Dottoressa Cristina Milani psicologa

Dottoressa Cristina Milani psicologa Psicoterapeuta ad orientamento pluralistico integrato, Psicologa Clinica e dell’emergenza ( cism) Gestal Counselor, tecnico del comportamento RBT ( ABA)

Se sei arrivato su questa pagina, starai probabilmente cercando qualcuno con il quale poterti confrontare su un determinato momento della tua vita: una relazione che ti fa soffrire, comprendere meglio aspetti della tua persona, problemi legati ad ansia o stress, o per poter affrontare una situazione che ti sta mettendo in difficoltà. Certamente sei già a buon punto, hai preso il coraggio di iniziare a guardare la situazione da vicino. Più rimanderai e rimuginerai su un dato problema, più alte sono le probabilità che questo si amplifichi. Raccontarsi e condividere è il primo passo per la cura di se, sapersi confrontare e promuoversi ad una idea di cambiamento verso la propria salute superando i timori infondati di un giudizio posso consentirti sin dai primi colloqui di comprendere meglio la tua posizione e trovare strumenti per poterla risolvere e/o migliorare. Se stai valutando l’idea di scegliere di intraprendere un percorso di psicoterapia , valuteremo insieme quelli che sono per te gli obiettivi più importanti da raggiungere e lavoreremo, insieme, verso il loro raggiungimento. Per poter avere un primo appuntamento conoscitivo e/o di valutazione puoi utilizzare i canali social, quali Messenger, whatsapp al 3401170526, oppure attraverso posta elettronica all’indirizzo: dott.ssacristinamilani@gmail.com
Ti ricontatterò in tempi brevi

A seguito del COVID è possibile fare incontri on line attraverso diverse piattaforme:
Skype, Meet o zoom. Sulla mia pagina potrai trovare brevi pensieri, link di articoli che ritengo interessanti e comunicazioni di eventuali corsi, o seminari.

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02/11/2025

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Questa fotografia inquietante del 1950 cattura molto più di un momento clinico.
È il ritratto muto di una battaglia invisibile.
Si vedono bambini sdraiati all’interno di enormi macchine cilindriche chiamate “polmoni d’acciaio”.
Non è fantascienza. È storia. È realtà.
Quei dispositivi erano l’unica possibilità di sopravvivenza per chi, colpito dalla poliomielite, aveva perso la capacità di respirare da solo.

La poliomielite era una malattia che terrorizzava il mondo, soprattutto i genitori.
Colpiva in fretta e spesso lasciava dietro di sé bambini paralizzati, prigionieri del proprio corpo.
Il polmone d’acciaio non guariva, ma manteneva in vita. Funzionava creando un’alternanza di pressione che simulava la respirazione naturale: spingeva l’aria dentro e fuori dai polmoni, un respiro artificiale ma necessario.

Dentro quella macchina, la vita era un’attesa.
Si poteva solo muovere la testa. Tutto il resto era immobile, affidato alle mani delle infermiere: per mangiare, leggere, giocare, persino per piangere.

Poi, qualcosa cambiò.
Negli anni ’50, il dottor Jonas Salk sviluppò un vaccino. Un’invenzione che, nel giro di pochi anni, trasformò l’incubo globale in una memoria lontana.
La poliomielite cominciò a scomparire.
Un capitolo oscuro si chiudeva, non grazie al caso, ma grazie alla scienza, alla ricerca, e a una profonda compassione.

Questa immagine non è solo una finestra sul passato.
È un promemoria.
Di quanto abbiamo sofferto.
Di quanto abbiamo combattuto.
E di quanto abbiamo vinto.
Grazie alle cure. Grazie ai vaccini.
Grazie alla speranza che non si è mai arresa.

Piccole Storie.

“𝐹𝑜𝑡𝑜 𝑑’𝑎𝑟𝑐ℎ𝑖𝑣𝑖𝑜: 𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑖𝑛 𝑚𝑎𝑐𝑐ℎ𝑖𝑛𝑎 “𝑖𝑟𝑜𝑛 𝑙𝑢𝑛𝑔” 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑢𝑛’𝑒𝑝𝑖𝑑𝑒𝑚𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑜𝑚𝑖𝑒𝑙𝑖𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑖 ’50. 𝐹𝑜𝑛𝑡𝑒: 𝑎𝑟𝑐ℎ𝑖𝑣𝑖 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑜𝑚𝑖𝑒𝑙𝑖𝑡𝑒 𝑈𝑆𝐴.”

31/10/2025

Uno scienziato voleva verificare una teoria. Aveva bisogno di un volontario. Alla fine lo trovò: un uomo condannato a morte, destinato alla sedia elettrica.

