Dr.ssa Arianna Favalli

Dr.ssa Arianna Favalli Consulenza psicologica Verona psicoterapia sistemica e EMDR

13/11/2025

TORNA L’EDUCAZIONE AFFETTIVA E SESSUALE NELLE SCUOLE: PENSIAMOCI SU!

Ieri ll governo ha abolito il divieto di effettuare educazione affettiva e sessuale nelle scuole secondarie di primo grado. Lo stesso Governo poche settimane fa aveva votato un emendamento che invece imponeva tale divieto alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Quindi da oggi si potrà reintrodurre l’educazione affettiva e sessuale con gli studenti preadolescenti, anche se sarà necessario richiedere per tali attività il consenso dei genitori che dovranno essere a conoscenza dei temi e del materiale didattico trattati.

Anche dai miei profili social avevo profondamente criticato il divieto imposto, per cui penso che il Governo abbia fatto molto bene a ripristinare ciò che una precedente circolare ministeriale – alcuni mesi fa - aveva chiesto alle scuole: ovvero di essere promotive di una educazione affettiva e sessuale da implementare previa informazione e consenso delle famiglie.

Penso che ciò che è accaduto (ovvero dire che va fatta, per poi dire che non va fatta per poi correggersi e dire che va fatta) non sia altro che un indicatore di quanto ancora sia divisivo, anche all’interno della stessa maggioranza, il dibattito intorno ad un tema che è di importanza vitale per i nostri figli e figlie.

Massimo Recalcati in un lungo articolo su la Repubblica ha affermato che non c’è bisogno di un’educazione specifica in questo ambito, cui ha fatto seguito una risposta di Concita de Gregorio con pensiero divergente alla quale Recalcati ha risposto a sua volta ribadendo, più o meno, ciò che aveva affermato nel primo articolo. Immagino quanto confusa possa essere la percezione del genitore di fronte ad un caos mai risolto non solo a livello politico, ma anche a livello culturale e specialistico.

Se chi se ne deve occupare per mestiere afferma tutto e il contrario di tutto, come può il genitore medio dotarsi di una consapevolezza solida? Chi può essere considerato davvero autorevole in questo ambito? Sono domande inevitabili che non fanno altro che mettere in scena il vuoto metodologico e culturale che nella nostra nazione sembra irrisolvibile. Penso che questi temi, che appartengono al concetto stesso di salute e prevenzione primaria, debbano diventare materiale curricolare di tutti i corsi di laurea che si occupano della cura della persona e dell’educazione. Ci devono essere formazioni e insegnamenti specifici nei corsi di Medicina, Psicologia, Scienze dell’educazione e Formazione Primaria, per esempio.

Lavorando con i miei studenti a Medicina, chiedo spesso loro quante volte durante l’adolescenza hanno avuto a disposizione uno specialista che si occupasse in ambito scolastico o clinico di aprire con loro il dialogo sul tema dello sviluppo sessuale, delle relazioni affettive, delle competenze relazionali/emotive/comunicative che devono essere alla base di ogni relazione interpersonale che si connota anche con la dimensione della sessualità. Loro per primi, ovvero i futuri medici, si rendono conto di non aver avuto alcuna formazione ed esperienza di questo tipo nel corso della loro vita. E se qualcosa non ci “entra nella vita” mentre siamo in crescita e formazione, difficilmente sapremo farlo entrare nella vita di coloro della cui crescita e formazione diventeremo responsabili una volta adulti.

Per me la fatica, oggi, di lavorare – anche culturalmente su questi temi – è tutta qui: non sappiamo fare bene e sostenere ciò che non è stato fatto e sostenuto bene quando noi eravamo bambini e adolescenti. E siccome non ne abbiamo memoria, lasciamo senza memoria chi viene dopo di noi. Insomma, in questo dibattito – ahimè – siamo costantemente alla casella del via. Speriamo che l’emendamento che prima c’era e oggi non c’è più, ci permetta di muoverci in avanti e di non trovarci tra 10 anni ancora alla casella di partenza.

Se pensi che questo messaggio sia importante per tutti noi – genitori, docenti ed educatori – commentalo e condividilo.

20/11/2024
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07/11/2024

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10/10/2024

Milioni di persone in Italia soffrono di problemi psichici e una quota importante restano senza cure. Tra questi a farne maggiormente le spese sono i giovani, spesso soli di fronte alle loro ansie, paure e disorientamenti.

“Bisogna intervenire intercettando i segnali di malessere dei vari disturbi psichici, prima che diventino troppo gravi agendo almeno in due ambiti: il primo, la scuola, che deve incrementare competenze di tipo psicologico, il secondo invece, riguarda il ruolo dei pediatri e medici di famiglia che si trovano ad affrontare un’alta percentuale di problemi di natura psicologica. Lo psicologo di base servirebbe a rendere possibile un’azione di risposta precoce.”

