01/10/2025
L'ultimo post pubblicato sul COMPRENDERE I SEGNALI ha coinvolto molti genitori! Ci piace vedere come, da uno spunto che lanciamo, nascano tante altre riflessioni e domande...
Ecco perchè vogliamo proseguire con la riflessione della nostra Dottoressa, andando ad approfondire il concetto di responsabilità del genitore di fronte agli atteggiamenti del figlio.
"𝐄𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐍𝐎𝐍 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢!
Essere responsabili significa avere la capacità di dare risposta (respons ability)!!
E quando il bisogno del nostro bambino non è esplicitato chiaramente, la capacità di dare risposta inizia con l’osservare il comportamento problema, senza interpretarlo automaticamente come sbagliato e agito dal bambino volutamente o per maleducazione o come reazione sproporzionata all’evento che lo ha scatenato.
Il passo successivo consiste nel chiedersi, nel caso questi atteggiamenti non siano imputabili a niente in particolare, se in qualche modo anche le nostre azioni e/o reazioni abbiano indotto, almeno in parte, i comportamenti problema che i nostri figli manifestano.
Se impariamo ad osservarci, cosa che i nostri figli fanno, e sanno fare molto bene, 24 ore al giorno, sempre, magari cominciamo a renderci conto che le nostre modalità di relazione e di reazione non sono sempre coerenti.
Ad esempio accogliamo la stessa marachella a volte con un sorriso tollerante, un po’ tirato, a volte con un rimbrotto seccato, a volte con un’urlata e magari la facciamo seguire da una punizione.
Se ci fermiamo un attimo ad analizzare il tutto abbiamo modo di riconoscere che quello che determina l’intensità ed il tipo di reazione nostra non è sempre e solo il fatto che è accaduto. È il nostro stato psicofisico del momento che si manifesta nella nostra reazione. Se per qualche motivo siamo stressati è più facile che reagiamo più negativamente rispetto a quando siamo invece sereni e rilassati.
E questa variabilità delle nostre reazioni, a fronte di episodi di uguale portata, non permette al bambino di comprendere e dare il giusto peso al proprio comportamento.
Così si viene a creare uno stato di incertezza che in alcuni può bloccare la spontaneità, in altri può scatenare frenesia motoria o aggressività verbale o fisica...o disturbi del sonno, o problemi con l’alimentazione….o qualsiasi altra manifestazione di disagio, in base alle caratteristiche emotive e comportamentali del bambino stesso.
Altro esempio:
Sappiamo che l’uso del cellulare o del tablet è assolutamente sconsigliato, perché molto deleterio soprattutto per lo sviluppo del sistema nervoso, durante tutta l’età evolutiva e quindi siamo molto solerti nel proibirne l’uso o, quando siamo molto disponibili, nel concederlo per tempi molto limitati, e se i bambini sforano il tempo concesso li sgridiamo perché stare sempre a giocare ai videogiochi fa molto male al cervello ecc. ecc. ...ma noi abbiamo spesso/sempre il cellulare in mano. Con valide motivazioni ovviamente, ma i nostri figli non le capiscono!
E poi se per caso siamo al ristorante con amici e dobbiamo aspettare un po’, ecco che concediamo
cellulari e tablet senza limiti, solo per poter stare tranquilli e conversare piacevolmente.
Potrei citare molte altre situazioni ma arrivo al dunque.
Quello che voglio sottolineare è questo:
i nostri figli arrivano in questo mondo senza manuale di istruzioni (né da dare a noi in merito al loro essere, né per se stessi in funzione di come potersi adattare a questa realtà).
Noi genitori abbiamo il compito di amarli, proteggerli e accompagnarli a crescere, insegnando loro le regole del gioco.
Saranno poi liberi, da grandi, di metterle in discussione e di costruirne di migliori, ma finché dipendono da noi sta a noi dare loro il giusto esempio perché possano crescere imparando ad esprimere in maniera adeguata i propri bisogni, a condividere i propri sogni e a lottare per realizzarli, a manifestare le proprie idee rispettando gli altri, anche coloro che la pensano in modo diverso da loro, in modo civile.
Tocca a noi, ed è per noi un onere ma anche un grande onore, camminare al loro fianco per metterli in condizione di spiccare il volo, di esprimere al meglio il loro potenziale, avendo imparato da noi ad essere persone integre, consapevoli e sempre pronte ad affrontare le sfide che la vita mette sul nostro cammino."