Agor Onlus

Agor Onlus Centro di educazione alla riabilitazione. Programmi di riabilitazione neurofunzionale, osteopatia, shiatzu, arteterapia, psicologia, fisioterapia

Da trent'anni Agor propone progetti riabilitativi integrati per il recupero funzionale di bambini con disabilità, costruiti sui loro bisogni, affrontando e risolvendo i problemi grazie all'attivazione delle potenzialità inespresse. Dal 2011 Agor ha ottenuto la qualifica di "Ambulatorio di Medicina Fisica, Riabilitazione, recupero e rieducazione funzionale" per progettare insieme a voi un percorso di cura personalizzato.

02/12/2025
Con grande soddisfazione ed orgoglio, comunichiamo che la nostra dott.ssa Dozzo, in rappresentanza di Agor Onlus, partec...
26/11/2025

Con grande soddisfazione ed orgoglio, comunichiamo che la nostra dott.ssa Dozzo, in rappresentanza di Agor Onlus, parteciperà con un suo intervento all'evento promosso da LA CAPANNA DI LEO per il lancio del progetto "A MODO TUO: tanti talenti, un'unica comunità - Viaggio nella diversità".

Un caro saluto e un grande in bocca al lupo quindi agli amici di San Cesareo: che queste bellissime ed importanti iniziative possano davvero toccare e migliorare la vita di tanti bambini!

𝟖 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 - 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐃𝐢𝐬𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐚Siamo vicini oggi, come tutti gli altri giorni dell'anno, a quei bamb...
08/10/2025

𝟖 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 - 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐃𝐢𝐬𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐚

Siamo vicini oggi, come tutti gli altri giorni dell'anno, a quei bambini e a quei ragazzi dislessici che vivono e convivono con questa condizione. Lo facciamo cercando insieme ad ognuno di loro una soluzione percorribile per puntare al superamento dei limiti che questa impone.

𝟔 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 - 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐏𝐚𝐫𝐚𝐥𝐢𝐬𝐢 𝐂𝐞𝐫𝐞𝐛𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐈𝐧𝐟𝐚𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒑𝒖𝒐̀ 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒓𝒔𝒊 𝒖𝒏 𝒂𝒅𝒐𝒍𝒆𝒔𝒄𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒉𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒂𝒍𝒊𝒔𝒊 𝒄𝒆...
06/10/2025

𝟔 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 - 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐏𝐚𝐫𝐚𝐥𝐢𝐬𝐢 𝐂𝐞𝐫𝐞𝐛𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐈𝐧𝐟𝐚𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞

𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒑𝒖𝒐̀ 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒓𝒔𝒊 𝒖𝒏 𝒂𝒅𝒐𝒍𝒆𝒔𝒄𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒉𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒂𝒍𝒊𝒔𝒊 𝒄𝒆𝒓𝒆𝒃𝒓𝒂𝒍𝒆 𝒊𝒏𝒇𝒂𝒏𝒕𝒊𝒍𝒆?
Cominciamo col mettere i puntini sulle i, dicendo che, se siamo sani e in salute, siamo così presi dalla vita, che solo quando stiamo veramente male cominciamo ad accorgersi del disagio nostro e altrui, figuriamoci poi se questo disagio riguarda qualcun altro.
Mettiamo anche che, per qualche motivo, incontriamo questo qualcuno talmente poco da sembrare ai nostri occhi un extraterrestre, ovvero uno di noi a cui la natura ha tolto da una parte ma ha dato dall’altra. Questo succede per ogni stato di disabilità e per ogni fragilità della vita, fisica mentale del comportamento e così via. Si, perché di vita si tratta e di vita intelligente e consapevole; purtroppo normalmente ci comportiamo in maniera poco intelligente e dimentichiamo che siamo esseri consapevoli, dotati di questa capacità proveniente dell'universo e di cui non possiamo fare a meno, pena l’estinzione della specie.
Ma veniamo alla mia situazione: sono fortunata, ho avuto dei genitori che nonostante i risultati non sempre chiari sono riusciti a darmi innumerevoli esperienze, a cominciare dalla loro capacità insegnarmi a leggere e scrivere. A riguardo devo un grazie speciale a mio papà che di questa sua capacità ne aveva fatto un’arte per me. Certo, a leggere, a scrivere e contare purtroppo non ho imparato a scuola, visto che il ministero non ha dato ancora la possibilità ai suoi insegnanti di volare e di fare terapia intensiva ai miei ritmi per permettere al mio corpo di non regredire. Penso infatti che la nostra parte fisica sia importante ma davvero difficile da comandare.
Io penso che le cose stiano in questo modo: quando il fisico è colpito dalla paralisi in maniera casuale e indiscriminata, non risponde come necessario e qualche volta anche la volontà può ve**re ben poco in suo aiuto. Il corpo serve a voi normali come a noi extraterrestri per manifestarci, ma per noi tutto è tutto tremendamente più difficile.
Secondo me l’intelligenza serve per vivere ed interagire con gli altri su questo nostro pianeta e in base a dove la paralisi ha colpito, sembriamo più o meno intelligenti, anche se poi alcuni di noi arrivano a livelli di premi nobel. Quello invece di cui abbiamo piena padronanza è la consapevolezza, cioè la parte più nascosta dell’essere umano e dell’intera esistenza.
Ma poiché chi ha il fisico di solito è troppo preso da se stesso, usa gran parte della sua intelligenza per fare altro e della consapevolezza spesso non sa cosa farsene.
Il problema è che nell’universo niente capita per caso, nemmeno il fatto di mettere noi in condizioni così precarie. In natura infatti ci sono regole di cui noi umani non teniamo in debito conto.
Se non cominciamo ad usare l’intelligenza con cura e rispetto e così come il nostro corpo e conosciamo bene la nostra consapevolezza, difficilmente l’ambiente in cui viviamo ci permetterà di sopravvivere.
Quindi anche voi, cari vicini con il fisico perfetto, avete bisogno di noi, come noi abbiamo necessità di voi perché senza di voi non possiamo vivere, fare, comunicare e magari amare.
Infine come adolescente, mi arrabbio facilmente, non voglio che tocchino le mie cose, e che facciano troppi commenti sui miei quadri e mi piace la scuola perché l’ho scelta io; la mia vita sociale però non mi soddisfa: il mio fisico infatti non riesce a sopportare più di qualche ora di attività, perciò niente cene con gli amici o feste. I miei genitori cercano di portarmi fuori ma è tutto così limitato e non riusciamo a stare al passo, è possibile che voi abbiate una qualche geniale idea anche per noi ?
Concludo dicendo che per le persone come me, colpite fin da piccole da questa condizione che non vorrei proprio definire una malattia, sembra poco conveniente far fare così tanti sacrifici a se stessi, alla propria famiglia e alla società tutta.
Il fatto è che noi rappresentiamo quello che non si vorrebbe mai affrontare, ma ribadisco che per noi è indispensabile la relazione in modo da imparare che la vita porta al massimo impegno, alla terapia e alla guarigione.
Tutto è sorpresa e meraviglia! Il sorriso è conseguenza della nostra visione del mondo e dei nostri compagni di viaggio.

𝘙𝘪𝘧𝘭𝘦𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘌𝘭𝘦𝘯𝘢, 15 𝘢𝘯𝘯𝘪.
𝘘𝘶𝘢𝘥𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘌𝘭𝘦𝘯𝘢 "𝘍𝘢𝘳𝘧𝘢𝘭𝘭𝘢", 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘢𝘱𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦.
𝘌̀ 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘪𝘮𝘣𝘰𝘭𝘪 𝘦 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪, 𝘤𝘩𝘦 𝘌𝘭𝘦𝘯𝘢 𝘷𝘶𝘰𝘭𝘦 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘭𝘪𝘣𝘦𝘳𝘢 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘱𝘳𝘦𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘰𝘴𝘴𝘦𝘳𝘷𝘢𝘵𝘰𝘳𝘦.

L'ultimo post pubblicato sul COMPRENDERE I SEGNALI ha coinvolto molti genitori! Ci piace vedere come, da uno spunto che ...
01/10/2025

L'ultimo post pubblicato sul COMPRENDERE I SEGNALI ha coinvolto molti genitori! Ci piace vedere come, da uno spunto che lanciamo, nascano tante altre riflessioni e domande...
Ecco perchè vogliamo proseguire con la riflessione della nostra Dottoressa, andando ad approfondire il concetto di responsabilità del genitore di fronte agli atteggiamenti del figlio.

"𝐄𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐍𝐎𝐍 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐢!
Essere responsabili significa avere la capacità di dare risposta (respons ability)!!

