13/02/2025
Sorpassata la soglia cospargo con le mie ceneri il nemico
Ricominciare in semplicità: un'impresa “titanica”
Fa male ascoltare tutti gli echi dei propri errori, delle cosiddette buone intenzioni ma fa anche bene vergognarsi un po’…Lo sbaglio più grande è quando non ci si ferma a correggere le proprie scelte appena ce se ne accorge, immediatamente. Ci sembra già troppo tardi e le si camuffa di valori artificiali, non derivanti dal proprio sentire, così com’è, ma dall'affetto che si è fissato in pensiero, morale e in cultura acquisiti che caduchi decidono per te.
Così tu sei la prima vittima della confusione che patisci e che poi generi ulteriormente intorno a te. Se ti rinchiudi nella sofferenza dell'incapacità o dell'impotenza che provi di fronte a questo strazio ti blocchi e ti seppellisci con le tue mani. L'attenzione dov’è costretta allora, per non morire inutilmente, a spostare il proprio sguardo, se la direzione verso se stessa in qualunque modo si ponga diviene autodistruttiva?
Ci vuole una “strambata” a 180° Ecco la via d'uscita! Non solo oltrepassare la soglia ma andare incontro al proprio apparente antagonista… l'Altro! Lo straniero deve essere per forza il nemico? Solo perché si pone diversamente da te e come te è la prima volta che prova anche lui a uscire da sé? Cos'è che obiettivamente si apre di nuovo, sconosciuto alle nostre abitudini, se non un terreno comune mai sondato prima? Sarà poi così mostruoso impenetrabile da farci scappare via prima ancora di esserci tolti con grave riluttanza la maschera delle nostre “invenzioni”?
E se ci provassimo davvero?
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare? No! L’inconscio, l'Inesplorato è già tra noi! Può diventare visibile e vivibile solo se, per accorgersene , umilmente con arrendevolezza, ci permettiamo di guardarci negli occhi, tenendoci per mano, facendoci coraggio, prima in silenzio attraverso l’intensità rivolta l'uno con l’altro, magari tra una lacrima e un sorriso e poi forse abbozzando un suono, prima ancora di una parola, ricominciando a ritentare daccapo. Ma questa volta insieme! Non è la giustificazione del nostro soggetto che cerchiamo ora. Ora cerchiamo insieme ciò che ci ha ferito e che ci ha fatto ritirare erroneamente, ognuno nella propria tana, accusando inconsapevolmente l'altro chicchessia, nascondendo e massacrando ancora e ancora il nostro sentire autentico a cui non abbiamo dato cura…che non ci siamo soffermati ad ascoltare…
E Lui che trascuriamo e irrispettosi lo calpestiamo. Infinitamente più grande del nostro soggetto questo intimo non può voler null'altro che la dignità per esserci… il riconoscimento cosciente e collaborante da parte nostra d'esistere tra noi… con noi… per noi. Siamo dei veri assassini, promotori di abusi e di morte se non ci chiamiamo e “richiamiamo” reciprocamente al vitale immanente di questa vita!
Il nemico siamo noi
Se non ci cerchiamo e ci ascoltiamo
Se non ci scrutiamo ed incitiamo
Se non ci odoriamo e accarezziamo
Se non ci adocchiamo stando in connivenza
Se non moriamo e viviamo l'uno grazie e per l'Altro
Se non proviamo ad ESISTERE da UMANI…