Meri Zuin Psicologa Psicoterapeuta

Meri Zuin Psicologa Psicoterapeuta Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Meri Zuin Psicologa Psicoterapeuta, Psicologo, Viale San Lazzaro, Vicenza.

🩵
13/07/2025

🩵

Sforzarsi di rientrare nel mondo dei sani,
dei normali, degli eternamente attivi, utili, produttivi,
toglie forze e senso a quel che stiamo vivendo,
qualunque cosa sia: vecchiaia, malattia, male dell’anima.
Nello stesso tempo, non sono queste condizioni
a definirci, noi siamo molto di piú di quel che ci capita,
e il modo in cui viviamo le situazioni
è molto piú determinante delle situazioni stesse.
Il non lasciarsi imprigionare da una condizione
ma sentire la propria intricatezza,
quel che sborda, quel che non sta dentro
la definizione momentanea di noi, dà la possibilità
di essere piú larghi, piú interi, meno contingenti
e piú presenti. Non è facile, ma il punto di partenza
è proprio stare con quello che ci capita,
anche con il male, la malattia, i sintomi, e fargli
compagnia, e accudirli, curarli, senza sentire
che siamo solo quello. Piú entriamo in intimità
con qualcosa e piú sconfiniamo dai suoi bordi,
siamo il testimone, il narratore silenzioso, lo studioso
di noi stessi e della condizione in cui siamo,
ma anche di quello che la scavalca, le sfugge, si libera.

Chandra Candiani da 'I visitatori celesti.'Einaudi
nella foto: opera di David Alvarez

Ricorda chi sei.Non la forma che gli altri ti hanno dato,non la storia che ti hanno raccontato,non le bugie o i bisogni ...
17/05/2025

Ricorda chi sei.
Non la forma che gli altri ti hanno dato,
non la storia che ti hanno raccontato,
non le bugie o i bisogni che ti sono stati imposti nella psiche.

Nemmeno le tue idee immaginarie
su cosa dovresti essere.

Ma il vero te, il selvaggio innato te
che respira sotto tutti quei
dovresti essere, tutte quelle falsità.

Ricorda la sensazione che provi, la sua
forma. Lascia che ti abiti, come erbacce dorate
che rinverdiscono il cemento.

Brigit Anna McNeill

13/05/2022

“Sir, la vedo turbato”
“Ho involontariamente aperto una porta sul passato, Lloyd. E dietro vi ho trovato un vecchio dolore”
“Una vera fortuna, sir”
“Una fortuna, Lloyd?”
“Certo, sir. A volte aprire alcune porte è l’unico modo per chiudere certi discorsi”
“Estremamente chiaro, Lloyd”
“Buona giornata, sir”