E quando il bisogno del nostro bambino non è esplicitato chiaramente, la capacità di dare risposta inizia con l’osservare il comportamento problema, senza interpretarlo automaticamente come sbagliato e agito dal bambino volutamente o per maleducazione o come reazione sproporzionata all’evento che lo ha scatenato.

Il passo successivo consiste nel chiedersi, nel caso questi atteggiamenti non siano imputabili a niente in particolare, se in qualche modo anche le nostre azioni e/o reazioni abbiano indotto, almeno in parte, i comportamenti problema che i nostri figli manifestano.

Se impariamo ad osservarci, cosa che i nostri figli fanno, e sanno fare molto bene, 24 ore al giorno, sempre, magari cominciamo a renderci conto che le nostre modalità di relazione e di reazione non sono sempre coerenti.
Ad esempio accogliamo la stessa marachella a volte con un sorriso tollerante, un po’ tirato, a volte con un rimbrotto seccato, a volte con un’urlata e magari la facciamo seguire da una punizione.

Se ci fermiamo un attimo ad analizzare il tutto abbiamo modo di riconoscere che quello che determina l’intensità ed il tipo di reazione nostra non è sempre e solo il fatto che è accaduto. È il nostro stato psicofisico del momento che si manifesta nella nostra reazione. Se per qualche motivo siamo stressati è più facile che reagiamo più negativamente rispetto a quando siamo invece sereni e rilassati.
E questa variabilità delle nostre reazioni, a fronte di episodi di uguale portata, non permette al bambino di comprendere e dare il giusto peso al proprio comportamento.

Così si viene a creare uno stato di incertezza che in alcuni può bloccare la spontaneità, in altri può scatenare frenesia motoria o aggressività verbale o fisica...o disturbi del sonno, o problemi con l’alimentazione….o qualsiasi altra manifestazione di disagio, in base alle caratteristiche emotive e comportamentali del bambino stesso.

Altro esempio:
Sappiamo che l’uso del cellulare o del tablet è assolutamente sconsigliato, perché molto deleterio soprattutto per lo sviluppo del sistema nervoso, durante tutta l’età evolutiva e quindi siamo molto solerti nel proibirne l’uso o, quando siamo molto disponibili, nel concederlo per tempi molto limitati, e se i bambini sforano il tempo concesso li sgridiamo perché stare sempre a giocare ai videogiochi fa molto male al cervello ecc. ecc. ...ma noi abbiamo spesso/sempre il cellulare in mano. Con valide motivazioni ovviamente, ma i nostri figli non le capiscono!
E poi se per caso siamo al ristorante con amici e dobbiamo aspettare un po’, ecco che concediamo
cellulari e tablet senza limiti, solo per poter stare tranquilli e conversare piacevolmente.

Potrei citare molte altre situazioni ma arrivo al dunque.
Quello che voglio sottolineare è questo:
i nostri figli arrivano in questo mondo senza manuale di istruzioni (né da dare a noi in merito al loro essere, né per se stessi in funzione di come potersi adattare a questa realtà).
Noi genitori abbiamo il compito di amarli, proteggerli e accompagnarli a crescere, insegnando loro le regole del gioco.
Saranno poi liberi, da grandi, di metterle in discussione e di costruirne di migliori, ma finché dipendono da noi sta a noi dare loro il giusto esempio perché possano crescere imparando ad esprimere in maniera adeguata i propri bisogni, a condividere i propri sogni e a lottare per realizzarli, a manifestare le proprie idee rispettando gli altri, anche coloro che la pensano in modo diverso da loro, in modo civile.
Tocca a noi, ed è per noi un onere ma anche un grande onore, camminare al loro fianco per metterli in condizione di spiccare il volo, di esprimere al meglio il loro potenziale, avendo imparato da noi ad essere persone integre, consapevoli e sempre pronte ad affrontare le sfide che la vita mette sul nostro cammino."

Riprendiamo il nostro sportello de LA NOSTRA DOTTORESSA RISPONDE per dare voce a tanti genitori che ci hanno segnalato, ...
18/09/2025

Riprendiamo il nostro sportello de LA NOSTRA DOTTORESSA RISPONDE per dare voce a tanti genitori che ci hanno segnalato, in più occasioni, le difficoltà nella gestione di alcuni comportamenti o atteggiamenti dei loro figli, e vogliamo farlo pubblicando un pensiero della nostra Dottoressa, estrapolato da un suo intervento.

