21/09/2021
CHI E’ IL CRIMINALE AFFETTIVO.
Ma cosa fare se una cattiva gestione della rabbia avvelena la tua vita, così come quella del tuo partner? Purtroppo anticipare un comportamento criminale è veramente difficile; ma i segnali d’allarme di una futura relazione d’abuso sono già presenti durante la fase del corteggiamento. Bisogna imparare a riconoscerli. Se la prevaricazione inizia già nelle prime fasi del rapporto, è molto probabile che prosegua durante la convivenza o il matrimonio. E una volta verificata la prima aggressione fisica, è probabile che la cosa si ripeta, e anzi registri una progressione in gravità con il passare del tempo. In casi come questi sii consapevole che non puoi cambiare il comportamento del tuo partner, sarebbe un errore gravissimo. Non ammalarti della sindrome della crocerossina, non cedere al motto “io ti salverò”; ti porterà a subire offese, umiliazioni e percosse, nella speranza di un amore che non arriverà mai, un un amore “presunto”. Fissati invece nella mente due principi fondamentali: il primo recita che non ha senso continuare un rapporto dominato dalla paura; il secondo che hai il diritto di scegliere come vivere. Fermati, apri gli occhi, e se identifichi nel tuo corteggiatore tre o più caratteristiche che di seguito troverai descritte, sappi che è il caso di chiudere la tua storia. Prima che sia troppo tardi. Cominciamo con la gelosia: all’inizio del vostro rapporto, ti racconterà che la gelosia è un segno di amore; ma la gelosia per lui non ha nulla a che fare con l’amore, ma solo con il suo bisogno di possesso e la mancanza di fiducia. Ti farà problemi su come gli altri ti avvicinano e ti parlano, ti accuserà di flirtare con tutti, sarà geloso del tempo che passerai con la tua famiglia o gli amici. Le descrizioni tengono conto del dato statistico, con il partner aggressivo di sesso maschile, mentre la vittima è una ragazza o una donna; ciò non esclude, anche se più raramente, che i ruoli possano invertirsi.
Man mano che la sua gelosia peggiorerà, ti chiamerà più volte al giorno, arriverà a sorvegliarti dovunque tu sia, senza avvertirti e in modo inaspettato. Ti creerà problemi anche per andare al lavoro, nel dubbio tu possa intendertela con qualcuno; verificherà il contachilometri della tua auto, e chiederà ai vostri amici di controllarti e di riferirgli ogni cosa. Accanto alla gelosia, cercherà di controllarti in ogni modo; in un primo momento proverà a convincerti che il suo comportamento dimostra che è preoccupato per la tua sicurezza. Ma presto si arrabbierà se solo arriverai in ritardo a un appuntamento, pretendendo ogni dettaglio sul perché lo hai fatto aspettare. Col peggiorare della situazione, non ti permetterà di prendere decisioni nemmeno sul tuo modo di vestire, e pretenderà di insegnarti quale comportamento tenere e come presentarti. Una costante in molte situazioni di abuso, caratterizzate da rabbia e aggressività, è poi l’accelerazione impressa al rapporto; non è raro che tra il primo appuntamento e la convivenza o il matrimonio passino meno di sei mesi. La sua fretta è sostenuta da affermazioni come “Non mi è mai successa una cosa simile. Sei l’unica persona con cui vorrei vivere.”. E se provi a frenare, a chiedere tempo, lui farà di tutto per farti sentire in colpa. Insieme alla fretta, ci sono le aspettative irrealistiche, la convinzione che tu soddisferai ogni suo bisogno, che sarai una compagna perfetta, una moglie perfetta. “Se mi ami, io sono tutto ciò di cui hai bisogno, e tu sei tutto ciò di cui io ho bisogno”. Ancor meno rassicurante è l’isolamento, il suo tentativo di alienarvi da ogni rapporto affettivo e sociale; nel caso dei familiari, sosterrà ad esempio che è arrivato il momento di tagliare il cordone ombelicale. Naturalmente, aggiungerà, è solo per il tuo bene. Un’altra caratteristica che devi guardare con grande sospetto, è poi la sua tendenza ad attribuire agli altri la colpa di ogni cosa; se non trova lavoro è perché non capiscono le sue doti, se viene licenziato, è perché qualcuno lo ha preso di mira per favorire un suo protetto, se commette un errore, dipende solo dal tuo intervento che lo ha distratto. L’ipersensibilità lo porta a inalberarsi, a vivere qualunque commento, anche il più comune, come un attacco personale. Sbraita per cose che fanno parte della vita di ogni giorno, e oltre a dirti cose spiacevoli, tenta costantemente di degradarti e di rimproverarti per quanto sei incapace. Può arrivare a svegliarti in piena notte urlandoti male parole, o impedirti di andare a dormire senza prima averti aggredito verbalmente. E’ incapace di gestire una frustrazione sessuale o emotiva senza offendersi, arrabbiarsi o chiudersi in sé. Legato all’ipersensibilità, ma ancor più disorientante, è il suo atteggiamento da Dr Jekyll e Mr Hide, fatto di repentini cambi d’umore, del passaggio da gentile a irascibile nel giro di pochi minuti. Oltre agli insulti, nelle discussioni ricorre spesso alla minaccia. “Se continui ti prendo a schiaffi”, oppure “Se ti vedo ancora a parlare con quel tizio, ti ammazzo”, sono espressioni che usa