28/10/2025
𝐎𝐠𝐠𝐢 𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐭𝐭.𝐬𝐬𝐚 𝐂𝐚𝐦𝐢𝐥𝐥𝐚 𝐌𝐚𝐝𝐮𝐫𝐢, 𝐜𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐬𝐜𝐨𝐫𝐬𝐚: 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑟𝑎𝑙𝑙𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙’𝑒𝑑𝑢𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒.
Dopo aver riflettuto sul significato del “non serve correre”, oggi ci invita a soffermarci su un passaggio molto concreto della crescita:
𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖 𝑓𝑖𝑔𝑙𝑖 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑜𝑛𝑜 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜.
Un comportamento che spesso disorienta e preoccupa, ma che, dal punto di vista pedagogico, rappresenta una fase naturale e necessaria del percorso verso l’autonomia.
𝐅𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚𝐫𝐞, 𝐦𝐚 𝐢𝐦𝐩𝐚𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐫𝐞.
È la fase in cui bambini e ragazzi iniziano a costruire il proprio pensiero critico, a testare i confini, a chiedersi il perché delle regole.
In questo processo, 𝑙’𝑎𝑑𝑢𝑙𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑒𝑣𝑒 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑟𝑒 𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑙𝑣𝑒𝑟𝑒, 𝑚𝑎 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑟 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎𝑟𝑒.
𝐄𝐬𝐬𝐞𝐫𝐜𝐢, 𝐜𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐟𝐢𝐝𝐮𝐜𝐢𝐚.
È 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐟𝐚𝐬𝐞 𝐬𝐢𝐚 𝐟𝐚𝐭𝐢𝐜𝐨𝐬𝐚: 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐢 𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐮𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐨 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐫𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐞𝐳𝐳𝐚, 𝐞̀ 𝐧𝐨𝐫𝐦𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐟𝐫𝐮𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨.
𝐌𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨𝐜𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 strano 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐢𝐨: 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐨, 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞.
𝐏𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐟𝐚𝐭𝐢𝐜𝐨𝐬𝐨, 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐫𝐦𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐚𝐢𝐮𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐬𝐢 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐢 𝐞 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐟𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚𝐧𝐨 𝐚 𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐢.
Perché, come ci ricorda la dott.ssa Maduri: 𝑛𝑜𝑛 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑎.