𝐂𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐥𝐢

“I nostri figli ci parlano sempre di noi. Il più delle volte i loro comportamenti sono indicatori importanti delle incongruenze dei nostri comportamenti.
Non fermiamoci a credere che se nostro figlio è iperattivo o lagnoso o pauroso o aggressivo o apatico o distratto o… sia per forza dovuto ad un suo problema. Il più delle volte siamo noi i responsabili. Ma non disperiamo perché, se il problema siamo noi, abbiamo anche la risoluzione a portata di mano, e se ci mettiamo in gioco noi per primi, questo è il risultato: un bambino sereno, gioioso ed equilibrato!”

Disegno di Pasquale, 6 anni.

Eccoci qui: agosto sta finendo, e con esso anche le vacanze estive.Iniziano gli acquisti per il nuovo anno scolastico......
28/08/2025

Eccoci qui: agosto sta finendo, e con esso anche le vacanze estive.
Iniziano gli acquisti per il nuovo anno scolastico... e la corsa a finire i compiti per le vacanze!
O meglio, i genitori tampinano i figli perché finiscano i compiti, si offrono di aiutare, sollecitano, ricattano... l’ansia aumenta di giorno in giorno, per ritrovarsi l’ultima sera, tutti esausti, a finire le ultime righe dopo cena.
La storia si ripete anno dopo anno, senza che nulla cambi nonostante tutte le spiegazioni, le arrabbiature, i buoni propositi, le promesse…
Ma sono davvero necessari tutti i compiti per le vacanze che negli ultimi anni vengono assegnati ai bambini?
Davvero perderebbero tutti gli apprendimenti se per un paio di mesi potessero soltanto giocare liberamente (all’aperto, ovvio, al mare, in montagna, in campagna...non certo ai videogiochi!)?
Ci riesce difficile immaginarlo.
Certo è importante avere in vacanza qualche libro da leggere, qualche gioco di società da condividere con amici vecchi e nuovi, anche qualche esercizio per ripassare concetti basilari.
Ma siamo convinti che più di tutto servano tempi dilatati, esperienze di vita, relazioni sociali, chiacchiere, giochi… e anche un po’ di noia, perché no?!
Il genitore è tenuto a dare l’esempio per insegnare ai figli ad assumersi le proprie responsabilità, ad organizzarsi in modo da portare a termine il compito assegnato senza stravolgere la vita di tutta la famiglia. I compiti sono un impegno preso con i propri insegnanti. Ed è a loro che il bambino, non il genitore, deve rispondere.
È proprio questo che auguriamo a voi genitori: di accompagnare i vostri figli affinchè possano vivere come propria responsabilità lo svolgimento dei compiti, senza ricatti, urla o punizioni, anche durante questo prossimo anno: solo così potranno crescere studenti sereni e autonomi.
Buon inizio scuola a tutti!!!

Da lunedì 4 agosto il Centro AGOR si prenderà qualche giorno di pausa.La segreteria riaprirà ufficialmente lunedì 25 ago...
31/07/2025

Da lunedì 4 agosto il Centro AGOR si prenderà qualche giorno di pausa.
La segreteria riaprirà ufficialmente lunedì 25 agosto, ma la nostra dottoressa Bruna sarà sempre reperibile al suo numero diretto: 3938690249
Auguriamo a tutti voi BUONE VACANZE!!!

Come tanti genitori di un bimbo in difficoltà, siamo stati, e lo siamo tutt'ora, in continua ricerca, spesso fiduciosa e...
17/07/2025