abitualmente, e che altrettanto abitualmente giustifica come fossero abituali modi di comunicare tra persone che si amano. Il passaggio successivo alle minacce, durante un confronto, è quello di sb****re porte, rompere oggetti, prendere a pugni un tavolo, scagliarti addosso piatti e suppellettili; ma non basta, ed ecco allora le spinte, le strette, ad accompagnare frasi come “Adesso mi stai a sentire”, e ad impedire che ti allontani. A questo punto, se già non lo hai fatto, sarebbe il caso di chiederti dov’è finita quella persona che all’inizio della vostra storia ti appariva così affascinante, capace di dire solo le cose giuste, rispecchiando le tue speranze, i tuoi desideri e i tuoi sogni. Anche a letto, dove all’inizio sembrava così attento alle tue esigenze, dolce e delicato davanti alle tue incertezze, rispettoso del tuo pudore, si è trasformato in un altro uomo; sono bastate poche settimane, o pochi mesi, per mostrare quanto invece l’eccesso di aggressività, o modalità disturbate siano dominanti, e poco importa quanto vi sentiate a disagio; possono poi mettere il muso o arrabbiarsi per manipolare e ottenere la vostra complicità sessuale Hai già raccolto parecchi indizi, e altri ne avrai se proverai a indagare la sua storia. Ci troverai facilmente un passato di aggressioni nei confronti delle precedenti partner, con giustificazioni del tipo “Se le è meritate”. Un uomo facile alla rabbia e alla prevaricazioni, lo è in tutte le relazioni in atto da un minimo di tempo. Per questo ha pochissimi amici, e un lungo elenco di rapporti fallimentari alle spalle. Non è facile che te ne parli, ma potresti ve**re a conoscenza di particolari drammatici della sua infanzia, situazioni di abuso psicologico o fisico di cui è stato vittima, oppure traumi da separazione e abbandono; e crescendo è diventato a sua volta facile alla violenza, verso sé stesso e verso gli altri. Non è raro che utilizzi alcol e sostanze, come amfetamine, ma anche oppiacei e cocaina, droghe capaci di causargli drammatici cambiamenti di umore e precipitarlo in crisi di rabbia. In assenza di una franca malattia psichiatrica, potrai scoprire che la sua mente è popolata da credenze strane o bizzarre, da superstizioni, dagli estremismi di un fanatismo politico o religioso, da fantasie dove la violenza è erotizzata.
Argomenti certamente interessanti per un dibattito. Ma nel frattempo, se temi d’esserti coinvolto in una storia pericolosa, fatti queste semplici domande: Ti sei ritrovata spesso a “coprirlo”, facendolo apparire migliore di quanto sia in realtà? Ti ha mai umiliato in pubblico? Ti sei mai sentita soffocata da lui? Nello stare insieme a lui, hai l’impressione che la tua autostima si stia sgretolando? La vostra relazione sta danneggiando altri aspetti della tua vita? Hai la sensazione quasi fisica che le cose stiano andando in modo sbagliato? Hai spesso il desiderio che tutto sparisca?
Se la risposta a queste domande è un “si”, abbandonalo il più in fretta possibile; non sarà semplice, ma di una cosa puoi star certa: con il passare del tempo sarà sempre più complicato e difficile.
Perché, comunque arriviamo a rapportarci con simili persone? Perché entrare in una relazione che potremmo definire tossica? Come per tutte le droghe, per tutti i prodotti che alterano il nostro essere quotidiano, esse, le droghe, ci fanno stare illusoriamente bene, ci apportano un malinteso senso di benessere. Sappiamo tutti dell’ebbrezza dell’alcool, degli effetti della cannabis, e, dichiarati da chi ne ha fatto uso, degli pseudo stati di benessere dati da eroina e cocaina. Mentre sappiamo tutto su questi prodotti, poco si è ricercato sugli effetti pseudo buoni che derivano da un criminale affettivo.
Allora proviamo a descrivere il cosiddetto buono che ne deriva dall’incontro col nostro “prodotto”. Molte sensazioni positive e inebrianti. Si occupa solo di me, sono importantissima per lui, mi fa sentire l’unica donna al mondo, finalmente qualcuno che mi ascolta, che mi vede anche in come mi vesto, sono talmente importante che non vede l’ora di mettersi con me, di convivere, di sposarmi. Vuole un figlio da me, mi fa sentire una fonte di piacere e di benessere per lui/lei.
Non è poco, ci saranno anche altre e molteplici cose che ciascuno può sentire come uno stato di nirvana quando siamo insieme con queste persone, quasi da non credere che esistesse una persona così. Con tutte queste cose come possiamo biasimare la vittima? Sfido chiunque a resistere a queste lusinghe d’amore, a queste trappole che s’innestano su un sociale, e sui singoli talmente privi di affetto e talmente desideranti un affetto ancestrale, fusionale, materno, persone che non si sono mai staccati dall’idea di poter nuovamente vivere un rapporto intrauterino, in simbiosi con un altro completamente dedito a me. Dimenticando che quel tipo di rapporto paga il prezzo dell’inesistenza, del non esserci come individuo a sé stante, di mancanza di una propria vita autonoma. Mancanza di vita, tante donne hanno pagato questo prezzo nell’illusione di un amore “eterno”, e lo pagano ancora.
Callegari Giovanni