26/07/2025
“Uccidi la crocerossina che è in te!” Enrico Chelini
È una frase forte, lo so. Ma necessaria.
Perché a volte la salvezza di chi ami… passa dal tuo smettere di salvarlo.
Parliamoci chiaro: quante volte ti sei ritrovata a raccogliere i pezzi di chi continuava a distruggersi da solo?
Quante volte hai curato, ascoltato, aspettato… nella speranza che lui (o lei) cambiasse?
Quante notti in bianco a pensare “magari se io fossi diversa, lui starebbe meglio”?
Spoiler: non funziona così.
La sindrome della crocerossina non è amore.
È una trappola emotiva travestita da bontà.
È il bisogno nascosto di sentirsi necessaria per non sentirsi rifiutata.
È dipendenza affettiva che indossa il camice da infermiera.
E attenzione: non colpisce solo le donne. Ci sono anche crocerossini mascherati da cavalieri che si prendono sulle spalle dolori non loro, solo per sentirsi importanti.
Il risultato è sempre lo stesso: si finisce svuotati. E spesso anche colpevolizzati.
Perché sai qual è la cosa più crudele?
Che più ti sacrifichi… più vieni data per scontata.
Più ti annulli… più ti chiedono di fare un altro passo indietro.
Nel mio studio ho visto decine di persone aggrappate a relazioni tossiche con la convinzione che “se mollo io, lui crolla”.
E sai quante volte è accaduto il contrario?
Mollando, hanno scoperto che l’altro sapeva nuotare benissimo, solo che finché c’era qualcuno a reggerlo… faceva finta di affogare.
Uccidere la crocerossina che è in te non vuol dire diventare fredda, egoista, insensibile.
Significa imparare a distinguere tra amore e compulsione a salvare.
Tra empatia e annullamento.
Tra esserci per l’altro… ed essere l’unico pilastro su cui tutto si regge.
La vera prova d’amore?
È permettere all’altro di farsi carico delle proprie responsabilità.
Anche se lo guardi cadere. Anche se urla. Anche se ti accusa.
Perché ogni volta che lo salvi, gli impedisci di crescere.
E intanto tu?
Soffochi.
Perdi pezzi.
Ti dimentichi.
Questa è una chiamata al risveglio.
A tutte quelle anime buone che confondono l’aiutare con l’annullarsi.
A chi mette il cuore ovunque… tranne che su se stesso.
A chi si sente colpevole se dice di no, se si prende spazio, se smette di “esserci sempre”.
Ricorda: tu non sei venuta al mondo per rattoppare gli altri.
Se ami davvero qualcuno, smetti di fargli da stampella.
E se ami davvero te stessa, smetti di chiamarlo amore quando è solo sacrificio.
Uccidi la crocerossina che è in te.
E al suo posto…
fai nascere una donna libera.
Una donna che sceglie di amare, non di salvare.
Una donna che sa stare accanto… senza mettersi sotto.
Perché non si guarisce chi non vuole guarire.
E non si ama, se per amare bisogna morire un po’ ogni giorno.
Enrico Chelini