Come tanti genitori di un bimbo in difficoltà, siamo stati, e lo siamo tutt'ora, in continua ricerca, spesso fiduciosa e a volte affannosa, di tanti aiuti, in particolare di orientamenti concreti su come procedere nei confronti di G., nostro figlio, bambino di 8 anni portatore di una sindrome piuttosto rara, che porta un evidente rallentamento di molte funzioni primarie: motorie, linguaggio, ecc...
L'incontro con il Centro AGOR ha segnato un passaggio decisivo nella storia di G. perchè ha saputo offrire, dopo un lungo e impreciso girovagare in diversi ospedali, una risposta concreta ed adeguata alla sua situazione.
Attraverso un dialogo continuo e meticoloso con l'equipe del Centro su tutte le piccole tappe fatte dal bambino, siamo stati coinvolti in un "lavoro a tempo pieno" nei confronti di G., [...], e quest'esperienza ha messo in luce due riflessioni:
1 - il rapporto tra genitori e figlio disabile.
Spesso si è affermato che l'istruzione dei bambini disabili (e non), per la sua natura di compito altamente qualificato, va affidata esclusivamente a personale appositamente formato. Esistono certamente buone ragioni per cui gli insegnanti delle nostre scuole e gli operatori nei diversi servizi sociali, debbano essere molto qualificati, ma il Cento AGOR parte dalla consapevolezza di quanto sia determinante la partecipazione dei genitori per incrementare le opportunità che i bambini hanno di imparare. Infatti il metodo proposto dal Centro ci ha coinvolto, ci ha guidato nella scelta delle aree principali di intervento su G., ci ha aiutato passo passo a definire cosa dovevamo fare per produrre in G. gli apprendimenti desiderati, spesso i più semplici, ma per lui di massima importanza: camminare, manipolare, prendere, vestirsi, ecc... oltre che a favorire un ambiente concreto e adeguato alle sue esigenze.
2 - l'esperienza ha rafforzato l'idea, già nostra, di mettere in condizione G. di utilizzare al massimo le sue potenzialità, pur precarie o confuse che siano, lasciando perdere quell'atteggiamento alcune volte assistenzialistico, per cercare di accompagnarlo ad una progressiva autonomia.
Il Centro AGOR è diventato così una reale possibilità, in un cammino lungo e spesso difficoltoso. Con la sua presenza attiva e i risultati visibili, incoraggia i genitori, alle prese con "problemi enormi", e rappresenta un faro di speranza, in un clima di istituzioni sociali non sempre all'altezza delle esigenze concrete.

I genitori di G.

Foto d'archivio - Giacomo Albertini

"[...] 𝘎. 𝘰𝘳𝘢 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢, 𝘧𝘢 𝘭𝘦 𝘴𝘤𝘢𝘭𝘦, 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢 𝘢 𝘤𝘢𝘭𝘤𝘪𝘰, 𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦 𝘢 𝘮𝘢𝘤𝘤𝘩𝘪𝘯𝘢, 𝘦 𝘤𝘪 𝘧𝘢 𝘶𝘯 𝘴𝘰𝘳𝘳𝘪𝘴𝘰 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘪̀... 𝘐 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢...
10/07/2025

"[...] 𝘎. 𝘰𝘳𝘢 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢, 𝘧𝘢 𝘭𝘦 𝘴𝘤𝘢𝘭𝘦, 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢 𝘢 𝘤𝘢𝘭𝘤𝘪𝘰, 𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦 𝘢 𝘮𝘢𝘤𝘤𝘩𝘪𝘯𝘢, 𝘦 𝘤𝘪 𝘧𝘢 𝘶𝘯 𝘴𝘰𝘳𝘳𝘪𝘴𝘰 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘪̀... 𝘐 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢: 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘦𝘳𝘢̀, 𝘯𝘰𝘯 𝘷𝘦𝘥𝘳𝘢̀, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘳𝘢̀; 𝘦 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘤𝘦 𝘎., 𝘤𝘰𝘯 𝘭'𝘢𝘪𝘶𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘮𝘢𝘮𝘮𝘢 𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘱𝘢𝘱𝘢̀, 𝘤𝘦 𝘭'𝘩𝘢 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘢! [...]"

Sfogliando in questi giorni un vecchio raccoglitore trovato in sede, contenente testimonianze, articoli e testi di AGOR prodotti nei quarant'anni di lavoro con bambini disabili e le loro famiglie, mi è saltata agli occhi questa frase presa da 𝘓𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘎., che la sua famiglia tanti anni fa ha scritto per essere di aiuto e dare coraggio a tante altre famiglie che si trovano in situazioni analoghe alla loro. È una storia lunga ma molto toccante. Ve la racconto.