Lo scienziato gli fece una proposta: partecipare a un esperimento scientifico che prevedeva la riduzione graduale del battito cardiaco, fino a far uscire il sangue goccia a goccia, fino all’ultima goccia. Gli spiegò che le probabilità di sopravvivenza erano minime, ma che la morte sarebbe stata indolore, senza sofferenza.

Il condannato accettò, pensando che quella sarebbe stata una morte più dignitosa di quella con la sedia elettrica. Fu adagiato su una barella e completamente immobilizzato. Poi gli fu praticato un piccolo taglio superficiale sul polso, appena sulla pelle, e sotto il braccio venne posto un recipiente di metallo.

Il taglio era innocuo, ma sufficiente a convincerlo che le sue vene erano state tagliate. Sotto il letto era stato collocato un contenitore con un rubinetto, dal quale iniziò a gocciolare lentamente del liquido. Il condannato sentiva ogni goccia e la percepiva come se fosse il suo stesso sangue a uscire.

Senza che l’uomo potesse vedere, lo scienziato diminuiva gradualmente il flusso finché le gocce si fermarono — falso segnale che il sangue era ormai finito.

Nel giro di pochi minuti, il volto del condannato impallidì, il suo battito accelerò. Quando il panico raggiunse il culmine, il rubinetto fu completamente chiuso. In quell’istante, il cuore dell’uomo si fermò. Era morto.

In questo modo, lo scienziato dimostrò che tutto ciò che percepiamo — positivo o negativo che sia — esercita un’influenza profonda su tutto il nostro essere, mente e corpo.

Quando le persone sentono di essere malate, possono morire solo per paura e suggestione. Dopo una costante esposizione a notizie allarmanti, sono invase dall’angoscia e il loro sistema immunitario si indebolisce.

Oggi è noto che il rischio reale di morire a causa di un virus è estremamente basso — purché non ci si lasci sopraffare dalla paura. La mente fa il resto. Le complicazioni sopraggiungono solo quando il sistema immunitario è già indebolito. Nessun virus ha potere su un corpo sano e una mente fiduciosa.

Forse è per questo che molti bambini riescono a sopravvivere anche nelle situazioni più difficili: perché la loro coscienza non è ancora avvelenata dalla paura.

Perciò, fate attenzione a ciò con cui nutrite la vostra anima e a ciò che scegliete di credere.

di Emil Lazarov

30/10/2025
29/10/2025

per goderti il mare devi lasciare il porto

È finalmente uscito il docufilm dedicato a Vladic, un ragazzo autistico che ha dovuto imparare a vivere da solo, dopo un...
26/10/2025

È finalmente uscito il docufilm dedicato a Vladic, un ragazzo autistico che ha dovuto imparare a vivere da solo, dopo un percorso pieno di sfide e coraggio.
Una storia vera, che commuove e ispira, perché ci ricorda quanto sia importante dare voce a chi vive esperienze spesso ignorate, ma che hanno tanto da insegnarci.
Un invito a fermarsi, ascoltare e lasciarsi toccare da una testimonianza di autentica umanità.

Vladic Ciccotosto, ragazzo ucraino di 27 anni cresciuto tra abusi, violenze e difficoltà legate alla condizione di autismo. Dopo l'arrivo in Italia e un ricovero coatto con TSO, Vladic tenta oggi di riscattare la propria esistenza attraverso la fotografia e un sogno fuori dagli schemi: portare l'al...

25/10/2025
30/08/2025

Se il cuore rimane buono, nonostante le pugnalate, allora hai vinto.

È una vittoria silenziosa, invisibile agli occhi del mondo, ma immensa nell’intimo. Perché non c’è forza più grande di quella di chi continua ad amare dopo essere stato ferito. Non per debolezza, non per ingenuità, ma per scelta. Perché la bontà, quella autentica, non è il contrario della sofferenza, è la sua trasformazione.

Ci sono momenti in cui ci verrebbe naturale chiudere tutto, alzare muri, promettere a noi stessi che mai più permetteremo a qualcuno di avvicinarsi tanto da poterci colpire. Ma c'è qualcosa di più grande nel decidere, nonostante tutto, di restare gentili. Di non lasciare che il dolore ci indurisca. Di continuare a credere nella bellezza delle persone, anche dopo aver conosciuto il loro lato più tagliente.

Un cuore che resta buono non è un cuore che dimentica, ma un cuore che perdona. Che non confonde il perdono con la debolezza, ma lo vive come atto di libertà. Un cuore così non si lascia cambiare dal male che riceve, non smette di vedere il bene, non perde la propria identità. E proprio in questo c’è la vittoria: nell’essere riusciti a non assomigliare a ciò che ci ha fatto male.

