08/11/2025
Vorrei fare una riflessione.
Qualche giorno fa ho pubblicato sui miei social un video a sfavore della dinformazione mediatica in tema salute e sanità, anche in programmi di intrattenimento. Su un noto programma veniva scherzosamente messo in dubbio l’utilità di un farmaco per la cura dell’ipercolesterolemia familiare, consigliando un integratore in sostituzione allo stesso.
Sul mio TikTok si è scatenato un puriferio. Quasi 350.000 visualizzazioni e più di 1000 commenti in cui utenti riversano scarsa fiducia verso i medici, verso i farmaci, verso le cure in generale. Dando invece pieno sostegno a rimedi che RICORDIAMO NON SONO CURE ma di fatto restano strumenti a supporto delle terapie di prima linea o da usare quando la situazione non è ancora patologica.
Viviamo in un’epoca in cui tutti pensano di sapere tutto.
Di nutrizione, di medicina, di arti e scienze.
Smaniamo per dire la nostra, spesso senza ascoltare ciò che cerca di comunicarci il nostro interlocutore, senza chiederci se stiamo dicendo sciocchezze e se davvero abbiamo le competenze e le conoscenze per permetterci di sminuire l’altro.
Essere curiosi è bellissimo. Informarsi è fondamentale. Io stessa vi sprono sempre a chiedere, ad esporre ogni dubbio.
Ma non è la stessa cosa pretendere di voler avere ragione senza averla di fatto.
Essere professionisti sanitari significa mettere le proprie conoscenze a disposizione dei propri pazienti, cercando di fare chiarezza, cercando di eliminare false convinzioni, radicate nel modo più infimo.
La conoscenza richiede studio, esperienza, metodo.
E fidarsi di chi ha scelto di dedicare la vita a un mestiere non significa “non pensare con la propria testa”, ma riconoscere valore, responsabilità e competenza.
👉 A volte il vero atto di consapevolezza è sapere quando è il momento di ascoltare.