Stefano Scatena Psicologo e Psicoterapeuta

Stefano Scatena Psicologo e Psicoterapeuta Psicologo e Psicoterapeuta, divulgatore scientifico Psicoterapia

02/12/2025

I social sono passati dall'essere un luogo di contatto tra amici ad un misto tra televisione e supermercato!

Cioè, io voglio stare in contatto con chi conosco, (Social) no a vendere corsi, scarpe, oggettistica ma dai...

Meno male che le nuove generazioni già hanno smesso di pubblicare...fra un po' si sloggia

01/12/2025

😑

01/12/2025

La paura dei claustrofobici:

🔹 Gli spazi che ti spaventano non sono quelli piccoli, ma quelli chiusi!

Esempi:
• ascensori
• auto con le portiere bloccate
• bagni piccoli
• aerei
• risonanza magnetica
• stanze senza finestre
• code schiacciate tra altre persone
• gallerie in auto

Ma potete stare in posti piccoli… se aperti.
Una persona claustrofobica può stare in una grotta larga come una tenda, purché ci sia un’uscita ben visibile.

…e ho l’impressione che con lo scrolling continuo questa disregolazione emotiva possa aumentare. Avete anche voi questa ...
30/11/2025

…e ho l’impressione che con lo scrolling continuo questa disregolazione emotiva possa aumentare. Avete anche voi questa percezione?

Ma perché la   è insuperabile a Napoli?
30/11/2025

Ma perché la è insuperabile a Napoli?

Rubato a  , troppo vero! Fenomeno sociale nuovo
28/11/2025

Rubato a , troppo vero! Fenomeno sociale nuovo

28/11/2025

🔺 La riattivazione della memoria traumatica

Quando vivi un trauma, il corpo registra tutto: immagini, sensazioni, odori, micro-dettagli. Non lo fa per ferirti, ma per proteggerti.
Il problema è che, anni dopo, basta un frammento – una parola, una scena, un volto – per riattivare quell’intero sistema d’allarme. Non è “ricordare”: è rivivere.

La riattivazione non è un capriccio della mente. È un meccanismo evolutivo: ti prepara al pericolo anche quando pericolo non c’è più.
E allora il cuore accelera, lo stomaco si chiude, la testa si annebbia. Il presente si sporca del passato.

Nel lavoro terapeutico non cerchiamo di cancellare: cerchiamo di tradurre.
Di rendere quelle memorie meno assolute, meno totali, meno sovrane.
Di restituirle al luogo giusto: il passato.

E a volte basta questo: quando il trauma non comanda più il corpo, ricominci a vivere il presente. Senza doverlo sopravvivere.

🔺 Il caffè non ti “dà energia”. Ti restituisce la tua.Tutti lo beviamo come se fosse magia nera, ma la caffeina non crea...
28/11/2025

🔺 Il caffè non ti “dà energia”. Ti restituisce la tua.

Tutti lo beviamo come se fosse magia nera, ma la caffeina non crea niente: ti toglie dei freni, non ti dà potenza nuova.

Funziona così:
nel cervello c’è una molecola, l’adenosina, che durante la giornata si accumula e ti dice:
“Ehi, rallenta. Stai consumando troppo.”
È il tuo naturale sistema di sicurezza.

La caffeina entra, si piazza sulle stesse serrature dell’adenosina e la blocca.
Risultato: il cervello non sente più la stanchezza.
Non perché sei più forte, ma perché hai tolto l’allarme.

È come guidare con la spia rossa coperta da un cerotto:
vai avanti… ma il serbatoio è sempre vuoto.

Per questo dopo qualche ora arriva il crash:
l’adenosina rimasta fuori dalla porta entra tutta insieme e ti spegne.
E tu pensi di avere un calo di energia: invece è il conto che arriva.

Il caffè non ti “spinge”.
Ti convince che puoi ancora spingere.

È utile, certo. Anch’io lo bevo.
Ma è un attrezzo, non una soluzione.
Se dormi poco, se sei stressato, se vivi in allerta continua, puoi bere quattro espressi: il corpo resta comunque stanco.

La verità è che il caffè funziona bene solo quando:
• hai dormito abbastanza,
• bevi acqua,
• non lo usi per sostituire il riposo,
• non lo prendi per tappare l’ansia.

Il punto non è quanto caffè bevi.
Il punto è da cosa stai scappando quando ne hai bisogno.

