18/10/2025
“Quando viviamo certe ferite da bambini, non siamo in grado di proteggerci adeguatamente, di domandarci in maniera critica cosa stia succedendo o di scappare, specialmente se abbiamo due o tre anni di età.
Non abbiamo possibilità di fuga.
In questa condizione di mancata possibilità di fuga esterna, quello che accade come estrema reazione di protezione è fuggire dall’interno: ci ‘scolleghiamo’ dai nostri sentimenti, dalle nostre emozioni, dal nostro corpo, da noi stessi.
L’essenza del trauma è questa disconnessione da noi stessi, dalla nostra parte più autentica.
Questa disconnessione, sebbene protettiva sul momento, causa molti problemi in seguito, durante la crescita, fino a consolidare certi tratti nell’età adulta, che possono essere confusi con “la nostra personalità”, con il “chi siamo”.
La buona notizia è che finché siamo vivi e coscienti, possiamo sempre riconnetterci con noi stessi e guarire questa ferita.
Il trauma viene trasmesso principalmente quando non viene risolto, quando non viene guarito. Lo trasmettiamo automaticamente ai nostri figli.
Non lo facciamo apposta, ma lo facciamo.
Riconoscere le proprie ferite è sempre il primo passo verso la guarigione e rappresenta anche il primo passo per interrompere il ciclo del trauma transgenerazionale.
Fino a quando non siamo consapevoli di portare dentro di noi una ferita traumatica, non solo non possiamo guarire da essa, ma rischiamo di trasmetterla ai nostri figli, nonostante l’amore sincero e profondo che sentiamo per loro.
Non accade intenzionalmente, ma può comunque succedere.
Se il riconoscimento del trauma è il primo passo, ed è il più importante, il secondo passo è riconoscere che la capacità di guarire risiede dentro di noi.
Adesso che siamo adulti abbiamo il potere di chiedere aiuto e ricevere il sostegno necessario per il nostro percorso verso la guarigione e il benessere.
La "guarigione” richiede impegno: richiede di mettersi in prima linea nello sperimentare metodi e approcci diversi e complementari, farsi accompagnare, non rimanere soli.
Alcuni metodi sono psicologici, altri si concentrano sul corpo e altri ancora coinvolgono il lavoro spirituale.
Tutti questi aspetti mirano a raggiungere la completezza, ognuno fa la sua parte, nell’obiettivo ultimo di reintegrare, di tornare ad essere interi, laddove la ferita traumatica ha dovuto “separare”, nel tentativo disperato di salvaguardarci”.
[G. Maté]