01/22/2022
Nella vita ho visto tanta gente morire, anzi troppa.
Molti dei loro visi si sono sovrapposti e le loro storie sono state confinate in un angolo remoto della mia memoria.
Erano genitori, figli, nonni, zii, amici… alcuni erano soli.
Non so quante di queste storie saprei ancora raccontare, ma so che una non mi ha mai lasciato.
La prima morte che, non scorderò mai.
Ero ancora giovane e in formazione...
Lui invece era un uomo, che oggi chiamerei ragazzo perché ne ho raggiunto l'età.
Lo ricordo sdraiato a terra, le braccia lungo i fianchi, attorniato da gente in attesa che i propri bambini uscissero da catechismo.
Anche lui doveva essere un padre, ma mentre iniziavamo la RCP non lo sapevamo.
Ricordo l'addome gonfio che sussultava a ogni compressione toracica, il petto che si alzava a ogni insuflazione.
Il silenzio surreale.....
Tutto questo non lo scorderò mai.
La folla che aumentava per l'imminente uscita dei bambini.
Le scariche del defibrillatore, il corpo che scattava scosso dall'elettricità e di nuovo il massaggio cardiaco.
Uno, due, tre cicli. Forse dieci.
L'adrenalina, il tubo in trachea…
Altre scariche. Altri massaggi, sempre meno conviti.
Poi l'uscita da catechismo.
«Escono da dietro» aveva detto una voce.
Il sibilo continuo dell'ossigeno.
L'urlo straziante di una donna che abbandonava due bambini a un'anziana e correva verso di noi.
La caduta sulle ginocchia, le lacrime e le mani che correvano ad afferrare quelle cianotiche dell'uomo ormai quasi completamente n**o.
E io con il sudore sulla fronte fissavo la scena.
«Portate via i bambini» aveva ordinato una voce.
Qualcuno che cercava di sciogliere le dita intrecciate di moglie e marito per far scaricare il defibrillatore.
Si scuote la testa. «Lasciamo stare» «abbiamo fatto il possibile.»
Il massaggio che si interrompeva, le divise che si allontanano.
La donna che si gettava sul corpo esanime dell'uomo, i colpi a pugno chiuso sul petto.
Le urla.
Le lacrime.
A distanza di quasi vent'anni, passo spesso davanti al sagrato di quella chiesa.
Ogni volta rivivo la stessa scena e rinnovo la promessa che mi sono fatto quel giorno:
Formare quante più persone possibile, per far sì che le possibilità di sopravvivenza di una persona colta da arresto cardiaco aumentino, padri, madri, figli... tutti devono avere la massima risposta nel minor tempo possibile, perché è la vita... ecco perché