Così il Presidente del Cnop, David Lazzari, in un suo intervento al FattoQuotidiano.it. Proprio nella Giornata Nazionale della Salute Mentale, il Presidente Lazzari vuole condividere una riflessione sui pericoli che la società odierna pone sulla psiche dell’individuo.

“Prima si viveva in categorie in cui gli schemi concettuali erano abbastanza definiti – continua Lazzari – si sapeva cosa era giusto e cosa sbagliato. Oggi siamo nella società ‘fluida’ dove la persona costruisce da sé questi punti di riferimento. Le scelte si sono moltiplicate e con esse anche l’ansia verso una realtà non ben definita.”.

Si parla del pericolo dell’intelligenza artificiale che può interferire in modo invasivo con le nostre vite, ma forse si parla ancora troppo poco del rischio di perdere le nostre peculiarità di essere umani. “La nostra identità è figlia di una storia e un percorso di vita unici e irripetibili – continua Lazzari -. Abbiamo bisogno di vivere le relazioni, sperimentare le emozioni, di capire il mondo intorno a noi e quali sono i nostri bisogni.”

Per approfondire 👇
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/10/giornata-mondiale-della-salute-mentale-sempre-piu-giovanissimi-soffrono-di-problemi-psichici-boom-di-violenza-filiale-e-comportamenti-aggressivi-contro-i-genitori/7724427/

28/09/2024

Quando i figli oltrepassano la soglia dell’adolescenza, non cambiano solo da un punto di vista fisico, ma iniziano anche a mettere in discussione i genitori e a cercare maggiore autonomia e indipendenza. Per i genitori può essere faticoso trovare un nuovo equilibrio perché spesso hanno la sensazione di avere di fronte degli sconosciuti! Non riconoscono più i loro “bambini” e trovare le giuste modalità per mantenere con loro un dialogo e un confronto positivo può diventare una vera e propria sfida. I figli cambiano e, necessariamente, anche alcune modalità della relazione devono modificarsi.
In una fase ricca di novità e di fatiche, anche quando sembrano respingere ogni consiglio o aiuto, per i ragazzi sentire che i propri genitori sono presenti e pronti a sostenerli, rappresenta un elemento positivo, che li fa sentire degni di attenzione. È fondamentale farli sentire compresi, sostenerli nella loro ricerca di autonomia e indipendenza, spiegare l’importanza di confini e limiti che li proteggano nelle loro esperienze. Nonostante le difficoltà che si possono incontrare in questo percorso, la relazione con i propri figli può modificarsi ma conservare stabilità e fiducia.
Anche quando non siamo d’accordo con loro, non critichiamo i ragazzi ma cerchiamo di comprenderli e sostenerli, di ascoltare le loro ragioni e le loro idee. Non dimentichiamo che l’adolescenza comporta delle sfide anche per loro e il ruolo degli adulti è quello di fornire una base sicura da cui muoversi per sperimentare e crescere nella propria individualità e a cui fare riferimento nelle difficoltà.
Per crescere, l’adolescente non diventa totalmente indipendente dagli adulti! È vero che in questa fase è presente quella spinta, naturale e fisiologica, verso l’autonomia e l’indipendenza che va incoraggiata e sostenuta. Ma è altrettanto vero che il legame e la relazione con i genitori hanno un peso e un’influenza fondamentale anche durante l’adolescenza. Un percorso sano verso l’età adulta non porta al totale isolamento, ma all’interdipendenza cioè alla dipendenza reciproca e al confronto.
È normale che un genitore si senta in difficoltà, le sfide sono tantissime, ma è importante non perdere mai di vista gli aspetti positivi e le potenzialità, aiutando i figli a sperimentare la loro auto-efficacia, per confrontarsi con se stessi e con gli altri, e crescere diventando sempre più autonomi e responsabili.

14/07/2024

"Ai ragazzi dobbiamo onestà. Spesso le omissioni hanno un intento protettivo, ma è un falso mito: coprire qualcosa, non dire tutto ai figli per non ferirli, non produce una crescita. In questo eccesso di protezione, vedo anche un bisogno degli adulti di tutelare loro stessi dal dolore dei figli, che è un dolore che ti torna addosso con un senso spaventoso di impotenza. Nel momento in cui cerchiamo di coprire le brutture, poi, mostriamo una grande sfiducia verso le capacità dei ragazzi di affrontare il mondo e crederli incapaci, ci aiuta a sentirci eternamente indispensabili per loro".
D. Di Pietrantonio

22/05/2024

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Il nostro esempio spesso è più importante delle nostre parole...

06/05/2023

LO SAPEVATE CHE... scrivere o disegnare attiva delle specifiche aree del cervello che aiutano anche a ricordare meglio e stimolano l'immaginazione? Lo stesso effetto non si verifica, ad esempio, quando digitiamo delle parole su un dispositivo tecnologico. Alcune ricerche sostengono anche quanto sia importante favorire la scrittura a mano, soprattutto in bambini e ragazzi.
Voi cosa ne pensate?

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