25/12/2025
Rompere lo stallo
Come la terapia con onde d’urto può riattivare la guarigione nelle fratture ostinate
La non-unione di frattura — ovvero una frattura che non riesce a consolidarsi dopo un periodo prolungato — rappresenta una delle complicanze più complesse in ortopedia e interessa circa il 5–10% di tutte le fratture.
Tradizionalmente, il gold standard terapeutico è rappresentato dalla chirurgia, spesso tramite innesto osseo. Tuttavia, questo approccio comporta rischi rilevanti, tra cui infezioni, complicanze post-operatorie e morbilità del sito donatore.
Una revisione sistematica con meta-analisi del 2022, pubblicata sul Journal of Clinical Medicine, ha valutato un’alternativa promettente e non invasiva: la terapia extracorporea con onde d’urto (ESWT).
Lo studio ha analizzato 23 pubblicazioni per un totale di oltre 1.200 casi di non-unione di ossa lunghe, con l’obiettivo di comprendere i meccanismi d’azione dell’ESWT e i fattori associati al successo clinico.
⸻
⚡ Come funziona davvero l’ESWT?
L’efficacia delle onde d’urto non si basa su un semplice effetto meccanico di “riattivazione” dell’osso.
L’ESWT agisce piuttosto come un potente stimolo biologico.
Le evidenze scientifiche indicano che le onde d’urto:
• favoriscono la proliferazione e differenziazione delle cellule staminali mesenchimali in cellule osteoprogenitrici;
• stimolano il rilascio di fattori biologici chiave, tra cui:
• TGF-β1 (Transforming Growth Factor Beta 1), fondamentale per la rigenerazione tissutale;
• VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor), essenziale per la formazione di nuovi vasi sanguigni;
• inducono il rilascio di ATP, che promuove la differenziazione osteogenica;
• favoriscono la neovascolarizzazione, elemento cruciale per l’apporto di nutrienti e la migrazione cellulare nel sito di frattura.
⸻
📈 Tassi di successo: ESWT vs chirurgia
La revisione ha evidenziato che circa il 73% delle non-unioni di ossa lunghe trattate con ESWT è andato incontro a guarigione.
Un risultato paragonabile a quello della chirurgia, che presenta tassi di successo intorno all’80%, ma ottenuto senza i rischi associati alle procedure invasive.
⸻
🎯 Fattori chiave che influenzano la guarigione
1️⃣ Sede anatomica
I risultati variano significativamente in base alla localizzazione della frattura:
• ossa Metatarsali: 90%
• Tibia: 75,5%
• Femore: 66,9%
• Omero: 63,9%
Le percentuali più elevate si osservano nelle ossa più superficiali, come i metatarsali. Gli autori ipotizzano un ruolo dell’“effetto Hopkins” e della minore interposizione dei tessuti molli, che permette una migliore trasmissione e riflessione dell’onda d’urto sull’osso corticale.
⸻
2️⃣ Tipo di non-unione
Dal punto di vista radiologico, le non-unioni si distinguono in:
• ipertrofiche, caratterizzate da abbondante callo osseo e buon potenziale biologico;
• oligotrofiche o atrofiche, con scarsa o assente formazione di callo.
Le forme ipertrofiche hanno mostrato una risposta nettamente superiore all’ESWT, con tassi di guarigione fino a tre volte maggiori rispetto alle forme atrofiche.
⸻
3️⃣ Tempistica del trattamento
Il tempo è un fattore determinante.
Un intervallo più breve tra la frattura e l’inizio del trattamento con ESWT è associato a migliori risultati.
Un’attesa superiore ai 12 mesi aumenta il rischio di insuccesso, in particolare nelle non-unioni del femore e dell’ulna.
⸻
4️⃣ Densità di flusso energetico (EFD)
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, più energia non significa maggiore efficacia.
• EFD più basse (< 0,40 mJ/mm²) sono state associate a tassi di guarigione più elevati;
• negli studi sui femori trattati con EFD < 0,40 mJ/mm², il tasso di guarigione ha raggiunto il 93%;
• intensità più elevate (0,55–0,62 mJ/mm²) hanno mostrato risultati inferiori, con percentuali tra il 52% e il 75%.
⸻
🏥 Implicazioni cliniche
Un messaggio importante per clinici e pazienti è che 6 mesi di follow-up possono essere insufficienti per valutare il successo del trattamento.
I tassi di guarigione continuano ad aumentare anche oltre i 6 mesi dall’ultima seduta, suggerendo la necessità di pazienza e monitoraggio a lungo termine prima di dichiarare il fallimento terapeutico.
⸻
✅ Conclusioni
La terapia extracorporea con onde d’urto rappresenta una opzione sicura, efficace e non invasiva per il trattamento delle non-unioni di ossa lunghe, in particolare:
• nelle forme ipertrofiche;
• nelle fratture dei metatarsi.
La chirurgia rimane indispensabile nei casi instabili che richiedono una fissazione meccanica, ma l’ESWT offre un’alternativa valida per evitare — quando possibile — le complicanze della sala operatoria