11/06/2021
03/02/2021

CINQUE PUNTI PER TUTTI I GENITORI CHE SI INTERROGANO SU QUALE EDUCAZIONE DIGITALE SERVE AI LORO FIGLI

In questo post, provo a lanciare una proposta che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui noi genitori gestiamo l’ingresso delle tecnologie nella vita dei nostri figli. E’ un post che fa proposte concrete, dà indicazione preciso e vi chiedo di leggerlo con calma, solo se avete cinque minuti a disposizione e potete prestarvi la giusta attenzione.
In questi giorni sento da più parti invocare l’importanza dell’educazione digitale. Cosa sacrosanta. Ma viene sempre accostata al fatto che bisogna fornirla ai figli e agli studenti mentre stanno già gestendo una vita online, con uno smartphone o un tablet di proprietà. Come dire che si frequenta la scuola guida dopo aver già avuto in gestione autonoma un’automobile. Ho ribadito dopo i recenti fatti di cronaca che hanno davvero sconvolto noi genitori, che c’è una correlazione tra età precoce in cui si possiede uno smartphone personale e entità dei comportamenti a rischio nei quali ci si può trovare coinvolti, come vittime oppure come autori. Per prevenire il rischio online occorre un solido “allenamento” alla vita online da parte del mondo adulto verso i giovanissimi. Ma questo allenamento dovrebbe precedere il possesso e l’uso autonomo dello strumento. Si usa spesso la parola “accompagnare” un minore nella vita online: è anch’essa una parola sacrosanta. Ma per accompagnare il minore io devo sempre sapere dove, come, quando, con chi quell’accompagnamento ha luogo. Condizione resa possibile, nell’online, solo dall’eventualità che il minore si renda “accompagnabile” in ciò che fa e sperimenta nella sua vita virtuale. Quindi, per riassumere la questione vi propongo cinque punti, per me imprescindibili, che rendono l’educazione digitale qualcosa di realmente preventivo, utile, efficace e non un “palliativo” invocato per non cambiare niente dello “status quo” spesso subito da noi genitori a seguito di un marketing strategico pressante che ha “sdoganato” l’idea che anche i bambini devono/possono avere un cellulare, tanto basta che la famiglia sia responsabile nel gestirne l’uso che ne fanno, cosa rivelatasi per la stragrande maggioranza un’impresa impossibile.
1. I GENITORI DEVONO STABILIRE NEL LORO PROGETTO EDUCATIVO L’ETA’ AL DI SOTTO DELLA QUALE PENSANO CHE PER IL PROPRIO FIGLIO SIA MEGLIO NON POSSEDERE UNO SMARTPHONE PERSONALE
2. PRIMA DI QUELL’ETA’ (E NON DOPO) LE AGENZIE EDUCATIVE (SIA FAMIGLIA CHE SCUOLA) FORNISCONO AI MINORI COMPETENZE E CONOSCENZE RELATIVE ALLA PREVENZIONE DI TUTTO CIO’ CHE NEL WEB Può TRASFORMARSI IN RISCHIO CONCLAMATO
3. PRIMA CHE UN MINORE POSSIEDA IL PROPRIO SMARTPHONE PERSONALE, POTRA’ “ALLENARSI” ALLA VITA ONLINE UTILIZZANDO UN “DEVICE” DI FAMIGLIA, GESTITO DAGLI ADULTI, IN CUI E’ POSSIBILE SUPERVISIONARE (E NON SPIARE) CHE USO NE FA, SIA IN TERMINI QUALITATIVI CHE QUANTITATIVI
4. AL MOMENTO DELLA CONSEGNA DELLO SMARTPHONE PERSONALE, IL GENITORE DEFINISCE CON IL PROPRIO FIGLIO LE REGOLE D’USO DELLO STESSO, FORNENDOGLI ASPETTATIVE CHIARE SU QUALI SONO I PRINCIPI CHE LE ISPIRANO E I LIMITI CHE NON DEVONO ESSERE OLTREPASSATI, TUTTI ASPETTI CHE PER IL MINORE RISULTERANNO COMPRENSIBILI PERCHE’ AFFRONTATI NEL PERCORSO DI EDUCAZIONE DIGITALE E PERCHE’ SPERIMENTATI NEL PERIODO DI APPRENDISTATO FAMIGLIARE
5. NEL PRIMO ANNO DI UTILIZZO AUTONOMO DEL PROPRIO SMARTPHONE, ADULTI E MINORI PERIODICAMENTE SI SIEDONO UNO A FIANCO DELL’ALTRO E VERIFICANO INSIEME COME STANNO ANDANDO LE COSE. AL CONTEMPO, LE AGENZIE EDUCATIVE DEL TERRITORIO (SCUOLA E ASSOCIAZIONI SPORTIVE) CONTINUANO A PROPORRE A RAGAZZI E RAGAZZE ATTIVITA’ DI EDUCAZIONE DIGITALE, NON SOLO A SCOPO PREVENTIVO MA ANCHE PER RENDERLI SEMPRE PIU’ ATTIVI E PROTAGONISTI ALL’INTERNO DI UN TERRITORIO DOVE E’ IMPORTANTE CHE LORO SIANO SEMPRE PiU’ CAPACI DI PRODURRE E CONTROLLARE I MESSAGGI CHE RICEVONO E I CONTENUTI IN CUI VOGLIONO COINVOLGERSI.
Ecco, mi verrebbe da dire che questi cinque punti sono imprescindibili per dare senso all’educazione digitale, che non può essere qualcosa che viene dopo “la messa in atto dell’esperienza” ma che deve precederla, per poter essere efficace. E siccome siamo tutti convinti che la complessità e i rischi della vita online sono molteplici, variegati, a volte così estremi da risultare impensabili a noi adulti, è cosa auspicabile che l’educazione digitale si estenda su un tempo di crescita significativo e diventi un elemento che genera consapevolezza in tutta la società e nella comunità educante rispetto a quanto valida sia l’ipotesi di ritardare l’accesso all’uso autonomo di un device personale solo al termine della preadolescenza.
La prima consapevolezza che mi ha portato a stendere questo manifesto è quella che l’educazione di un minore, almeno fino al termine della preadolescenza, deve preservare in tutti i modi possibili, il suo diritto (e bisogno) di avere accesso privilegiato ad esperienze, relazioni, apprendimenti nella vita reale, in presenza con i suoi coetanei e gli adulti di riferimento.
Credo che sia necessario condividere questo documento con più genitori, educatori e docenti possibile, per renderlo una base su cui sviluppare future riflessioni e proposte operative. Se potete commentatelo e fatelo arrivare a più persone possibili.

29/01/2021
C’è un posto nel mondodove il cuore batte forte,dove rimani senza fiato,per quanta emozione provi,dove il tempo si ferma...
21/01/2021

C’è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato,
per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma
e non hai più l’età;
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare…
Da lì fuggir non potrò
poiché la fantasia d’incanto
risente il nostro calore e no…
non permetterò mai
ch’io possa rinunciar a chi
d’amor mi sa far volar.
-Tra le tue braccia di Alda Merini-

01/12/2020
"Parte 1: Fate un bel respiro lungo ed espirate lentamente. Sentite tutta la vostra tensione, o anche una sola preoccupa...
05/11/2020

"Parte 1: Fate un bel respiro lungo ed espirate lentamente. Sentite tutta la vostra tensione, o anche una sola preoccupazione, lasciando il corpo mentre vi lasciate andare. Questo porterà un senso di calma e di chiarezza. Se volete veramente gioire, fate un secondo respiro!

Parte 2: Pensate a una cosa che avete fatto che ha aiutato qualcun altro, a un risultato che vi ha fatto sentire orgogliosi, a un momento in cui avete fatto sorridere qualcuno o vi siete sentiti legati a un altro. Questo aumenterà la sensazione di ottimismo.

Parte 3: Guardando la natura lasciatevi assorbire dalla bellezza che avete davanti ai vostri occhi. Oppure, riflettete su una risorsa utile o su una connessione significativa nella vostra vita, anche pianificando di contattare quella persona oggi. Questo porterà felicità e speranza."

La RESILIENZA per affrontare il disagio psicologico generato da una emergenza. Certamente il COVID-19 è stata ed è una emergenza globale di...

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