G. è nato sano, ma dal primo giorno di vita la sua pelle ha iniziato a diventare sempre più gialla per l'ittero neonatale, tanto che fu necessario un trasferimento in un ospedale più attrezzato, per le dovute cure. È rimasto in osservazione per quasi un mese, fino a quando i medici constatarono che l'ittero aveva provocato una grave cerebrolesione, che avrebbe impedito qualsiasi movimento volontario di G. e molto probabilmente portato anche cecità e sordità.
Nonostante l'enorme dolore, la famiglia non si è data per vinta, tentando di fare il possibile e l'impossibile, per cercare di "𝘳𝘪𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘢 𝘎.", tanto che ha stravolto le proprie dinamiche per trasferirsi in una Casa Famiglia, dove, tra tanti altri bambini, terapisti e assistenti con pazienza dal lunedì al sabato cercavano di stimolare G. con esercizi di ginnastica e di linguaggio.
Il tempo passava, G. cresceva ed era sempre felice e socievole con tutti, e nonostante non riuscisse a parlare, aveva imparato a farsi capire con i gesti. La situazione quindi procedeva, ma l'intera famiglia aveva bisogno di "tornare alla normalità" a casa, e così i genitori, con tanti dubbi ma con anche tante speranze, decisero di rientrare al loro paese, e di seguire con G. un nuovo metodo, studiato in America e insegnato a Verona (in AGOR): la terapia per la riorganizzazione neurologica.
Iniziarono così questo percorso fatto di insegnamenti precisi, con esercizi specifici da ripetere un certo numero di volte durante la giornata, con sequenze specifiche, per la stimolazione di udito, vista, motricità e anche per l'apprendimento e la lettura.
Chi tuttora segue il progetto di AGOR sa che si tratta di un enorme lavoro, che richiede fatica, costanza, sacrificio e concentrazione, per il bambino in primis che deve eseguire gli esercizi, ma anche per i familiari che devono accompagnarlo: la famiglia di G. si rese presto conto che avrebbero fatto molta fatica loro soli a far seguire al figlio questo programma, e così chiesero aiuto ad amici e volontari, che iniziarono a supportare G. con gli esercizi, garantendo e portando avanti in questo modo tutto il lavoro richiesto.
"[...] 𝘎. 𝘦𝘳𝘢 𝘶𝘯 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘨𝘦𝘯𝘵𝘦: 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘤𝘪𝘴𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘨𝘭𝘪 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘷𝘢 𝘣𝘦𝘯𝘦, 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘢𝘷𝘢 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘢𝘤𝘳𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘰.
𝘌 𝘶𝘯 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘷𝘰𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘢 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢𝘳𝘦, 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘵𝘦𝘯𝘦𝘯𝘥𝘰𝘴𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘮𝘢𝘯𝘰, 𝘦 𝘱𝘰𝘪 𝘥𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘰. 𝘊𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢𝘷𝘢, 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢𝘷𝘢 𝘦 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢𝘷𝘢, 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘷𝘰𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘷𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘳𝘳𝘰𝘻𝘻𝘪𝘯𝘢. 𝘋𝘰𝘱𝘰 𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘪 𝘮𝘦𝘴𝘪 𝘷𝘰𝘭𝘭𝘦 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘴𝘤𝘢𝘭𝘦! 𝘊𝘩𝘦 𝘴𝘱𝘢𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘮𝘪𝘰: 𝘢𝘥 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘪𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘷𝘢 𝘤𝘢𝘥𝘦𝘳𝘦, 𝘮𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘰̀ 𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘳𝘤𝘪! 𝘓𝘦 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘦 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘴𝘪 𝘵𝘦𝘯𝘦𝘷𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘯𝘨𝘩𝘪𝘦𝘳𝘢, 𝘮𝘢 𝘱𝘰𝘪 𝘪𝘮𝘱𝘢𝘳𝘰̀ 𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘪𝘳𝘦 𝘦 𝘴𝘤𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘱𝘦𝘳𝘧𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘦𝘲𝘶𝘪𝘭𝘪𝘣𝘳𝘪𝘰. [...]"
G. frequentava le scuole normali (con l'insegnante di sostegno) e il suo sogno più grande era quello di riuscire a dare un calcio alla palla, come tutti i suoi compagni. E un giorno ci riuscì, con tanta gioia di tutti i suoi amici, e quello divenne il suo gioco preferito!
"[...] 𝘎. 𝘰𝘳𝘢 𝘧𝘳𝘦𝘲𝘶𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘐𝘐𝘐 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢, 𝘪𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘤𝘶𝘰𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘳𝘮𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘷𝘢𝘭𝘪𝘥𝘢 𝘢𝘴𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘦𝘴𝘤𝘦 𝘢 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘳𝘭𝘰. 𝘏𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘨𝘳𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘪𝘤𝘰𝘭𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘷𝘦 𝘶𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘤𝘤𝘩𝘪𝘯𝘢 𝘥𝘢 𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘪𝘵𝘪 𝘮𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘳𝘰𝘨𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪. 𝘌 𝘱𝘰𝘪𝘤𝘩𝘦́ 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘤𝘰𝘰𝘳𝘥𝘪𝘯𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘣𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢 𝘦 𝘮𝘢𝘯𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘧𝘦𝘵𝘵𝘢, 𝘦̀ 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘢 𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘤𝘤𝘩𝘪𝘯𝘢 𝘥𝘢 𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘪𝘭𝘦 𝘴𝘵𝘳𝘪𝘴𝘤𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘮𝘦𝘵𝘢𝘭𝘭𝘰, 𝘤𝘰𝘯 𝘥𝘦𝘪 𝘣𝘶𝘤𝘩𝘪 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘭𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘦, 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘭𝘦 𝘥𝘪𝘵𝘢, 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘥𝘰, 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘶𝘵𝘦 𝘥𝘢𝘭 𝘮𝘦𝘵𝘢𝘭𝘭𝘰 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘤𝘪𝘷𝘰𝘭𝘢𝘯𝘰 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘴𝘶𝘪 𝘵𝘢𝘴𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘱𝘭𝘢𝘴𝘵𝘪𝘤𝘢.[...]"

