28/11/2025
IL CORPO NON DISTINGUE DA CIÓ CHE MANGI E CIÒ CHE METTI SULLA PELLE
(Di Patrizia Coffaro)
C’è una cosa che continuiamo a trattare con una leggerezza imbarazzante... la pelle. La consideriamo un imballaggio, una copertina, un rivestimento impermeabile. Un involucro che serve a tenerci insieme, niente di più. E non ci accorgiamo che stiamo ignorando il più grande organo del nostro corpo, quello che respira, assorbe, comunica, reagisce, segnala, e soprattutto metabolizza.
Sì, metabolizza. Perché la pelle non è un foglio di plastica messo lì a proteggerci.. è viva, porosa, costantemente in dialogo con l’interno del corpo. E ogni giorno, volenti o nolenti, ci spalmiamo sopra una quantità di sostanze che trascuriamo completamente, come se non fosse una via d’ingresso, come se non potesse interagire con il sistema linfatico, con gli ormoni, con l’immunità, con il fegato, con il microbiota cutaneo.
È incredibile come ci preoccupiamo della qualità di ciò che mangiamo, dell’acqua che beviamo, dell’aria che respiriamo… e poi applichiamo sulla pelle prodotti che non leggeremmo nemmeno se ci pagassero. E allora partiamo da un dato semplice, banale, ma devastante quando ci pensi davvero... la donna media usa dodici prodotti cosmetici al giorno. Dodici. E non mi riferisco a rituali particolari, né alle persone che amano gli step infiniti della skincare.
Parlo di prodotti base, il detergente del mattino, la crema viso, il siero, il contorno occhi, la protezione solare (quando la mettono), il fondotinta, la cipria, il mascara, il deodorante, lo shampoo, il balsamo, la crema corpo. Dodici prodotti sono niente. Per molte persone sono addirittura pochi. E in quei dodici prodotti ci sono decine di ingredienti, conservanti, profumi, siliconi, tensioattivi, coloranti, alcoli, estratti, oli, emulsionanti, stabilizzanti. Non è un cosmetico: è una formula chimica completa.
Alla fine della giornata, tra skincare, make-up, detergenti e cura dei capelli, sulla pelle transitano circa 150-200 sostanze diverse. Nessuno lo dice così, nessuno lo vuole vedere così, ma è esattamente quello che succede. Per non parlare degli innumerevoli componenti con cui veniamo a contatto quotidianamente, detersivi, ammorbidenti, ecc, che rimangono nelle fibre dei tessuti e vengono trasferiti sulla pelle quando indossiamo i vestiti.
E qui entra il nodo centrale della questione, quello che nessuno vuole affrontare seriamente perché mette in discussione troppe abitudini, il corpo non distingue tra ciò che mangi e ciò che metti sulla pelle. Se una molecola passa attraverso la barriera cutanea, per il fegato non c’è nessuna differenza: è una sostanza estranea da gestire, elaborare, detossificare o smaltire.
La pelle è un organo permeabile. Assorbe sempre. Alcune molecole non passano, certo, altre sì, eccome se sì. Gli estrogeni transdermici passano. Le pomate antinfiammatorie passano. I cerotti alla nicotina passano. I gel antidolorifici passano. Gli oli essenziali passano. Gli ftalati passano. I parabeni passano. I profumi sintetici passano. Se li applichi, entrano. Non rimangono in superficie. Non spariscono quando ti lavi la faccia. Vanno nel sangue. E da lì si fanno un giro in tutto il corpo.
Eppure sembriamo convinti che “è solo una crema, cosa vuoi che faccia?”. Questa frase è il motivo per cui la pelle di tante persone non guarisce mai, per cui tanti ormoni restano sballati, per cui il fegato è sempre sotto pressione, per cui compaiono irritazioni, rossori, infiammazioni, dermatiti, acne reattiva, disbiosi cutanea, sensibilità chimica. Il corpo non vive compartimentato. Ogni sostanza che applichi ha un percorso ben preciso, in questa sequenza...pelle, microcircolo, linfa, sangue, fegato, sistema endocrino. È un tragitto costante, quotidiano, inevitabile.
