03/12/2025
Good old times when we only had encyclopedias printed on books. I remember how pleasantly interesting was to look at them & their pics as a child. Internet & now AI have stoen us such pleasure & also dangerously hurming our thinking processes. What do you think could be a healthy way forward?
Un laboratorio del Massachusetts Institute of Technology, nel 2025, ha dato un nome a qualcosa che molti percepiscono senza saperlo definire.
Lo ha chiamato "debito cognitivo": un costo silenzioso che il cervello paga quando delega troppo all’intelligenza artificiale.
Il contesto è quello di una quotidianità in cui si chiede a ChatGPT di scrivere un’email o a un algoritmo cosa guardare.
In questo scenario, la ricerca mostra che l’uso eccessivo di strumenti di AI impatta negativamente sulla connettività cerebrale.
Non è solo un modo di dire.
Le reti neurali che sostengono pensiero, apprendimento e creatività modificano il loro modo di comunicare, con performance neurali, linguistiche e comportamentali inferiori.
Gli autori parlano di tre livelli del danno.
A livello neurale la connettività si deteriora, come autostrade cerebrali sempre meno efficienti.
A livello linguistico, la capacità di esprimere pensieri complessi si riduce quando si lascia all’AI il compito di trovare le parole giuste.
Così una delle abilità più distintive del cervello umano rischia di atrofizzarsi.
A livello comportamentale, cresce la tendenza ad affidarsi sempre di più alla tecnologia.
Si crea un circolo in cui il cervello diventa meno autosufficiente proprio perché viene chiamato in causa sempre meno.
Il meccanismo descritto è semplice e rigoroso allo stesso tempo.
Il cervello consuma energia solo quando serve, e quando l’AI fa il lavoro pesante smette di attivare le regioni deputate al ragionamento profondo.
La stessa logica spiega perché, in altri studi, chi allena ogni giorno l’orientamento nello spazio modifica fisicamente alcune aree cerebrali.
Il cervello si trasforma in base a ciò che lo allena, e se lo si allena a non pensare a fondo, si adatta anche a questo.
Qui sta il paradosso evidenziato dalla ricerca.
L’AI promette di renderci più efficienti e produttivi, ma un uso eccessivo può indebolire quelle capacità cognitive che l’hanno resa possibile.
Intanto, sullo sfondo, neuroscienze e intelligenza artificiale si intrecciano sempre di più.
Si usano segnali registrati con l’elettroencefalogramma per addestrare algoritmi a riconoscere stati mentali e pattern cerebrali.
Gli stessi strumenti di AI contribuiscono a costruire atlanti cerebrali tridimensionali dettagliati.
E vengono impiegati per supportare diagnosi precoci di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson.
Lo studio sul debito cognitivo arriva dunque in un momento di grande fiducia nella tecnologia.
Ricorda che il progresso tecnologico non coincide automaticamente con il progresso umano.
Secondo gli esperti, il punto non è spegnere gli strumenti di AI.
Il nodo è usarli in modo consapevole e intenzionale, soprattutto nei contesti di apprendimento.
Ogni volta che si affida a ChatGPT o ad altri sistemi un compito che potremmo gestire in prima persona, si guadagnano tempo ed efficienza.
Ma si accetta anche un compromesso, con un prezzo neurale che la ricerca invita a non ignorare.
In questo quadro, l’uso equilibrato dell’intelligenza artificiale diventa una forma di igiene mentale.
È un modo per conservare le risorse cognitive che permettono di comprendere, valutare e orientare lo stesso sviluppo tecnologico.
La tecnologia continua a cambiare il cervello, come è sempre accaduto con ogni grande innovazione.
La differenza, oggi, è la possibilità di scegliere consapevolmente quando lasciare che sia l’AI a lavorare e quando tenere in allenamento il pensiero autonomo.
💁♂️ Quel che non sapevi, in breve
👉 Nel 2025 un gruppo di ricerca del MIT ha descritto il "debito cognitivo" legato all’uso eccessivo di AI
👉 Il fenomeno riguarda tre livelli: neurale, linguistico e comportamentale, con connettività e performance in calo
👉 Neuroscienze e AI collaborano anche per leggere segnali EEG, costruire atlanti cerebrali 3D e supportare diagnosi precoci
👉 Gli esperti indicano nell’uso consapevole ed equilibrato dell’AI, soprattutto nell’apprendimento, la chiave per limitare il debito cognitivo