Credo che in queste ultime righe ci sia la più grande forma di amore verso il figlio, e tutta l'enorme forza di una famiglia che, senza arrendersi, ha cercato l'aiuto giusto per migliorare la vita del figlio.
Ed è proprio questo che fa AGOR: insegna ai genitori cosa fare e li forma, per renderli sempre più consapevoli che, anche se il danno cerebrale riscontrato è gravissimo e sembra irreversibile, si possono "fare cose" e attivare quei processi per offrire al bambino la "miglior vita possibile".

"[...] 𝘌 𝘥𝘰𝘱𝘰, 𝘎. 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘧𝘢𝘳𝘢̀? 𝘌̀ 𝘶𝘯 𝘨𝘳𝘰𝘴𝘴𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘭𝘦𝘮𝘢 𝘦𝘥 𝘶𝘯 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪𝘦𝘳𝘰. 𝘔𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘭𝘶𝘪 𝘳𝘪𝘦𝘴𝘤𝘦 𝘢 𝘴𝘵𝘦𝘮𝘱𝘦𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘰𝘤𝘤𝘶𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘦𝘨𝘳𝘪𝘢 𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 𝘷𝘰𝘨𝘭𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘷𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦."

Foto: CF - foto d'archivio - Giacomo Albertini

Vacanza sulle Dolomiti a Predazzo in compagnia dell’Associazione Sportabili Predazzo. Le esperienze che facciamo sono se...
02/07/2025

Vacanza sulle Dolomiti a Predazzo in compagnia dell’Associazione Sportabili Predazzo.
Le esperienze che facciamo sono sempre belle, e incontrare dopo un anno alcune famiglie già conosciute e tutti i volontari della associazione, che sono splendidi, è sempre una gioia. Più di tutto è il ritrovarsi che mi porta sempre qui in questi anni! Più M. diventa grande, più i viaggi, le trasferte e le attività diventano impegnativi; sapere di avere qualcuno con cui condividere la fatica sorridendo è essenziale. Come è essenziale anche poter chiamare la dott.ssa Dozzo e chiederle consigli se M. dorme male o ha qualche fastidio: prontamente, a distanza e senza limiti di orario, ha sempre riflessioni e aiuti preziosi da dare!

A., mamma di M.

