Tra Gioco e Realtà

Tra Gioco e Realtà Siamo Anna e Sara: due psicologhe, uno studio in condivisione a Napoli , due passioni in comune. La psicologia e la lettura.

Guardiamo da sempre ai libri come possibilità di crescere, sognare, viaggiare, imparare a pensare.

Come si parla a chi non riesce a confidarsi?-Si, ascolta il silenzio se vuoi stare, oppure se vuoi parlare ti sono vicin...
23/10/2025

Come si parla a chi non riesce a confidarsi?
-Si, ascolta il silenzio se vuoi stare, oppure se vuoi parlare ti sono vicino”
Quale significato ha una lacrima?
Un albo intenso che affronta con delicatezza il tema del sentirsi attraverso la manifestazione più comune: le lacrime.
Quelle lacrime che se lasciate cadere, senza tappare l’altro diventano meno pesanti, pesano meno.
Lascia andare le lacrime , sono una traccia, un segnale di te che stai soffrendo.
Quel dolore merita di essere ascoltato, sono quello che c’è, ma anche quello che puoi lasciar andare.
La scrittura, le illustrazioni sono come un piccolo percorso volto ad ascoltare il dolore, ma anche gli aspetti piccoli e belli di Sé.
L’albo si inseririsce nell’idea di Edizioni e Associzione Anto Paninabella volto ad ascoltare i giovani e le loro emozioni.
Ed:

A proposito di scrittura e parole nella stanza di terapia mai le stesse. A ciascuno dedichiamo parole diverse, ascoltiam...
07/10/2025

A proposito di scrittura e parole nella stanza di terapia mai le stesse.
A ciascuno dedichiamo parole diverse, ascoltiamo in modo diverso, sentiamo e accordiamo in maniera specifica, individuale e così come dice Ogden:”Le parole quando sono vive, sono come accordi musicali. Nel nostro uso del linguaggio, da quando formuliamo una teoria sia nella pratica clinica, dobbiamo compiere musica, più che limitarci a seguire note” (cit).

Quaderno

05/09/2025

“Qualche tempo fa incontrai, al termine di una mia conferenza su Lacan, un mio vecchio professore di filosofia che mi abbracciò dicendomi: «Allora è vero quello che ho sentito dire di te, che sai spiegare Lacan anche ai sassi!» Fu un complimento che mi rivelò una verità che solo in quel momento mi balzò agli occhi in tutta la sua evidenza. Perché riuscivo a spiegare Lacan ai sassi?

Ero stato un bambino considerato id**ta. Fui bocciato in seconda elementare perché giudicato incapace di apprendere. Quando parlo, cercando di insegnare qualcosa, è sempre a lui che mi rivolgo, al bambino id**ta che sono stato. È per lui che riduco, sminuzzo, – mastico le cose sino all’osso. Nelle persone alle quali mi rivolgo mentre insegno, cerco sempre il volto annoiato e un po’ ebete del bambino che sono stato. Io parlo a lui che è il mio testimone. Distillo le parole, ripeto lo stesso concetto in forme leggermente differenziate, ci giro attorno, lo spremo come fosse un limone per provare a estrarne tutto il succo. Parlo a lui.

Questo è il mio segreto. Devo rendere accessibile l’oggetto di cui parlo oltre che a me stesso a quell’altro me che mi ascolta e non capisce. Parlo a lui. Lo cerco nei volti sconosciuti degli altri. È il mio partner invisibile, l’uditore per eccellenza, il mio test permanente”.

Massimo Recalcati, "L’ora di lezione", 2014 Einaudi

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