🔺 Il ruolo dell’immaginazione nell’epoca della solitudine     L’immaginazione oggi non è un hobby.È sopravvivenza.Viviam...
27/11/2025

🔺 Il ruolo dell’immaginazione nell’epoca della solitudine



L’immaginazione oggi non è un hobby.
È sopravvivenza.

Viviamo in mezzo a milioni di stimoli,
ma dentro casa — e dentro la testa —
siamo sempre più soli.
E allora la mente fa una cosa antica:
si apre un varco.

L’immaginazione non è scappare.
È respirare quando il presente è troppo stretto.
È dire: “Aspetta un attimo,
fammi stare dove non mi giudica nessuno”.

E no, non è infantilismo.
È fisiologia.
È il cervello che si rifiuta di restare chiuso in una vita a due centimetri di distanza,
tra notifiche, silenzi, “visualizzato”,
e gente che sparisce come se niente fosse.

L’immaginazione serve a questo:
a ricordarti che non sei solo la versione che gli altri vedono.
Se stai male, crea uno spazio tuo.
Se ti senti congelato, immagina un posto dove muoverti.
Se non ti risponde nessuno, pensa almeno a chi potresti essere domani.

Perché nella solitudine vera, quella che non fa rumore,
l’immaginazione non ti allontana dalla realtà.
Ti fa rientrare più intero.

🔺 Fine.
Ci vediamo lì, dove nessuno entra senza bussare.

Sono una studentessa del quarto anno di un liceo classico in Calabria. Prima di iniziare, vorrei chiarire una cosa: amo ...
27/11/2025

Sono una studentessa del quarto anno di un liceo classico in Calabria. Prima di iniziare, vorrei chiarire una cosa: amo lo studio, la cultura, i libri e la conoscenza in tutte le sue forme. Lo scrivo perché troppo spesso, quando un adolescente prova a criticare il sistema scolastico, viene liquidato con frasi come «voi giovani non avete voglia di studiare» o «la scuola di una volta era diversa, che ne sapete voi».

A me non interessa della scuola di una volta, perché credo che nel 2025, quasi 2026, non si possa ancora fare il confronto con metodi rigidi che mortificavano gli studenti, e prenderli come esempio.
Io sto cercando ascolto e comprensione.
Sono stanca. E so per certo che non sono l’unica.
Sono stanca di non essere vista come una persona, ma come un voto che sembra valere più del mio nome. Sono stanca di affrontare già a novembre così tante verifiche ogni giorno. Sono stanca di vivere la scuola come un luogo di pressione costante, invece che come un luogo di crescita e confronto.
Studiare è fondamentale, ma nessuno parla del fatto che, schiacciati dal carico di compiti, non abbiamo nemmeno il tempo di fermarci a chiedere a noi stessi cosa ci piace davvero. Perfino il semplice piacere di leggere qualcosa che non sia un compito assegnato, diventa impossibile.
Ci stupiamo quando ci dicono che l’Italia è il quinto tra i Paesi europei con il tasso più alto di abbandono scolastico precoce. Ma come possiamo meravigliarcene, se la scuola smette di essere un luogo in cui si cresce e diventa un luogo da cui scappare?
Questo sistema ha bisogno di essere rinnovato. Perché noi studenti non siamo macchine che devono memorizzare informazioni: siamo adolescenti che hanno il diritto di studiare, dobbiamo imparare, ma dobbiamo anche vivere, mentre impariamo.

25/11/2025

🔺 Ci sono bambini che davanti alla matematica si spengono.
Non perché non siano intelligenti — anzi — ma perché il loro modo di pensare è più veloce, più visivo, più vivo di quello che la scuola riesce a contenere.

I bambini con ADHD spesso non hanno bisogno di “più spiegazioni”.
Hanno bisogno di un altro modo: qualcosa che li faccia sentire capaci, coinvolti, dentro il processo.

E quando finalmente trovano quel modo…
succede una magia: la frustrazione si abbassa, la curiosità si accende, e la matematica diventa un posto possibile.

Nel video ti faccio vedere uno strumento che, per molti di loro, cambia tutto.
Anche se sembrava impossibile.

Non ho mangiato una bomba alla crema così buona! E me la fanno sotto lo studio!!!! Complimenti allo chef, incredibile😋
25/11/2025

Non ho mangiato una bomba alla crema così buona! E me la fanno sotto lo studio!!!! Complimenti allo chef, incredibile😋

Indirizzo

Via San Lorenzo 37
Viterbo
01100

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