Lettera di una mammaIl campanile della Chiesa di fronte all'ospedale batteva le cinque: avevo dormito 3 ore, e subito re...
23/06/2025

Lettera di una mamma

Il campanile della Chiesa di fronte all'ospedale batteva le cinque: avevo dormito 3 ore, e subito realizzai che da 6 ore ero diventata mamma!
Non vidi la piccola quando nacque perchè, essendo prematura, la portarono subito in incubatrice ma, il sangue che scorreva veloce nelle mie vene si era arricchito di qualcosa che io decisi di chiamare 'amore'! Amore per quell'esserino ancora sconosciuto, ma che ben presto imparai a conoscere attraverso i vetri dell'incubatrice.
Era una bimba tranquilla, non si muoveva molto e io pensai, con orgoglio, che assomigliava certamente al suo papà (che è un uomo equilibrato e tranquillo).
Ogni giorno salivo al 7° piano a vedere il mio batuffolo e, col naso schiacciato contro il vetro, sognavo!...
Me la vedevo già grandina, che camminava tra mamma e papà col nasetto rivolto all'insù e le sue piccole mani tra le nostre... Da allora, per prudenza non sogno più!
Il tempo passava, e alla soglia dei 2 anni ancora M. non camminava. È pigra, diceva la pediatra, dovete pazientare, vedrete che si deciderà!
Realizzammo alfine che M. non era pigra, era stata colpita da una tetraparesi spastica distonica, prevalente agli arti inferiori. Fu infatti questa la diagnosi che ci fu "scandita" da un medico dell'Istituto Neurologico della nostra città. Credo che nessun "Premio Nobel" saprebbe descrivere lo scoramento, la disperazione, l'incredulità che quella notizia aveva messo in corpo a noi genitori.
Fu così che, col cuore gonfio di una pena indicibile, tornammo a casa col nostro "fagottello" tra le braccia.
Seguì un periodo di ribellione (parlo per me): non credevo, non volevo credere, che fosse vero... La sera mi addormentavo piangendo e pregando e anche... imprecando, ma nulla successe...
Tre mesi dopo iniziarono le terapie di riabilitazione presso lo stesso istituto. Nessuno ci aveva spiegato bene di cosa si trattava, né ci davano informazioni sul perchè di certi esercizi che facevano compiere alla bambina. Dovevamo fidarci e basta.
A me, tutti quei camici bianchi facevano soggezione per cui tenevo per me tutti gli interrogativi che avrei voluto porre a quei boriosi medici!
Ogni semestre avevamo un colloquio col neurologo, circa i progressi di M. ma, ricordo, mai una volta siamo usciti sereni da quelle visite. Passati 2 anni di terapia, M. sapeva a malapena rotolare e strisciare... non ci bastava!
Un giorno però la fortuna bussò finalmente anche alla nostra porta, per mano di mia cognata. Aveva sentito per radio dell'esistenza di un Centro a Verona che praticava, riveduta e corretta, una ginnastica americana che aveva rimesso in piedi diversi bambini. "Perchè non provate?" ci disse la cognata.
Scrivemmo senza troppa convinzione a Verona, e ci fu fissato un appuntamento....
Oggi sono 5 anni che facciamo fare a M. la terapia di Verona e siamo contenti e sereni perchè, di mese in mese, possiamo notare continui progressi.
Il rapporto con i professionisti di Verona è profondamente diverso dal freddo e distaccato trattamento dell'Istituto Neurologico, per il quale eravamo solo numeri, e non persone.
Al Centro AGOR, possiamo dirlo, esiste una comunicazione umana: ci ascoltano e rispondono alle domande più astruse che un genitore in ansia possa fare e riescono, con la loro preparazione, a non farti sentire un emarginato della società!
Con loro riusciamo persino a "sorridere" dei problemi della bambina perchè ci hanno aperto un orizzonte di speranza che tentiamo di raggiungere insieme, e per me, oggi ne sono sempre più sicura, quell'orizzonte per M. non è poi così lontano.

La mamma di M.

Foto di archivio - Giacomo Albertini

Indirizzo

Via L. Dorigo, 21/23
Verona
37132

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 13:00
Martedì 09:00 - 13:00
Mercoledì 09:00 - 13:00
Giovedì 09:00 - 13:00

Telefono

+390458302043

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Le possibilità per tuo figlio ci sono

Da trent'anni Agor, Centro di Educazione alla Riabilitazione Associazione Genitori ONLUS, propone progetti riabilitativi integrati per il recupero funzionale di bambini con disabilità, difficoltà scolastiche e disturbi dell’apprendimento, problemi relazionali e comportamentali, disturbi pervasivi dello sviluppo. I progetti sono costruiti sui bisogni del singolo bambino e affrontati attivando le potenzialità inespresse. Agor ha la qualifica di "Ambulatorio di Medicina Fisica, Riabilitazione, recupero e rieducazione funzionale".