E allora, fermati un momento, tu sei convinta di scegliere creme per nutrire la pelle, ma spesso stai nutrendo il corpo con cose che il corpo non vuole. Stai dando informazioni cellulari che non servono, che confondono, che appesantiscono. Perché i cosmetici non sono anodini: sono messaggi biologici. Sono segnali che arrivano al sistema immunitario, al microbioma cutaneo, ai mastociti, ai cheratinociti, ai fibroblasti. Stai parlando al corpo senza rendertene conto e se il contenuto è dissonante, il corpo risponde con irritazione, secchezza, infiammazione, brufoli, prurito, bruciore, disequilibrio ormonale e a volte sintomi sistemici che sembrano non avere niente a che fare con la pelle.
E quante volte hai visto persone con la pelle reattiva che cambiano mille creme senza capire che la pelle non è problematica di suo: è stanca, é intossicata, é b0mbardata. Non riesce più a filtrare tutto quello che le metti addosso. Se ogni giorno usi dodici prodotti pieni di profumi sintetici, siliconi, tensioattivi aggressivi e conservanti irritanti, la pelle non può essere luminosa, equilibrata, distesa. Può solo difendersi, infiammarsi, ispessirsi, irritarsi. Ti sta chiedendo aiuto.
Perché la verità è semplice... ogni cosmetico è nutrizione. Nutri la pelle come nutri l’intestino. E, udite udite, pelle e intestino sono collegati anche immunologicamente. Il sistema immunitario cutaneo parla con quello intestinale. E viceversa. Lo vediamo nelle dermatiti da intolleranza, nella rosacea collegata al SIBO, nella pelle infiammata quando il fegato è congestionato, nella pelle spenta quando il colon è fermo. L’idea che la pelle sia superficiale è un errore di percezione. È un organo che parla e parla forte.
Ora, facciamoci una domanda scomoda... perché nutrire la pelle con sostanze che il corpo deve combattere? Perché appesantire il fegato già provato da stress, alimentazione, inquinanti ambientali, farmaci, sbalzi ormonali? Perché ignorare che la pelle è una porta d’ingresso e non un muro? Perché continuiamo a pensare che se è in vendita allora è sicuro? La verità è che la cosmetica, anche se regolamentata, non è costruita sulla tua biologia individuale. È costruita sul mercato. Tu hai una pelle, un fegato, un sistema immunitario, un sistema linfatico. Le aziende hanno un target, un budget e una formula standardizzata. E quelle due cose non coincidono quasi mai.
Quando inizi a usare prodotti autoprodotti e pensati per lavorare in sinergia con la pelle e non contro di essa, succede una cosa semplice ma rivoluzionaria: il corpo smette di combattere. Smette di difendersi, di reagire. Si rilassa, lavora meglio. Il fegato respira, la pelle si rigenera, il microbiota cutaneo si riequilibra. Gli ormoni trovano un ritmo più stabile, l’infiammazione scende, i mastociti si calmano, non è magia: è fisiologia.
Perché la pelle è un portale é un organo straordinario che ci protegge e ci comunica e quando lo tratti con rispetto, lo fa vedere, cambia la texture, la luminosità, la sensibilità. Cambia la capacità di guarire, lla qualità del collagene, la risposta agli stimoli esterni.
E tutto questo nasce da un gesto che fai da sempre, ma che forse non hai mai visto per quello che è... quando ti metti una crema, stai nutrendo il corpo. Non la superficie, il corpo. Stai inserendo informazioni, molecole, vibrazioni, segnali e allora ha senso farlo con consapevolezza. Perché parliamo di un organo che lavora senza sosta, che assorbe, filtra, respira e che merita la stessa attenzione che dai a quello che metti nel piatto.
Il punto non è diventare fanatici degli lNCI né vivere con l’ansia di ogni ingrediente. Il punto è capire che la pelle ti risponde, rispecchia. parla, ti mostra come stai dentro e che scegliere prodotti di qualità non è una vanità: è un gesto di salute. Un favore che fai al fegato, un aiuto che dai al sistema immunitario. Un sollievo che offri al sistema linfatico. Una carezza che fai ai tuoi ormoni, che già vivono in equilibrio precario tra stress, sonno, cibo, esposizioni ambientali e ritmi di vita assurdi.
Quello che metti fuori entra dentro e lo fa sempre. E quando lo capisci, non scegli più a caso, perché ogni applicazione è una scelta biologica. Una scelta energetica, una scelta di rispetto verso il tempio in cui vivi... il tuo corpo.
XO - Patrizia Coffaro