratore!

Questo può avve**re in un modo: aumentare la consapevolezza di sé.

Passare dal reagire, all’osservare.

O, se preferite, dal fare all’essere.

Se dunque voleste stressarvi meno, provate ad osservarvi di tanto in tanto.

Facendo caso a ciò che state:

- sentendo nel corpo;
- provando emotivamente;
- pensando tra voi stessi;
- facendo in un dato momento.

Un atteggiamento fermo e deciso, volto a difendere le proprie idee e valori, è solitamente noto nella letteratura psicol...
21/10/2025

Un atteggiamento fermo e deciso, volto a difendere le proprie idee e valori, è solitamente noto nella letteratura psicologica come “assertivo” ed associato a più alti livelli di benessere e autostima.

Al tempo stesso, una sproporzione in tale attitudine, nei termini di inflessibilità con cui la si assume ed eccessività dell’intensità della rabbia con cui la si esprime, può comportare l’effetto opposto.

Ad esempio, l’incapacità di adattare alle diverse circostanze l’assunzione di tale atteggiamento può minare la salvaguardia della propria persona.

Non tutte le persone, infatti, sono capaci di sostenere conversioni con persone solite ad assumere un atteggiamento “energico”, “ruspante” e “garibaldino”, vivendo lo stesso come una minaccia da cui difendersi.

In alcuni casi chi abbiamo di fronte, sentendosi attaccato, si difende assumendo un atteggiamento passivo, qual può essere una chiusura caratterizzata da mero ascolto, accondiscendenza di circostanza e dallo sforzo di cambiare discorso.

In altri, al contrario, la difesa di chi abbiamo di fronte si concretizza nell’assunzione di un atteggiamento aggressivo che porta ad attacchi verbali (ad es., offese, critiche manipolative) o fisici (ad es., spinte, schiaffi) ai nostri danni.

Come risultato, nell’un caso potremmo sentirci in colpa e in difetto, e viverci di riflesso come “brutti e cattivi”, nell’altro sentirci invece vulnerabili e impotenti, e interiorizzare di conseguenza le critiche aggressive sentendoci inadeguati.

Nelle circostanze in cui fosse un proprio interesse (a) non recare danno all’interlocutore e (b) non ricevere danni da questi a nostra volta, l’assunzione di un atteggiamento più mite, riflessivo e diplomatico si mostra la scelta migliore.

Esercizi volti ad accrescere le competenze di comprensione dell’altro (cognizione sociale) e di se stessi (mentalizzazione) riducono la rigidità con cui si assume tale atteggiamento, modulandone al contempo l’espressività emotiva e comportamentale.

Non possiamo piacere a tutti Pallino.Ma neanche a nessuno.Immagino però come tu possa sentirti.Solo.Quando ci si sente s...
20/10/2025

Non possiamo piacere a tutti Pallino.

Ma neanche a nessuno.

Immagino però come tu possa sentirti.

Solo.

Quando ci si sente soli si finisce spesso per sentirsi antipatici.

Anche perché, come poter giustificare la propria solitudine?

Non sempre, tuttavia, siamo soli perché non piacciamo agli altri.

Delle volte siamo noi, infatti, che non ci troviamo bene con gli altri.

Questi “altri” magari ci sarebbero pure, ma non ne teniamo conto.

Ci annoiano, ci innervosiscono, ci feriscono, ci incupiscono e così via.

E chi vorrebbe starci con gente simile?!

Meglio soli che male accompagnati, ci diciamo.

Se non fosse che poi questa solitudine pesa.

Forse il punto, mio caro Pallino, non è che la gente ti vede antipatico.

Piuttosto, è che non senti di avere accanto un certo tipo di persone.

Persone che ti capiscono e ti stimano, ma anche che tu capisci e stimi.

Persone che ti stimolano e che vengono da te stimolate.

In pratica, persone con cui stare reciprocamente bene.

Non è facile trovare questo tipo di persone.

Ma ancora più difficile è trovare tutto questo in un’unica persona!

Non è che stai cercando una super-persona Pallino?!

Quante persone effettivamente possono dire di conoscere gente simile?

Un qualcuno capace di soddisfare la maggior parte dei propri bisogni?

La vorremmo tutti una persona così!

Che dico una?!

Dieci! Cento! Mille!

Ma la realtà ci mostra qualcosa di un po' diverso.

E così usciamo con Tizio.

E così usciamo con Caio.

Perché con Tizio ci sentiamo capiti.

Ma con Caio si fanno delle grasse risate!

Dunque, mio buon Pallino, non cercare rapporti idealizzati, simbiotici e totalizzanti.

Piuttosto, apriti a nuove conoscenze accettando i limiti degli altri.

E già che ci sei, apriti anche ai tuoi limiti, senza dover essere perfetto.

Alla gente andrai bene lo stesso.

Ma in modo normale.

Ossia non a tutti e non su tutto.

Indirizzo

Stradone Porta Palio 70
Verona
37122

Orario di apertura

Lunedì 17:00 - 20:00
Martedì 10:30 - 20:00
Mercoledì 10:30 - 20:00
Giovedì 10:30 - 20:00
Venerdì 10:30 - 20:00
Sabato 14:30 - 19:30

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FORMAZIONE E SERVIZI OFFERTI

Dr. Alessio Congiu

Psicologo Clinico a orientamento Cognitivo-Comportamentale, iscritto all'albo A dell'Ordine degli Psicologi del Veneto al n. 10147

FORMAZIONE PROFESSIONALE

Nel Settembre del 2009 mi iscrivo alla Facoltà di Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali dell'Università di Bologna, dando avvio ad un itinerario didattico nel quale l'apprendimento di conoscenze teoriche si è sempre accompagnato ad un faticoso lavoro svolto sulla propria persona.