Studio di Psicoterapia Verona. Dott.ssa Di Renzo Antonietta

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😰 Come riconoscere un attacco di panico?Un attacco di panico arriva all’improvviso. Il cuore accelera, il respiro si fa ...
29/05/2025

😰 Come riconoscere un attacco di panico?
Un attacco di panico arriva all’improvviso. Il cuore accelera, il respiro si fa corto, si può sudare, tremare, sentire vertigini o una forte pressione al petto. Alcuni pensano di stare per morire o impazzire. Ma il corpo, in realtà, sta "solo" rispondendo con un allarme estremo... anche se non c’è un pericolo reale.

È importante sapere che non si sta per morire, anche se la paura è intensa. È una crisi acuta, spesso breve, che può lasciare una grande stanchezza e un senso di vergogna o confusione.

🔍 Cosa lo distingue da un semplice momento di ansia?
La rapidità, l’intensità e la sensazione di perdita di controllo. Spesso, chi ha vissuto un attacco di panico ne teme il ritorno e sviluppa una forte ansia anticipatoria.

📌 Cosa fare?
Respirare lentamente, ancorarsi al presente e, soprattutto, non restare soli con il sintomo. L’attacco di panico può essere il linguaggio del corpo per dire qualcosa che ancora non trova parole.

🌱 La psicoterapia aiuta a capire da dove nasce questa risposta estrema e a ridarle senso.

Se ti riconosci in questa esperienza, parlarne può fare la differenza.
📩 Scrivimi in privato o lascia un commento se vuoi approfondire.

13/11/2024
27/03/2024

“Ma se quella che stiamo vivendo fosse la più invisibile, la più impalpabile delle pandemie, quella dell’infelicità? Non prende i polmoni, ma impedisce spesso di respirare, stringe il cuore, accelera il battito, spegne gli occhi”.

Con questa domanda l’autore dell’articolo inizia la sua riflessione. Secondo un’indagine, in Europa ci sono 9 milioni di adolescenti colpiti da varie forme di disagio psicologico: depressione, ansia, disturbi alimentari… Inoltre, il suicidio è diventato la principale causa di morte dei giovani tra i 15 e i 19 anni.

Dall’inizio del nuovo millennio le tensioni mondiali - dal clima alla salute, dalla guerra all’economia - hanno fatto sì che il sentimento prevalente di questi anni fosse la paura, che spinge all’isolamento e all’incattivirsi.

È in corso una “pandemia del disagio e dell’infelicità”? Non si tratta di un problema individuale, ma collettivo, che ha un forte impatto sulla nostra società.

Per approfondire 👇🏻
https://www.corriere.it/opinioni/24_marzo_23/la-pandemia-del-disagio-84587df7-3c37-4a68-8b34-dd02ea1a0xlk.shtml?refresh_ce

20/03/2024




16/10/2023

Cosa accade della rappresentazione del corpo quando è il corpo stesso a rappresentare la ferita narcisistica di cui liberarsi? (Paiola, 2007)
Oggi vogliamo ricordiamo il pensiero di Janine Chasseguet-Smirgel che, come ci ricorda Patrizia Paiola, ha posto questo quesito al centro di tutta la sua riflessione clinica.
Queste patologie presentano la centralità del corpo, inteso come confine somato-psichico, la distorsione dell'immagine corporea, conflitti nelle relazioni primarie precoci, il desiderio e la paura di fondersi con la propria madre, un difetto di simbolizzazione e un iper controllo verso l’esterno e sul Sè.
Nel libro “Il corpo come specchio del mondo” (Raffaello Cortina, 2005), la Chasseguet-Smirgel descrive il suo pensiero rispetto al rapporto tra mente e corpo, ponendo particolare attenzione al rifiuto della pulsionalità da parte del soggetto contemporaneo.
L’autrice afferma che “sono in aumento i casi di pazienti con anoressia e bulimia, intese come patologie narcisistiche che mirano, in modo esasperato, all'autonomia totale dalla madre”. Rappresentano quindi il rifiuto inconscio del corpo sessuale e la manifestazione del desiderio di sfuggire all'ordine biologico durante la fase puberale.
Questi comportamenti per la Chasseguet-Smirgel costituiscono un tentativo di separazione intrapsichica del proprio corpo da quello materno, che si realizza in forme narcisistiche a scopo autarchico. Nell’anoressia viene “preservata l’illusione che il corpo possa vivere indefinitamente senza l’apporto esterno”, nella bulimia, si esprime «lo stesso sforzo di controllo assoluto sul corpo, lo stesso disperato tentativo di dominio che si manifesta nell’anoressia».
L’autrice continua: «L’illusione autarchica è mantenuta dalla fantasia che tutto ciò che viene ingerito è una produzione del corpo stesso del soggetto, e che questo viene nutrito dalle proprie secrezioni, dai propri escrementi, dai propri rigurgiti; insomma è autofago» (pag. 107).
Non è del cibo, bensì del corpo che queste pazienti hanno paura, corpo che diventa teatro del loro rifiuto a diventare adulte, simili a quel corpo materno così perturbante.

L'importanza delle cura primarie
28/09/2023

L'importanza delle cura primarie

MELANIE KLEIN
Sono molte le occasioni in cui il piccolo sente, ed inconsciamente registra, l’amore, la pazienza, la comprensione di sua madre, o l’opposto di tutto ciò. ... le prime sensazioni sono sperimentate in relazione agli stimoli interni ed esterni - piacevoli e spiacevoli - e sono associate a delle fantasie. Il modo in cui il neonato è accudito, a partire dal parto, lascerà delle impressioni nella sua mente.
Sebbene il bimbo, nelle primissime fasi dello sviluppo, non possa far risalire le sensazioni piacevoli, che la cura e la pazienza della madre sollecitano in lui, a lei come persona intera, è nondimeno di vitale importanza che provi queste sensazioni di piacere e questo senso di fiducia.
Tutto ciò che lo fa sentire circondato da oggetti amichevoli, sebbene questi all’inizio e nella maggior parte del casi siano percepiti come «seni buoni», prepara il terreno e contribuisce a creare una felice relazione, dapprima con la madre e poi con le persone che gli sono vicine...
Per la futura relazione madre-bambino, è un grande vantaggio se la madre non solo nutre suo piccolo, ma lo accudisce in tutti i suoi bisogni...
Il bambino può godere della presenza materna in molti modi. Dopo la poppata spesso il lattante si trastulla con il seno, trae piacere dallo sguardo della mamma che si posa su di lui, che sorride, che gioca e parla con lui molto prima che il bimbo capisca il significato delle parole. Egli giunge così a conoscere e ad amare la voce materna, e la melodia del suo canto può lasciare una piacevole e stimolante memoria nel suo inconscio. Quante volte la mamma può calmare il bimbo in questo modo, alleggerire la sua tensione, evitargli uno stato di infelicita e cosi consegnarlo al sonno, invece
di permettergli di cadere addormentato, perché esausto dal gridare!
Si può stabilire una relazione realmente felice tra la mamma e il bambino, solo se allevare e nutrire un bambino non è per la madre un dovere, ma un reale piacere. Se ella può pienamente gioirne, il suo piacere sarà inconsciamente percepito dal piccolo e questa reciproca felicità condurre ad una piena comprensione emotiva tra i due.
LO SVEZZAMENTO, in “Richard e Piggle”, 5, 1, 1997, pagg. 11,13-14

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