Non è una gara, non ci sono medaglie. Ma c’è la pace, quella profonda, che appartiene solo a chi ha scelto di restare luce anche attraversando il buio. Perché la vera grandezza non è nell’evitare le ferite, ma nel continuare a ba***re con delicatezza anche dopo essere stati trafitti. E chi riesce in questo, ha davvero vinto la partita più difficile di tutte: quella contro il cinismo, contro la rabbia, contro la tentazione di chiudersi al mondo.

Restare buoni è un atto rivoluzionario. E ogni volta che ci riesci, anche solo un po’, hai già fatto qualcosa di straordinario.

Charme 🌹

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.raiplay.it/video/2024/03/E-tu-slegalo-dba4...
29/08/2025

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A cento anni della nascita di Franco Basaglia, gli allievi diretti e le generazioni immediatamente successive ci raccontano le idee con cui lo psichiatra elaborò le rivoluzionarie teorie sulla salute mentale. Ponendo al centro della cura la persona e il suo disagio, Basaglia riuscì a demolire le i...

15/07/2025

“Amore per l’emergenza” è un’espressione forte, intensa, quasi paradossale. Da una parte l’amore, che richiama cura, dedizione, passione; dall’altra l’emergenza, che evoca crisi, urgenza, instabilità. Eppure, chi sceglie di lavorare in questo campo — che sia nell’ambito sanitario, psicologico, sociale o della protezione civile — sa bene quanto queste due dimensioni possano convivere.

Cosa significa avere amore per l’emergenza?

1. Passione per l’aiuto immediato
L’amore per l’emergenza nasce dal bisogno profondo di esserci quando tutto crolla, di diventare punto fermo nel caos, presenza nella solitudine, voce nella confusione.

2. Resilienza e dedizione
Non è un amore romantico, ma è fatto di notti insonni, fatica, dolore condiviso. È un amore che richiede forza, autoconsapevolezza, formazione continua e capacità di stare anche nell’impotenza.

3. Umanità che si attiva
In emergenza emergono le fragilità, ma anche la parte più autentica dell’essere umano. Chi ama l’emergenza spesso è mosso da un profondo senso etico e dalla volontà di essere utile subito, dove serve, come serve.

4. Legami forti
Tra colleghi dell’emergenza nascono legami profondi, saldati dall’esperienza condivisa. L’amore per l’emergenza è anche amore per un “noi” che si costruisce nell’azione, nel confronto, nel sostegno reciproco.

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15/07/2025

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L’uomo sbagliato ti sfinisce mentre chiama tutto questo “amore”.
Ti guarda mentre porti da sola il peso di tutto: l’emotivo, il mentale, l’economico…
e invece di aiutarti, ti applaude per la tua forza.
Come se fosse un merito essere la causa per cui una donna deve trasformarsi in acciaio.

Quel tipo di uomo si limita a guardare mentre ti frantumi in mille pezzi,
mentre ti mantieni in piedi con un sorriso finto,
e pretende comunque lealtà, dolcezza, pace…

Pace?
In una donna che vive in modalità sopravvivenza?

Ma l’uomo giusto…
Quello non ha bisogno che tu possa fare tutto.
Sa che potresti… ma non te lo permette.
Non perché ti consideri debole, ma perché capisce che tu non sei venuta al mondo per portare il peso di qualcun altro.

L’uomo giusto pareggia la tua energia.
Ti sostiene senza farti concorrenza.
Ti accompagna senza cercare di dominarti.
Non ti lascia sola ad affrontare la vita mentre lui si gode il tuo amore incondizionato.

Perché un vero compagno non osserva dalla riva.
Si butta in acqua con te.
Nuota al tuo fianco.
Ti spinge avanti quando sei stanca.

L’amore non è una prova di quanto può sopportare una donna…
È una danza in cui entrambi si sostengono.

E non importa quanto una donna sia indipendente…
Ogni donna vuole potersi concedere un po’ di riposo.
Vuole poter respirare senza paura.
Vuole sapere che, se un giorno dovesse spezzarsi… non cadrà da sola.

Quindi, signori:
Se volete che una donna sia dolce con voi… datele sicurezza.
Se volete che vi ammiri… dimostratelo con i fatti, non con le parole.
E se volete che si affidi a voi…
siate il tipo di uomo che sa portarla… non quello che la costringe a portarsi tutto addosso.

Indirizzo

Via Campo Di Fossa
L'Aquila
67100

Orario di apertura

Lunedì 10:30 - 20:30
Martedì 10:00 - 20:30
Mercoledì 10:30 - 20:30
Giovedì 10:30 - 20:30
Venerdì 10:30 - 20:30
Sabato 12:30 - 18:00

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Our Story

Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento umanistico esistenziale, basa la sua formazione sull’attenzione alla relazione e all’importanza che questa presenta nella vita di ogni singolo individuo. L’arte di aiutare presuppone che ogni terapia venga cucita addosso al paziente, propronendo percosi personalizzati con obiettivi specifici chiari e raggiungibili.